Il mondo, si sa, è pieno di sorprese e pertanto può succedere che la Sardegna, terra amatissima soprattutto per le sue coste spettacolari, abbia in realtà un suo cuore. Un vero baricentro su cui son state divulgate leggende che ovviamente non corrispondono al vero, dove non vi sono spiagge né acque limpide, insomma, non c’è il mare, ma una storia e delle storie tutte da raccontare. La Barbagia raccontata da un barbaricino allora rivela i suoi segreti. Partendo dall'abbattere i numerosi luoghi comuni con cui son stati sempre tratteggiati i nativi di questa zona dell’interno, con i tratti impervi ma anche un’umanità varia e naturalmente fiera, con le sue asserzioni ancestrali ma anche con le evidenti contraddizioni e controindicazioni reali. E di una terra orgogliosa di sé stessa, spesso lasciata sola ma fiera della sua isolata unicità, ci parla un contemporaneo e conterraneo molto capace come Marcello Fois, per un testo che, con mia sorpresa, al momento in cui scrivo è introvabile, se non su il siti tipo "Il libraccio", che appunto vende usato e fuori commercio, o Unilibro. Misteri dell'editoria per un libro che sconfessa i presunti misteri sardi, come ad esempio s'apprende che i sequestratori sono considerati scemi, malvisti ed isolati, ma non per questo tutti gli abitanti son disposti a farne i nomi a chi non li sa, rischiando la vita, tra le altre cose.
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08 settembre 2024
22 luglio 2024
Io sono il Nirvana. La storia di Kurt Cobain (Andrea Biscaro)
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Ce la farà. Si. American dream? No, disperazione.
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30 giugno 2024
Tutto sarà perfetto (Lorenzo Marone)
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04 giugno 2024
Siete stati lì (Fabio Galati, Laura Montanari)
Ebola è una malattia ma anche una entità diabolica: annienta chiunque, i soldati che vigilano, i medici che curano. E poi c’è polvere sui vestiti, scarseggiano medicinali, ma un dottore non può arrendersi, è la sua missione. “Ebola impone solitudini e disciplina, pensieri, ordine”. Una battaglia insomma, forse una guerra, chissà se ci sono vinti. O vincitori.
Nguyen Van Tanh non sa né leggere né scrivere. Nel 1969 ha visto bombe
straniere cadere sul suo Vietnam. A 78 anni sul fiume silenzioso ancora pesca
reperti e ravviva la memoria: “Si comincia a morire da lontano, quando nessuno
sente”.
A Milano, città una volta da bere ed ora un po' bevuta, invece anche durante l’EXPO ci sono i cacciatori di briciole, gli
esodati, i residui non conteggiati nelle statistiche. Dopo i quaranta anni
difficile trovar lavoro, anzi quasi impossibile: non si pagano bollette,
affitti, mutui, allora ecco la strada, i bidoni della spazzatura dove rovistare
in cerca di sostentamento, prima di annegare nella disperazione meglio attenuare i morsi della fame.
Il buon Kramer è diventato campione del mondo con la
Germania nell’edizione del 2014 dei mondiali di calcio, ma ha avuto una enorme
colpa: una gomitata forse involontaria l’ha sdraiato per terra. Mentre i suoi
compagni andavano a vincere lui perdeva conoscenza, lui, riserva acclarata in
campo per un infortunio del titolare Khedira, lui che perde l’occasione di
essere finalmente protagonista.E poi ancora, come un random senza logout, siamo nel mondo del carcere, un altro dei
condannati non ce la fa più ma non chiede la grazia, semplicemente di non
affogare in nauseabondi odori, di non dormire in celle sovraffollate, di non
scontare la pena vivendo…
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Siete stati lì
05 gennaio 2020
Il treno era in orario (Heinrich Böll)
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22 giugno 2019
Eureka street (Robert Mclian Wilson)
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“Where the streets have no name” cantavano i miei amati U2 in quegli anni lontani e vissuti che si chiamano ottanta e sono dello scorso secolo ormai. E’ passata una vita. Invece qui la via ha un nome, le certe solite facce, un po’ di vita e qualche storia. Questione irlandese, bombe ovunque ed una tensione continua fra due facce di una stessa religione, il cristianesimo, con cattolici e protestanti che ne rivendicano l’autentica interpretazione. Siamo a Belfast, coi militari che ti mettono un carro armato in faccia e che quindi siamo in onda sul canale dei poteri forti, la città è attraversata da una lotta senza quartiere, anzi no, una guerra che si combatte nelle vie, nei vicoli. E verso i trent’anni qualcosa bisogna pur fare. Che sia nulla o tutto tocca provarci a vivere. Anche verso una fase della vita dove davvero non sei vecchio ma neanche bambino, come i protagonisti.
01 maggio 2019
Codice 1982 (Luca Dalla Vecchia, Stefano Savastano)
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Roberto Pruzzo. Chi ama il calcio e la squadra della Roma lo amava. Tre volte capocannoniere. Roba da impazzire. Però stavolta non gioca, fa sul serio. E' il capo del governo e deve salvare il mondo o magari solo il suo paese. Tra fantasia e realtà. Tra attualità e futuro distopico. Tra governo attuale e passati scenari. Calcio, app, televisione e una Terra sempre più in crisi. Insomma un viaggio senza ritorno, ma con una speranza. Bisogna fare goal al futuro. E stavolta niente scudetto, ma una vita che sia più vita. Magari dove non ti pare essere controllato da localizzazione Google e ciò che si mangia non è manipolato in laboratorio. E l'IA rimane cosa dovrebbe essere, artificiale, come i fuochi dopo le feste, esplodono, illuminano, fanno gioire e poi si dileguano
13 aprile 2019
Manhattan beach (Jennifer Egan)
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terra, e navi e sommergibili per mare. E nel cielo gli aerei. Spari ,scoppi e bombe. Morti, urla, imprecazioni. Però non è solo così. Provatelo per esempio a chiedere ad Anna ed altre donne di Manhattan, stato di New York ,Stati Uniti di America. Uniti manco tanto, solo per convenienza, ma è un altro discorso. Nel 1942 si sta preparando la controffensiva per vendicare l’affronto di Pearl Harbour e vincere e poi dominare il mondo. Tutti lo sanno. Il paese vincerà Ma occorre dare un contributo.
02 aprile 2019
Sputare controvento (Marzia Musneci)
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Udite
udite è morto il grande poeta russo Majakovskij. Si, è morto. Certo, come no,proprio lui, il cantore della
rivoluzione proletaria. Un suicidio. Per amore, per che altro senno.
Non date retta alle ilazioni che sussurrano con una certa paura che
ha influito qualche solenne bocciatura del partito comunista alle sue
ultime produzioni. Chi non ci crede poi a questa versione? Niente di
meno che il regista Ėjzenštejn e lo scrittore Boris Pasternak.
Una celebrità acclarata ed una che lo sarà postuma. Un giallo di
elevate e note qualità artistiche ordunque. Dove sta la verità?
17 marzo 2019
Memorie di un giovane disturbato (Frederic Beigbeder)
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Che lui, il protagonista, vi illumini. Si chiama Marc Marronnier
23 febbraio 2019
L'ultima volta che siamo stati bambini (Fabio Bartolomei)
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morire da piccoli. Nel senso che non bisognerebbe crescere, che poi arrivano tante fregature, ci si arrugginisce a vista d’occhio, cresce la pancia, spopolano le rughe, quelle sul viso e sul collo e , lo sapete, anche quelle sul cuore. Per non parlare delle ferite dell’animo. Il mondo salvato dai bambini? Certo perché no. In fondo i grandi di danni ne hanno fatti abbastanza, credo, e continueranno imperterriti a farli.
18 febbraio 2019
La Repubblichina (Giampaolo Pansa)
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14 febbraio 2019
Metà di un sole giallo (Chimamanda Ngozi Adele)
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me nati nel 1970 e dintorni di sicuro. Si diceva “mangia di più che sei messo male come quelli lì, sei secco come uno del Biafra”. L’innocenza dell’infanzia, Perché succedeva davvero. Con l'inquietante beneplacito dell'Onu e di tutti gli organismi preposti alla pace nel mondo, allora ed ora, alla luce di quel che ancora succede. Con l'allegro e macabro disinteresse della cultura social e multimediale Eccoci allora. Nigeria, anni sessanta dello scorso secolo. Chi può scappa, chi non, resta. E chi ha guadagnato, continua. Chi non continua, non ha mai guadagnato. Nemmeno per mangiare.
12 febbraio 2019
Luce d'estate ed è subito notte (Jon Kalman Stefansson)
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Una
terra isolata, a suo modo sospesa tra la magia e l’oblio, la
capitale Reykjavik è lontana e Sydney molto, ma molto di più,
racconta l’autore. Lirismi mai
ammorbanti e ritratti carveriani ma in salsa nordeuropea in
un villaggio che non
arriva a quattrocento anime. Ma i cuori pulsano, le anime vibrano, la
gente parla.
11 gennaio 2019
Solar (Ian McEwan)
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Solar
03 gennaio 2019
La muta del serpente (Giuseppe Colangelo)
Quando il calcio non è solo delirio. Quando anche i goal della propria squadra sono clamorose autoreti. Quando la vittoria pè una sconfitta di tutti, non solo dei propri beniamini. All’arrivo
della terza preoccupata lettera del suo lontano amico argentino,
Domenico che oramai chiamano tutti Domingo per le sue origini
sudamericane, comincia ad essere preoccupato. La compagna Radka, di
origine ceche, comincia a chiedere cosa succede al suo compagno,
lavoratore ma anche perditempo, calciofilo ma anche comprensivo e
fedele. Quegli sguardi tristi e quell’aria mesta non la convincono.
Certo, seguirlo alla scoperta delle sue antiche radici italiane in
uno sperduto ed appenninico insediamento della Lucania sapeva già
non sarebbe stato facile, ma c’è l’amore e la radio che
sintonizza su frequenze che portano tra qualche gracidio e qualche
tetra notizia, sapori ed odori del suo lontano e chiuso paese,
dominato dalla intransigenza filo sovietica.
21 novembre 2018
Oltremare (Marco Steiner)
In
fondo tutti, ma proprio tutti, forse anche Federico Moccia, siamo
stati un po’ Sandokan in adolescenza (ed a volte l’adolescenza
dura una vita). E in questo romanzo lui non c’è, ma ci sono le sue
atmosfere. E poi se compare anche Corto Maltese, beh ad uno come me
che non ha mai letto fumetti “adulti” vien voglia di leggerlo.
Non ho mai bazzicato nemmeno alla lontana la lunga epopea creata da
Ugo Pratt e dedicata all’ombroso, ribelloide e libertario
personaggio in questione. Ma la versione romanzata di una delle più
famose e “mitiche” graphic novel ha il suo fascino.
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Sandokan
16 novembre 2018
Un uomo sulla soglia (Nicole Krauss)
La
memoria, questa sconosciuta. Siamo veramente sicuri di voler
ricordare? Perché senza ricordo la vita appare un’altra. Non è
detto che sia meglio della passata ed obliata, ma comunque dà un
‘altra possibilità. Siam della stessa consistenza dei sogni,
diceva un certo Shakespeare, e quindi quando arriva la mattina, dopo
un attimo, svaniamo, aggiungo io. Ma d’altronde io e William
(Shakespeare) non ci siamo mai parlati e forse, alla fine, entrambi
non siamo neanche esistiti, se non nei ricordi degli altri.
21 ottobre 2018
Le assaggiatrici ( Rossella Postorino)
Le assaggiatrici. In verità testano cibo per
Hitler. Detto così pare un romanzo erotico, ma non lo è. Si parla di nazismo,
Furher e tante altre cose. Basi interessanti ma sviluppi a volte non
convincenti. La volitività e capacità femminile, la violenza maschile, le invidie
fra donne. Nessuna prospettiva se non affidarsi al destino e rispettare i propri doveri. Ma esposto in modo molto cool, già sentito,
C’è questa Rosa che è piena di spine, emigrata
da Berlino in campagna dai suoceri e quindi all’improvviso scelta per provare i
cibi che il capo indiscusso del nazismo dovrà ingurgitare. Sono tutte donne.
Differenti ed uguali. Si aiutano, si contestano, si invidiano. Loro non lo vedono
il Capo, ma lo proteggono, sono in dieci uguali una all’altra nel compito, ma
diverse come storia, passato, presente e futuro. L a protagonista ha un marito
disperso in Russia, una avversione congenita ai metodi delle SS , una voglia di
amore anche fisico pazzesca anche se quel mondo di amore ne regala poco, fra bombe, attentanti
e la invadente sensazione che il Capo dei capi sarà sconfitto.
Tensione, dolore, raccapriccio e anche
capriccio, confusione, disperdersi e ritrovarsi. Una narrazione molto triste,
dove tutti perdono eppure hanno voglia di vivere, chi di qua, chi di là, non
conta, è questa tensione a vivere che ci anima e ricompensa anche quando il
mondo fuori pare impazzire.
Bello a tratti con passaggi di notevole fattura,
ma romanzo che non si tiene, a volte decade, a volte risorge, insomma
discontinuo. Parlo di stile, ritmo e trama. La Postorino denota grandi capacità
di scrittura ma assai meno talento nel confezionare una storia che sia
convincente, nonostante l'intuizione di fondo. Inconciliabili o impossibili i due o tre passaggi onirici sui sogni, impaludati
alcuni snodi della trama. Da rivedere, perché sicuramente vale dieci volte Silvia Avallone, ma cade nello stesso errore
della Mazzucco, troppo tanto per così troppo poco. Bello per voglia e
scrittura. Però rimane una Solitudine dei numeri primi, nel senso bella l’idea,
ma poi ci si perde.
12 ottobre 2018
Patria (Fernando Aramburu)
Txato non c’è più. Morto assassinato. Non voleva più pagare quelle che riteneva estorsioni ed allora i militanti dell’Eta lo hanno punito. Bastardi terroristi li appella Bittori, sua moglie, a cui da quel giorno si è spento il mattino, desolato il pomeriggio, atterrita la notte. Ma è andata avanti. Anche grazie all’odio. Verso la famiglia della sua amica più cara, Miren, che tra i suoi tre figli ha anche
Joxe Mari, oramai in carcere e incriminato dell’omicidio. Le guerre non sono mai razionali, specie quelle fratricide e si sa si vincono o perdono. Ma poi come la mettiamo se sono due famiglie legate sin dalla nascita a darsi battaglia?
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