05 novembre 2024

Lothar (Fabrizio Fondi)

A Marsiglia potrebbe essere una sera come tante ma non lo è. Siamo allo Stade Velodrome e tutto  è pronto. Fra pochi minuti saliranno sul palco i Katartica, dopo un lungo ed obbligatorio silenzio che li aveva visti interrompere un tour sino allora trionfale. Uno dopo l’altro sono già ai blocchi di partenza il  funzionale bassista Bruno, il magico e genialoide chitarrista Bebo e il dirompente e gigantesco batterista Larry. Fra poco sul palco salirà lui, il cantante, l’urlo salirà altissimo, anche perché lo stop imprevisto e di molti mesi è dovuto proprio al suo terribile incidente, in cui ha rischiato la vita ed ha dovuto sottoporsi a mesi di cure ed interventi chirurgici. Lothar è dietro il palco, sul primo scalino per salire, ma esita. Sarà come sempre, è rimasto lo stesso? Oppure qualcosa è cambiato, qualcosa di irrimediabile e senza ritorno?  Perché è come ci sia una scissione tra Lothar e il cantante  l’uomo, anzi il cresciuto ragazzo, che lo impersona. Vito l’instancabile manager della band, osserva prima preoccupato, poi furente, è disposto a tutto perché quell’essere che ha creato lui, come dice e crede, non faccia una ragazzata. Ci sono in gioco il futuro suo e del gruppo, parliamo di milioni, mica noccioline . Deve intervenire, deve spingerlo, non si può più aspettare dopo giorni tremendi, mille paure, centinaia di accorgimenti e forse in fondo pure qualche preghiera, anche da non credente. La gente fuori ormai è al massimo, tutta l’adrenalina possibile impregna l’aria… 

Se  chiami Lothar su Wikipedia escono tra gli altri un eroe della saga di Warcraft (vidoegioco, fumetto, romanzo eccetera), un imperatore carolingio ed il mitico assistente e poi stretto collaboratore di Mandrake, eroe dei fumetti della generazione di mio padre poi assurto a figura nell’immaginario popolare. Sarebbe stato quasi un segno del destino se invece comparisse il nome di un chimico. Si sa una volta i chimici erano detti alchimisti se non addirittura maghi o inviati del demonio. Perché si in questo thriller, ricco di colpi di scena e con personaggi ben delineati, c’è un demone che accomuna tutti, nel bene o nel male, quello del successo, come recita il sottotitolo del testo. Tra essere ad avere in genere vince il secondo, ma se poi entrano in gioco i sentimenti, i legami, allora si complica dannatamente tutto. Ambientato nel mondo dello spettacolo, in primis nella musica, un romanzo ben congeniato, privo di smagliature o rughe, che finalmente racconta ed intona le note classiche che suonano come thriller ma senza abusare di stereotipi d’oltreconfine, dove il genere è esploso e pare avere una storia ben più solida e duratura senza rifugiarsi nell’eccessiva caratterizzazione regionalistica dei protagonisti, come spesso accade specie nei prodotti nostrani, per darsi un tono che spesso alla fine sembra una litania ripetitiva e stantia. Che sia ambientato nel showbiz non inficia il messaggio finale, quello di denudare le sporche vesti dell'arrivismo, più che mai imperante oggi,  a scapito di etiche e morali che parevano consolidate. Auguro buon viaggio a questo romanzo, visto che è uscito da relativamente poco al momento in cui scrivo e l'ho letto dopo aver assistito alla sua presentazione.





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