lunedì 26 maggio 2014

Amanti (Lucia Noviello)

Presa da qui

Romanzo erotico?' uhm perché no. A parte pruriti tipici dell'uomo con gli "anta" sulle spalle, magari provare. Poi "Amanti", bello, titolo evocativo, originale e usato pochissimo in letteratura. Ma succede, vieni fregato come un pivello. Perché le cose sono due: o la mia nozione di erotismo probabilmente ha valore archeologico ed ormai significa tutt'altro da come la intendo oppure semplicemente, molto più semplicemente, per vendere qualche copia in più si ammorbano un centinaio di pagine con un migliaio di paragrafi hard e così un racconto che magari nessuno ti pubblicava riesce ad avere un editore. O forse no. va bene. vediamo allora cosa dire in questa recensione  frigida e brevissima a "Amanti" di Lucia Noviello, non un pivella, ma giornalista  e scrittrice che bazzica editoria e mass media.



No niente sadismi, catene, bracci della morte, nastri isolanti sulla bocca, insomma il repertorio più vasto e raffinato che oramai annacqua la letteratura di genere.

Per dire: c'è una cena conviviale in un barcone sul Tevere: Giovanni ha iniziato la solita discussione filosofica con l'amico Leporello. Mentre Elvira lo guarda abbagliata, anche se lui frequenta la sua migliore amica, Anna. La quale però ha agganciato il musicologo mozartiano Maurice e pensa ad altro, mentre la piacente Lidia ha ottenuto senza fatica il numero di telefono del concupito scrittore Ottavio. Non è presente il politico rampante Maretto, ma ci sarà occasione, sicuro. Tutti alla fine senza grandi dubbi o remore pensano alla stessa cosa, in questa serata. Ci sarà sesso per ognuno, probabilmente, perché alla fine tutti cercano sesso. Specie Giovanni, filosofo inconsapevole del “movimento continuo”, che mentre lavora in libreria dal padre nobile decaduto e animatore di serate, desidera la vendetta edipica, gonfio di rimpianti per la morte prematura della madre che non gliela ha consentita, ed ha iniziato portandosi a letto la recente ex compagna di lui. Ovviamente nessuno, ma proprio nessuno è indigente o ha necessità impellenti, figli a carico, genitori anziani da supportare. Tutti splendidamente liberi e belli, che ammucchiata sia, evviva l'amore o meglio, evviva l'accoppiamento sfrenato.

Indubbiamente scritto bene, il romanzo tuttavia per certi versi rappresenta un inganno, a partire dalla copertina ove viene definito erotico quando in realtà è solo un improvviso e confuso zibaldone di erezioni, umidità vaginali et similia: se è erotismo, ne è versione molto pulp, palpata, polposa più che palpitante. Di questo approccio è emblema perfetto il personaggio di Giovanni, capace di attrarre senza alcuna fatica e di riuscire in poche ore e con un misero sms ad accoppiarsi con la preferita di turno. Gli altri non sono da meno. Un vagare mellifluo e sudaticcio (visto che è estate) di esseri insolenti, insoddisfatti ma protesi al conseguimento del piacere fisico, che tanto lo si ottiene con poca o nulla fatica. Sullo sfondo una vaga accozzaglia di citazioni musicali colte e addirittura filosofiche, quasi per dare forzatamente un tono al resto. Una versione poco riuscita - certo meno letteraria, più promiscua e hardcore - de Gli indifferenti di Moravia, ma ambientata nel 21° secolo.

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