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08 settembre 2024

In Sardegna non c'è il mare (Marcello Fois)

Il mondo, si sa, è pieno di sorprese e pertanto può succedere che la Sardegna, terra amatissima soprattutto per le sue coste spettacolari, abbia in realtà un suo cuore. Un vero baricentro su cui son state divulgate leggende che ovviamente non corrispondono al vero, dove non vi sono spiagge né acque limpide, insomma, non c’è il mare, ma una storia e delle storie tutte da raccontare. La Barbagia raccontata da un barbaricino allora rivela i suoi segreti. Partendo dall'abbattere i numerosi luoghi comuni con cui son stati sempre tratteggiati i nativi di questa zona dell’interno, con i tratti impervi ma anche un’umanità varia e naturalmente fiera, con le sue asserzioni ancestrali ma anche con le evidenti contraddizioni e controindicazioni reali. E di una terra orgogliosa di sé stessa, spesso lasciata sola ma fiera della sua isolata unicità, ci parla un contemporaneo e conterraneo molto capace come Marcello Fois, per un testo che, con mia sorpresa, al momento in cui scrivo è introvabile, se non su il siti tipo  "Il libraccio", che appunto vende usato e fuori commercio, o Unilibro. Misteri dell'editoria per un libro che sconfessa i presunti misteri sardi, come ad esempio s'apprende che i sequestratori sono considerati scemi, malvisti ed isolati, ma non per questo tutti gli abitanti son disposti a farne i nomi a chi non li sa, rischiando la vita, tra le altre cose.

22 luglio 2024

Io sono il Nirvana. La storia di Kurt Cobain (Andrea Biscaro)

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Già il rock. Quella roba lì che da decenni ha rivoluzionato il modo di fare ed intendere musica, stregando milioni di giovani e che poi come tutti i fenomeni di massa ha mantenuto esteriormente i suoi crismi  ed i suoi canoni, ma ormai è uno dei tanti epifenomeni di quel mostro onnivoro ed onnisciente che dilaga ovunque, il consumismo. Cantava il rocker canadese Neil Young ( e canta ancora, beato lui) che il vero rock non potrà morire. Magari. O meglio, la musica resta i musicisti no. Cobain Kurt, appellato in adolescenza dai villani suoi compaesani checca-Kurt per la sua ostentata ostile indifferenza a tutti loro, è inizio degli anni ottanta un ragazzo difficile come si dice per appiccicare un'etichetta a che subisce, magari per ipersensibilità emotiva, la separazione fra i genitori e l'abitare in uno sconosciuto borgo di nome Aberdeen, dove l'America dei telefilm patinati tutto tette e muscoli è sostituita da quella vera, grande solitaria, sperduta, quasi selvaggia e dove tutto resta lontano, quasi irraggiungibile, come avverare il sogno di diventare una rockstar.
Ce la farà. Si. American dream? No, disperazione.

30 giugno 2024

Tutto sarà perfetto (Lorenzo Marone)

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Andrea non immaginava che questo fastidioso fine settimana dedicato ad accudire il padre malato, ex capitano di marina, potesse diventare una caterva di incontri a sorpresa, profumi ritrovati, nostalgie perdute. Quando la sorella Marina lo ha inchiodato ad adempiere ai propri doveri di figlio e fratello – causa una brevissima vacanza con la propria famiglia – tutto sommato se ne era fatto una ragione, confidando nella brevità dell’impegno e della relativa facilità dei compiti assegnati. Ma dopo aver semidistrutto la casa e combinato una serie di disastrosi guai, ha esaudito il desiderio del genitore e lo ha accompagnato a Procida, visto anche la situazione di malato terminale, considerato che anche lui stesso lì ha trascorso la propria
adolescenza mentre il papà partiva per viaggi lunghi e avventurosi per mare. Andrea ha persino rincontrato Ondina, fugace apparizione nei normali tormenti amorosi adolescenziali, diventata donna matura ed attraente. E dopo la sua fallita convivenza con una ragazza, causa la sua scarsa maturità, la faccenda non gli dispiace. Ora, a lui, che a quaranta anni non ha ancora trovato una direzione sulle strade della vita cavandosela sempre meglio che ha potuto, si dischiudono orizzonti impensabili fino ad un giorno prima: in ordine sparso, in un vertiginoso vortice di ricordi che riaffiorano, apprezza la figura di un padre sentito sempre lontano fisicamente ed emotivamente e che invece disvela insospettabili qualità umane di cui ne aveva sempre ignorato l’esistenza; e comprende la personalità della madre, donna assente a tutti, anche a se stessa e che ora invece acquista una nuova luce.

04 giugno 2024

Siete stati lì (Fabio Galati, Laura Montanari)

Ebola è una malattia ma anche una entità diabolica: annienta chiunque, i soldati che vigilano, i medici che curano. E poi c’è polvere sui vestiti, scarseggiano medicinali, ma un dottore non può arrendersi, è la sua missione. “Ebola impone solitudini e disciplina, pensieri, ordine”. Una battaglia insomma, forse una guerra, chissà se ci sono vinti. O vincitori.
Nguyen Van Tanh non sa né leggere né scrivere. Nel 1969 ha visto bombe straniere cadere sul suo Vietnam. A 78 anni sul fiume silenzioso ancora pesca reperti e ravviva la memoria: “Si comincia a morire da lontano, quando nessuno sente”.
A Milano, città una volta da bere ed ora un po' bevuta, invece anche durante l’EXPO ci sono i cacciatori di briciole, gli esodati, i residui non conteggiati nelle statistiche. Dopo i quaranta anni difficile trovar lavoro, anzi quasi impossibile: non si pagano bollette, affitti, mutui, allora ecco la strada, i bidoni della spazzatura dove rovistare in cerca di sostentamento, prima di annegare nella disperazione meglio attenuare i morsi della fame.
Il buon Kramer è diventato campione del mondo con la Germania nell’edizione del 2014 dei mondiali di calcio, ma ha avuto una enorme colpa: una gomitata forse involontaria l’ha sdraiato per terra. Mentre i suoi compagni andavano a vincere lui perdeva conoscenza, lui, riserva acclarata in campo per un infortunio del titolare Khedira, lui che perde l’occasione di essere finalmente protagonista.E poi ancora, come un random senza logout, siamo nel mondo del carcere, un altro dei condannati non ce la fa più ma non chiede la grazia, semplicemente di non affogare in nauseabondi odori, di non dormire in celle sovraffollate, di non scontare la pena vivendo…

05 gennaio 2020

Il treno era in orario (Heinrich Böll)

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Andreas fuma l’ennesima sigaretta. E’ in viaggio con la fanteria tedesca, verso il limite del fronte orientale in rotta durante la seconda guerra mondiale, su questo treno triste e infame, perché profuma di morte. Ed aspetta con ansia, ma anche rassegnazione, l’avverarsi della sua profezia: giunto a destinazione sarà ucciso. Non
importa come. E così le fermate improvvise, il chiasso o il russare dei commilitoni, gli odori forti e sgradevoli, tutto appare inevitabile di fronte alla fine, Ha stretto amicizia con due commilitoni, l’apparentemente vitale Willi e un ragazzo biondo. Ma il primo scappa da una licenza infelice, dove ha scoperto l’adulterio della moglie ed il secondo è stato marchiato a fuoco dai crimini silenziosi della guerra, sotto posto a violenze sessuali dal proprio superiore in uno sperduto avamposto fuori da qualunque controllo. Intanto c’è chi magnifica nuove armi, chi crede nella invincibilità del Fuhrer e il convoglio lentamente sta arrivando dove deve. Andreas cerca di espiare i suoi peccati, ricorda solo i torti veri o presunti che ha inflitto, mangia le ultime scorte, beve e fuma molto ma se ne ha voglia, ed ha un solo rammarico: non aver vissuto mai nemmeno un’ora d’amore, nel senso fisico e spirituale, e gli sembra ingiusto dover morire così, con questa deficienza.

22 giugno 2019

Eureka street (Robert Mclian Wilson)

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Where the streets have no name” cantavano i miei amati U2 in quegli anni lontani e vissuti che si chiamano ottanta e sono dello scorso secolo ormai. E’ passata una vita. Invece qui la via ha un nome, le certe solite facce, un po’ di vita e qualche storia. Questione irlandese, bombe ovunque ed una tensione continua fra due facce di una stessa religione, il cristianesimo, con cattolici e protestanti che ne rivendicano l’autentica interpretazione. Siamo a Belfast, coi militari che ti mettono un carro armato in faccia e che quindi siamo in onda sul canale dei poteri forti, la città è attraversata da una lotta senza quartiere, anzi no, una guerra che si combatte nelle vie, nei vicoli. E verso i trent’anni qualcosa bisogna pur fare. Che sia nulla o tutto tocca provarci a vivere. Anche verso una fase della vita dove davvero non sei vecchio ma neanche bambino, come i protagonisti.

01 maggio 2019

Codice 1982 (Luca Dalla Vecchia, Stefano Savastano)

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Roberto Pruzzo. Chi ama il calcio e la squadra della Roma lo amava. Tre volte capocannoniere. Roba da impazzire. Però stavolta non gioca, fa sul serio. E' il capo del governo e deve salvare il mondo o magari solo il suo paese. Tra fantasia e realtà. Tra attualità e futuro distopico. Tra governo attuale e passati scenari. Calcio, app, televisione e una Terra sempre più in crisi. Insomma un viaggio senza ritorno, ma con una speranza. Bisogna fare goal al futuro. E stavolta niente scudetto, ma una vita che sia più vita. Magari dove non ti pare essere controllato da localizzazione Google e ciò che si mangia non è manipolato in laboratorio. E l'IA rimane cosa dovrebbe essere, artificiale, come i fuochi dopo le feste, esplodono, illuminano, fanno gioire e poi si dileguano

13 aprile 2019

Manhattan beach (Jennifer Egan)

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Pensiamo sempre che la guerra si combatte al fronte. Fucili, cannoni e carri armati per
terra, e navi e sommergibili per mare. E nel cielo gli aerei. Spari ,scoppi e bombe. Morti, urla, imprecazioni. Però non è solo così. Provatelo per esempio a chiedere ad Anna ed altre donne di Manhattan, stato di New York ,Stati Uniti di America. Uniti manco tanto, solo per convenienza, ma è un altro discorso. Nel 1942 si sta preparando la controffensiva per vendicare l’affronto di Pearl Harbour e vincere e poi dominare il mondo. Tutti lo sanno. Il paese vincerà Ma occorre dare un contributo.

02 aprile 2019

Sputare controvento (Marzia Musneci)

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Udite udite è morto il grande poeta russo Majakovskij. Si, è morto. Certo, come no,proprio lui, il cantore della rivoluzione proletaria. Un suicidio. Per amore, per che altro senno. Non date retta alle ilazioni che sussurrano con una certa paura che ha influito qualche solenne bocciatura del partito comunista alle sue ultime produzioni. Chi non ci crede poi a questa versione? Niente di meno che il regista Ėjzenštejn e lo scrittore Boris Pasternak. Una celebrità acclarata ed una che lo sarà postuma. Un giallo di elevate e note qualità artistiche ordunque. Dove sta la verità?

17 marzo 2019

Memorie di un giovane disturbato (Frederic Beigbeder)

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Francese certo. Prima della globalizzazione. E ovviamente di Internet, della TAV oppure dei gilet gialli e delle rivolte nelle banlieue di inizio 2000. Arrivisti per nulla, viveurs alla fine nemmeno. Cercano Finalmente Marc Marronnier ma non trovano e se trovano non  detto che sia un bene. In fondo i soldi ce li hanno. La gioventù pure. Che dio li benedica magari. O li mandi all'inferno. Tanto l0ro alla fine ce la faranno. Volenti o nolenti. Preparatevi, saranno magari la nuova classe dirigente. Ed è un diario a futura memoria. Quindi potrebbe essere anche parzialmente usato contro di voi.  
E non so se vi conviene, davvero.
Che lui, il protagonista, vi illumini. Si chiama Marc Marronnier

23 febbraio 2019

L'ultima volta che siamo stati bambini (Fabio Bartolomei)

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Cercare se stessi? E chi l’ha detto che sia poi utile questo trovarsi? Forse era meglio
morire da piccoli. Nel senso che non bisognerebbe crescere, che poi arrivano tante fregature, ci si arrugginisce a vista d’occhio, cresce la pancia, spopolano le rughe, quelle sul viso e sul collo e , lo sapete, anche quelle sul cuore. Per non parlare delle ferite dell’animo. Il mondo salvato dai bambini? Certo perché no. In fondo i grandi di danni ne hanno fatti abbastanza, credo, e continueranno imperterriti a farli.

18 febbraio 2019

La Repubblichina (Giampaolo Pansa)

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Teresa detta Tere non ce l’ha fatta. Era scappata a Milano col suo compagno della X Mas, confidando nella confusione e nell’anonimato per sfuggire ad eventuali rappresaglie partigiane, ma è stato inutile. La disfatta della Repubblica di Salò e del suo alleato-padrone, la Germania hitleriana, non ha lasciato scampo. Ed ora è su questo camion malmesso, con altri prigionieri, per tornarsene a Casale Monferrato ed attendere lo sviluppo degli eventi. Il suo amante è stato freddato dalla pattuglia che li ha intercettati ed il dolore è stato sopraffatto dalla paura per il suo immediato futuro, per la sete di vendetta che aleggia intorno. Certo è stata iscritta al partito repubblichino, ha pubblicamente ostentato la sua fede nel fascismo e come tante e tanti altri ha amato, adorato ed inneggiato al Duce, anche se di recente apparso sempre più stanco e impotente. Ma il suo vero desiderio, la sua vera passione era e rimane fare la maestra delle scuole elementari, in qualsiasi plesso. E, possibilmente, trovare l’amore, non di sciupafemmine o anziane signore in cerca di sollazzi omosessuali, ma quello vero e che duri una vita. L’ultima relazione sembrava quella giusta, ma gli eventi storici l’hanno troncata drammaticamente. Ed ora che si avvicina il suo paese natio insieme ai dubbi ed ai timori si affaccia anche una certa malinconia, di quello che poteva essere e che però non è stato.

14 febbraio 2019

Metà di un sole giallo (Chimamanda Ngozi Adele)

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Ve le ricordate le tremende foto dei bambini denutriti del Biafra? Quelli come
me nati nel 1970 e dintorni di sicuro. Si diceva “mangia di più che sei messo male come quelli lì, sei secco come uno del Biafra”. L’innocenza dell’infanzia, Perché succedeva davvero. Con l'inquietante beneplacito dell'Onu e di tutti gli organismi preposti alla pace nel mondo, allora ed ora, alla luce di quel che ancora succede. Con l'allegro e macabro disinteresse della cultura social e multimediale Eccoci allora. Nigeria, anni sessanta dello scorso secolo. 
Chi  può scappa, chi non, resta. E chi ha guadagnato, continua. Chi non continua, non ha mai guadagnato.  Nemmeno per mangiare. 

12 febbraio 2019

Luce d'estate ed è subito notte (Jon Kalman Stefansson)

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Il tempo passa, ci passa attraverso e per questo invecchiamo. Tra cent’anni saremo sotto terra, nient’altro che ossa e forse una vite di titanio che il dentista ci ha fissato in un dente dell’arcata superiore, perché l’otturazione tenesse”.
Una terra isolata, a suo modo sospesa tra la magia e l’oblio, la capitale Reykjavik è lontana e Sydney molto, ma molto di più, racconta l’autore. Lirismi mai ammorbanti e ritratti carveriani ma in salsa nordeuropea in un villaggio che non arriva a quattrocento anime. Ma i cuori pulsano, le anime vibrano, la gente parla.

11 gennaio 2019

Solar (Ian McEwan)


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Solar, solare, solo. Beard è un grande capo, un dominante. Passi che va forte con le donne, nel senso che se le porta a letto facilmente. Cinque fra le tante le ha sposate con conseguenti litigi, separazioni, divorzi, assegni di mantenimento. Ed ora la attuale compagna vuole un figlio. Improponibile per il nostro scienziato. Perché lui non è solo un donnaiolo scaltro ed anaffettivo. Tra colpi di genio e furti avventurosi è anche un convinto e stimato assertore delle energie eco-sostenibili, avendo fra l’altro vinto un premio Nobel. Ma non basta per rivoluzionare il mondo, figuriamoci la sua vita. Anche perché se la sua notorietà si deve a fortunati e rivoluzionari studi giovanili, la sua attuale mission è in gran parte scaturita da una sua violazione di legge.

03 gennaio 2019

La muta del serpente (Giuseppe Colangelo)

Quando il calcio non è solo delirio. Quando anche i goal della propria squadra sono clamorose autoreti. Quando la vittoria pè una sconfitta di tutti, non solo dei propri beniamini. All’arrivo della terza preoccupata lettera del suo lontano amico argentino, Domenico che oramai chiamano tutti Domingo per le sue origini sudamericane, comincia ad essere preoccupato. La compagna Radka, di origine ceche, comincia a chiedere cosa succede al suo compagno, lavoratore ma anche perditempo, calciofilo ma anche comprensivo e fedele. Quegli sguardi tristi e quell’aria mesta non la convincono. Certo, seguirlo alla scoperta delle sue antiche radici italiane in uno sperduto ed appenninico insediamento della Lucania sapeva già non sarebbe stato facile, ma c’è l’amore e la radio che sintonizza su frequenze che portano tra qualche gracidio e qualche tetra notizia, sapori ed odori del suo lontano e chiuso paese, dominato dalla intransigenza filo sovietica. 

21 novembre 2018

Oltremare (Marco Steiner)


In fondo tutti, ma proprio tutti, forse anche Federico Moccia, siamo stati un po’ Sandokan in adolescenza (ed a volte l’adolescenza dura una vita). E in questo romanzo lui non c’è, ma ci sono le sue atmosfere. E poi se compare anche Corto Maltese, beh ad uno come me che non ha mai letto fumetti “adulti” vien voglia di leggerlo. Non ho mai bazzicato nemmeno alla lontana la lunga epopea creata da Ugo Pratt e dedicata all’ombroso, ribelloide e libertario personaggio in questione. Ma la versione romanzata di una delle più famose e “mitiche” graphic novel ha il suo fascino.

16 novembre 2018

Un uomo sulla soglia (Nicole Krauss)


La memoria, questa sconosciuta. Siamo veramente sicuri di voler ricordare? Perché senza ricordo la vita appare un’altra. Non è detto che sia meglio della passata ed obliata, ma comunque dà un ‘altra possibilità. Siam della stessa consistenza dei sogni, diceva un certo Shakespeare, e quindi quando arriva la mattina, dopo un attimo, svaniamo, aggiungo io. Ma d’altronde io e William (Shakespeare) non ci siamo mai parlati e forse, alla fine, entrambi non siamo neanche esistiti, se non nei ricordi degli altri.

21 ottobre 2018

Le assaggiatrici ( Rossella Postorino)


Le assaggiatrici. In verità testano cibo per Hitler. Detto così pare un romanzo erotico, ma non lo è. Si parla di nazismo, Furher e tante altre cose. Basi interessanti ma sviluppi a volte non convincenti. La volitività e capacità femminile, la violenza maschile, le invidie fra donne. Nessuna prospettiva se non affidarsi al destino e rispettare i propri doveri. Ma esposto  in modo molto cool, già sentito, 

C’è questa Rosa che è piena di spine, emigrata da Berlino in campagna dai suoceri e quindi all’improvviso scelta per provare i cibi che il capo indiscusso del nazismo dovrà ingurgitare. Sono tutte donne. Differenti ed uguali. Si aiutano, si contestano, si invidiano. Loro non lo vedono il Capo, ma lo proteggono, sono in dieci uguali una all’altra nel compito, ma diverse come storia, passato, presente e futuro. L a protagonista ha un marito disperso in Russia, una avversione congenita ai metodi delle SS , una voglia di amore anche fisico pazzesca anche se quel mondo  di amore ne regala poco, fra bombe, attentanti e la invadente sensazione che il Capo dei capi sarà sconfitto.
Tensione, dolore, raccapriccio e anche capriccio, confusione, disperdersi e ritrovarsi. Una narrazione molto triste, dove tutti perdono eppure hanno voglia di vivere, chi di qua, chi di là, non conta, è questa tensione a vivere che ci anima e ricompensa anche quando il mondo fuori pare impazzire.
Bello a tratti con passaggi di notevole fattura, ma romanzo che non si tiene, a volte decade, a volte risorge, insomma discontinuo. Parlo di stile, ritmo e trama. La Postorino denota grandi capacità di scrittura ma assai meno talento nel confezionare una storia che sia convincente, nonostante l'intuizione di fondo. Inconciliabili  o impossibili i due o tre passaggi onirici sui sogni, impaludati alcuni snodi della trama. Da rivedere, perché sicuramente vale dieci volte Silvia Avallone, ma cade nello stesso errore della Mazzucco, troppo tanto per così troppo poco. Bello per voglia e scrittura. Però rimane una Solitudine dei numeri primi, nel senso bella l’idea, ma poi ci si perde.

12 ottobre 2018

Patria (Fernando Aramburu)

Txato non c’è più. Morto assassinato. Non voleva più pagare quelle che riteneva estorsioni ed allora i militanti dell’Eta lo hanno punito.  Bastardi terroristi li appella Bittori, sua moglie, a cui da quel giorno si è spento il mattino, desolato il pomeriggio, atterrita la notte. Ma è andata avanti. Anche grazie all’odio. Verso la famiglia della sua amica più cara, Miren, che tra i suoi tre figli ha anche
Joxe Mari, oramai in carcere e incriminato dell’omicidio. Le guerre non sono mai razionali, specie quelle fratricide e si sa si vincono o perdono. Ma poi come la mettiamo se sono due famiglie legate sin dalla nascita a darsi battaglia?