Come si fa a spiegare che una lettura ti è piaciuta a metà? Metà
cosa, metà come. Eppure è così. Se poi il romanzo narra le vicende di un essere
umano il cui sesso si è bizzarramente fuso e confuso, regalando un corpo che
evidenzia un duplice genere ed il titolo è Middlesex, beh, il gioco è fatto.
In un'epoca dove tradizionali (e sicuramente anacronistiche)
barriere di genere sessuale stano molto lentamente sgretolandosi, un romanzo
come questo calza a pennello. Premesso che è uscito anni fa. Anche se poi alla
fine risulta più essere un romanzo di formazione che sociologico, un romanzo
psicologico o psicologista dove però vengono aperti ampi squarci su vicende
storiche dai risolti tragici ma considerate minori e quindi dimenticate. Alla
ricerca del sesso perduto. In senso di genere, non azione. Perché un conto
essere maschio, un altro femmina. Il disastro è essere tutti e due. O nessuno
precisamente.
Abbiamo un po’ di tutto. Quasi sempre sapientemente miscelato, che
qua e là i numerosi rivoli in cui scorre il fiume della trama vanno perdendosi
nei boschi narrativi. Così come le digressioni di Eugenides, a volte
torrenziali, fanno un po’ detestare questo narratore onnisciente più che mai,
che mi immagino paffutello ma saccentello. Che dire dei fratelli Eleutherios, che si amano e che per
sposarsi preferiscono fuggire dai confini della Turchia negli Usa per poter
nascondere la peccaminosa parentela?
Poi vanno a viver
con la coppia della cugina Sourmelina e
suo marito l’enigmatico Jimmy Zizmo, nasce un figlio che giarda un poi si sposa
con la figlia degli altri due e succede l’inevitabile. La eccessiva consanguineità
genera Calliope (detta Callie e successivamente Cal), che è uno pseudoermafrodito. Vive da ragazza, ma il corpo ha
evidenti e sporgenti lati maschili. Ma non lo scoprirà nessuno per molto tempo
e perciò crescerà al femminile ma con dubbi e dissidi di carattere letale.
Il romanzo poi continua, io mi fermo qui.
Non troppa carne al fuoco, ma a volte un senso di eccessivo. Certe
le intere parti sul dramma dei profughi armeni dalla Turchia ad inizio novecento
sono davvero coinvolgenti, oltre che educative. Uno dei tanti eccidi che l’occidente
ha pensato bene di mettere in tasca di un cappotto che non indosserà mai. Più onnicomprensivo ma anche leggermente più sfilacciato del successivo romanzo, "La trama del matrimonio".
Romanzo di formazione-informazione. Con un tema scottante e fondamentale
non sempre proposto con la dovuta grazia esteticamente parlando. Ma comunque
interessante.
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