A Marsiglia potrebbe essere una sera come tante ma non lo è. Siamo allo Stade Velodrome e tutto è pronto. Fra pochi minuti saliranno sul palco i Katartica, dopo un lungo ed obbligatorio silenzio che li aveva visti interrompere un tour sino allora trionfale. Uno dopo l’altro sono già ai blocchi di partenza il funzionale bassista Bruno, il magico e genialoide chitarrista Bebo e il dirompente e gigantesco batterista Larry. Fra poco sul palco salirà lui, il cantante, l’urlo salirà altissimo, anche perché lo stop imprevisto e di molti mesi è dovuto proprio al suo terribile incidente, in cui ha rischiato la vita ed ha dovuto sottoporsi a mesi di cure ed interventi chirurgici. Lothar è dietro il palco, sul primo scalino per salire, ma esita. Sarà come sempre, è rimasto lo stesso? Oppure qualcosa è cambiato, qualcosa di irrimediabile e senza ritorno? Perché è come ci sia una scissione tra Lothar e il cantante e l’uomo, anzi il cresciuto ragazzo, che lo impersona. Vito l’instancabile manager della band, osserva prima preoccupato, poi furente, è disposto a tutto perché quell’essere che ha creato lui, come dice e crede, non faccia una ragazzata. Ci sono in gioco il futuro suo e del gruppo, parliamo di milioni, mica noccioline . Deve intervenire, deve spingerlo, non si può più aspettare dopo giorni tremendi, mille paure, centinaia di accorgimenti e forse in fondo pure qualche preghiera, anche da non credente. La gente fuori ormai è al massimo, tutta l’adrenalina possibile impregna l’aria…