venerdì 16 novembre 2018

Un uomo sulla soglia (Nicole Krauss)


La memoria, questa sconosciuta. Siamo veramente sicuri di voler ricordare? Perché senza ricordo la vita appare un’altra. Non è detto che sia meglio della passata ed obliata, ma comunque dà un ‘altra possibilità. Siam della stessa consistenza dei sogni, diceva un certo Shakespeare, e quindi quando arriva la mattina, dopo un attimo, svaniamo, aggiungo io. Ma d’altronde io e William (Shakespeare) non ci siamo mai parlati e forse, alla fine, entrambi non siamo neanche esistiti, se non nei ricordi degli altri.


Certo si chiama Samson. Tipo Sansone, l’eroe invincibile che una volta assopito gli han tagliato i capelli che erano il segreto della sua forza e via, niente più super poteri. Ed allora decide che muoia lui con tutti i nemici (filistei). Al di là del richiamo , in questo romanzo il protagonista onnisciente ed onnipresente, per una delicata operazione al cervello, si ritrova ad avere ricordi solo dell’infanzia, poi il nulla. Ed era un brillante professore universitario under 40 con una moglie bellissima ed innamorata e una strada luminosa davanti a sé.
Cosa decide il nostro?
Coccolato e vezzeggiato da un oscuro ma potente scienziato in combutta con progetti segreti dei militari Usa, si fa usare come cavia come esperimento. Stanno infatti cercando di salvare la memoria tipo un file di word ed excel ed impiantarla nel computer ( leggasi cervello) di un altro. L’esperimento riesce, ma lui ne rimane sconvolto.
Tornato alla vita normale dopo essere stato salvato per miracolo, stavolta abbandona per scelta e non per fato quello che lo aspettava a braccia aperte ma di cui lui non aveva cognizione. La sua è una nuova formazione, passando per quello che gli altri sanno di te e che tu non sai di aver fatto. Ma la moglie che lo ha aspettato per anni che tonasse in sé, delusa, ferita se non affranta lo lascia andare stavolta, perché la scelta è sua. Così come ognuno che incontra, che sia della nuova vita o della vecchia, alla fine rimane poco interessato al suo percorso formativo interiore e personale.

Bellissima trama, ottima idea, pessimo svolgimento. Non non sono un professore di italiano alla scuole medie (anzi come si chiamano adesso? Primarie, secondarie boh). La Krauss risulta ampollosa, pretenziosa, radical chic. E alla fine di vertiginose e fitte pagine meditabonde, gioca a fare il Roth al femminile quando, volenti o nolenti, non tutti possono. C’è un po troppa carne al fuoco e chi cucina alla fine si è dimenticato di attizzare la brace oppure di girare il cibo. Il risultato è lo stesso. Questa cena non s’ha da fare. Il pasto è troppo o poco cotto.
Romanzo quindi di quelli che ti infastidiscono, dove alla base di una grande intuizione, la narrazione incespica, si arena, a volte letteralmente si inabissa nel nulla. Pazienza. Probabilmente senza i drammi che ha vissuto il protagonista, questo sarà un romanzo che scorderò. A proposito dove ho messo le sigarette?

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