domenica 26 agosto 2018

Gli aquiloni (Romain Gary)

Inseguire l’azzurro. Per colorare la nostra vita un po' grigia, a volte, anzi spesso, al di là delle contingenze. Già, l'azzurro, quello là, sopra le nostre teste.Non il principe, miei cari romantici, ma il cielo. Sono come Icaro, ricordate? Perché gli aquiloni, un po’ come i nostri desideri, volano in alto e vogliono salire più che possono, sono tutti come quel mitologico eroe che poi s’è bruciato o meglio è caduto perché è arrivato troppo vicino al sole e le ali si son squagliate. Romanzo furbo e ammiccante, che denota una certa padronanza dei mezzi, questo di Romain Gary. Inizio folgorante, sviluppo melenso, finale ben architettato. Una storia di formazione. Dove il contesto è drammatico, nella provincia francese, prima minacciata poi invasa dall’orda tronfia e inarrestabile dei tedeschi nella seconda guerra mondiale.
I due protagonisti principali si inseguono. O meglio non si trovano come sarebbe umanamente giusto.
Uno ha trovato l’amore della vita, ma la vita glielo porta via.
Lei sia atteggia, lo fa soffrire ma poi lo inebria e vive una vita che non andrebbe vissuta, tra la guerra mondiale, le deportazioni, la guerra e l’incredibile peccato di essere ebrea.
Un attaccamento alla famiglia in senso lato come vorace, capace di mangiarti qualsiasi appetito e renderti diverso. Una storia travagliata che poi però non decolla mai. Alla fine l’unico che interessa, uno zio noto e sognatore, che costruisce aquiloni e subisce la guerra come la mancanza di vento, scompare troppo presto e ci troviamo nella narrazione un giovane innamorato ed inverosimile partigiano da una parte ed una ex nobile altezzosa alle prese con la più bieca sopravvivenza. A volte sfiorano il patetico i distacchi e poi i ritorni, in uno sfondo dove il caos, la morte e la disperazione regnano sovrani. Più convincenti e veri i personaggi secondari, ricchi di vizi e virtù e vita vissuta. Si poteva fare di più e meglio, ma i gusti son gusti e lo scrittore, come si sa, fa come gli pare. Rimane che inseguire l’azzurro è un’attività che necessita talento e non è per tutti

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