martedì 3 dicembre 2013

Odore di chiuso (Marco Malvaldi)

Un castello. Una nobiltà decadente. Un personaggio realmente esistito e di una certa fama. Dall'olfatto estremamente sensibile e capace. Un omicidio misterioso. Il giallo viene considerato un genere e la narrativa specifica di solito fatica a trovare brillanti spunti di originalità se non riesce a insaporire invariabili canoni con tocchi sfumati e sapienti, capaci di rinvigorire ricette tradizionali usurate. Dopo il deludente "Briscola in cinque". Questo "Odore di chiuso" di Malvaldi registra un intelligente e ironica variazione sul tema. 

1895. Siamo nella vivace e golosa  Maremma toscana, nel castello del decadente barone Bonaiuti e la sua disordinata e stantia famiglia. Vicino di casa o quasi è il poeta Giosuè Carducci, ma non porta poesia nell'ambiente impolverato e talvolta degradato. In un venerdì di giugno piomba un celebre invitato, ovvero il corpulento e buongustaio Pellegrino Artusi, oramai cuoco di fama visto il successo della sua opera maxima, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, che ha riscosso grande successo e lo ha fatto diventare una celebrità, di cui il barone vorrebbe approfittare.
Ma fra madri incastrate nel apssato, figli scapestrati, sorelle acide, il buon Artusi trova il soggiorno un poco molesto, anche per la presenza di un altro invitato alquanto sgradevole e mellifluo, il fotografo Ciceri. L'omicidio del maggiordomo Teodoro e un attentato fallito al Bonaiuti gettano la scapestrata combriccola nel panico, mentre l?Artusi tra una malinconia ed un buon pasto, affina il suo olfatto alla caccia della verità

Avevo letto in precedenza Briscola in cinque e sinceramente ero rimasto più che deluso. Non era un giallo che ti regala intrigo e sospensione di giudizio, non era un libro con una particolare ambientazione ovvero contesto sociale da suscitare interesse, non aveva stile. piatto e banale, con semplice battute da bar qui e là. Tutto il contrario di Odore di chiuso, non certo un memorabile capolavoro, ma con un contesto storico tutto sommato credibili e personaggi che, sebbene vagamente stereotipati, hanno una loro umana autonomia e solidità. 
Inoltre nel complesso, lo stile non cede alle solite americanate mainstream di genere, risultando pertanto una produzione italiota con i suoi pregi e difetti. Libro cui peraltro sono affezionato, essendo inaspettato regalo di una persona che stimo particolarmente anche se lei forse non lo sa. Ed ovviamente la dedica stavolta è solo e tutta per lei.

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