Una normale, anonima gonna, in un negozio d'abbigliamento come tanti, peraltro tra gli articoli in saldo. Ma l'oggetto, che tale è, tale si sa. Né aspira ad altro. Già. Come vestito allora verrà indossato, ma con quell'atto meccanico diverrà un tutt'uno con chi lo sta usando. Con quello che ne consegue, se per puro caso ci si trova a "vivere" una situazione ai limiti del sopportabile. La violenza di per sé non trova mai una completa giustificazione, quando diventa fine a sé stessa o finalizzata ad sfamare i propri crudeli demoni interiori, ebbene non è solo un crimine, ma un abominio. La gonna sarà testimone di una violenza efferata a sfondo sessuale senza ritorno. Ma il nostro indumento è come un neonato o meglio un bimbo che inizia a parlare. Ha molti perché, non dice mai di no, non esprime giudizi netti, perlomeno la sua sete di vita alimenta il conoscere, non il sapere. D'altronde appunto, il mondo è umano, non un oggetto, ed i nomi sono solo umani, questo pone un limite invalicabile, anche se ci possono essere legami, empatie, sentimenti . "Di me sono state dette tante altre cose: che sono eccessiva, difficile da portare, non elastica, pretenziosa, svasata. Come volete. Nessuna di queste mi ha ferita tanto come il fatto di sentirmi dire che ero fredda". Perché lei, la gonna, è calda, ha il fuoco vitale. E non solo.
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22 settembre 2024
Trofeo (Emanuela Cocco)
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Trofeo
29 agosto 2018
La morte della Pizia (Friedrich Durrenmatt)
"La verità esiste in quanto tale solo se non la si tormenta".
Oggi
parleremo di Edipo. Non del complesso, oramai sviscerato da più parti, ma di un
ragazzo segnato sin da giovane per commettere atti impuri. Il suo carnefice è
una sacerdotessa che è nota per vedere il futuro, anche se è talmente vecchia e
stanca che nemmeno pensa al passato, ma a come possa terminare il suo presente.
Si chiama Pizia e per decenni è stata un punto di riferimento per gente comune
ed anche abili politicanti come Tiresia. Sta lentamente morendo. E certo che la
vicenda che ha sconvolto la vita di Tebe e gli scenari di potere la vede come
innegabile protagonista. Volendo fare un atroce scherzo in realtà ha provocato
una lunga reazione a catena che ha seminato morte e rancore.
Un
racconto lungo di quelli che lasciano il segno. Niente divagazioni niente
pause, una corsa contro il tempo. E Durrenmatt mostra le sue innegabile doti di
narratore puro, con una scrittura lucida ed aggressiva seppur giocoforza legata
ai suoi tempi coevi, ma intensamente moderna ed efficace. Un sarcasmo corrosivo,
più che ironico, cinico. Un pattern decisamente
a struttura centripeta, sempre di più ci si inabissa delle miserie umane e si arriva al nucleo, dove una volta ancora il fallace desiderio umano di se non predire il futuro
almeno di incamminare gli eventi verso una direzione, si rivela impossibile. La verità, questa sconosciuta. Inafferrabile come il tempo, per gli esseri umani rimarrà sempre e solo una chimera.
09 settembre 2014
Colazione da Tiffany (Truman Capote)
La bellezza non è tutto.
Ma molto, specie
finché dura. Perché spesso passa e poi son guai perché il mondo era e rimane
bruttino, per certi difetti cromosomici e per la nostra eterna insoddisfatta
soddisfazione. Paul ricorda, con una bizzarra foto tra le mani. E non si
capacita. Di come la bellezza possa anche non bastare, anzi, può arrivare a
tradire. E ci racconta secondo la sua ottica l'incontro e l'amicizia con Holly,
un episodio che ha sicuramente segnato la sua vita e quella di altri. Anche se
la donna, dopo diverse peripezie, è sparita, come sospira pensieroso il barista
che fa compagnia a Paul e che era ferocemente innamorato di lei. Succede, talvolta. Anzi, troppo spesso
17 luglio 2014
Il signor Bovary (Paolo Zardi)
Pensava che l’abbandono repentino dell’abbraccio della partner fosse per l’orgasmo. Invece la sua amante gli è morta mentre consumavano un rapporto focoso come sempre. Ora cerca di fuggire da quella anonima casa popolare dove ha messo in atto l’ennesima trasgressione della sua vita parallela. Non bastavano i giochi erotici, gli appuntamenti bislacchi, gli improvvisi e pericolosi slanci di passione. Ha voluto provare a prenderla nel appartamento di lei, con la paura di un repentino rientro del marito. Ora bisogna fuggire, non lasciare tracce, ci mancava solo lo sperma sulle coperte e il conato di vomito che non ha saputo respingere. Ora bisogna stare calmi. Il ricco ed affermato funzionario di banca, con una famiglia modello, si è lasciato trascinare nel turbine della perdizione assoluta, costruendo un rapporto borderline con quella addetta alle pulizie apparentemente pudica, se scoprono tutto saranno guai.
Una ordinaria storia di completa dissoluzione, raccontata con grande piglio e crudele essenzialità, senza indugi di sorta, tratteggiando la vita trionfante di un esperto di finanza senza scrupoli che cerca il brivido del superare ogni limite, sessualmente parlando, fuori dalle mura di casa, con un rapporto clandestino. Ma si sa che l’imprevisto regna
sovrano e non siamo mai in grado di affrontarlo, questo pare insegnare. E allora fuggiamo, ma siamo senza scampo. Particolarmente curato (tanto da suggerire alcuni riecheggiamenti del Giuseppe Pontiggia più ispirato), questo racconto lungo, nei suoi rimandi letterari, offre interessanti spunti di lettura valorizzando una storia ed un intreccio tutto sommato banali e esplicitando rimandi che non possono far pensare. Pensate ad una Bovary al maschile, cosa potrebbe combinare, se e come ne saprebbe uscire una volta entrato nel lato oscuro della passione.
28 aprile 2014
Nessuno scrive al colonnello (Gabriel Garcia Marquez)
Un racconto breve. Scarno. Lineare.
Un remoto gioiello del colombiano Marquez, scritto nel 1957, considerata "la prova più riuscita ed equilibrata, più completa ed esatta del primo periodo dell'attività letteraria".
Una mirabile e perfetta costruzione narrativa, solida come roccia, densa come i profumi e gli odori che solo una terra secolarmente impregnata di magia può sprigionare.
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