Eccoci, siamo alla mitica New York
e nei suoi dintorni, anni venti del Novecento.
Una generazione jazz, che si è
caricata sulle spalle in parte, non senza qualche polemica, la risoluzione
della prima guerra mondiale, si affaccia sulla ribalta della vita di una
nazione che cresce a dismisura in un ordine caotico, in un disordine ammaliante:
gli Stati Uniti. La terra promessa, dove tutto è possibile e l'impossibile è
messo al bando.
Il whisky è benzina per mettere in
moto vite effimere, ardenti bramosie materiali, amori e tradimenti di ogni
ordine e grado.
Un' umanità forte e fiera nelle proprie
imperversanti pazzie, un upper class che appare devastata e posseduta dal
benessere ed alla ricerca di riempire i propri vuoti esistenziali ballando ora
agilmente ora rozzamente nell'ipocrisia permanente di vestirsi ora in rigidi
costumi moralisti ora in sgargianti lingerie libertine.