03 novembre 2024

Quando il ponte si spezza (Greta Cerreti)

Ragazzo mio, non abbatterti. Sai quanti Riccardo ci sono ora, in questo momento. E quanti ce ne sono stati e quanti ne verranno. Presi da mille distrazioni eppure così concentrati a individuare ed occupare un posto al mondo, piccolo o grande che sia. Perché a 16 anni è così. Che tu sia
boomer o generazione Z, l'adolescenza è sempre quella. Magmatica, attraente e repellente, uguale e diversa, insomma è "quella età" che poi sarà la madre e il padre di quelle a venire. Nel ben e nel male. Perché sapete Riccardo sta tanto male, adesso. Sapete come vanno 'ste cose. Ha intuito e poi appurato che è omosessuale. Chissà cosa dirà la madre, perchè è toccato proprio a lui non essere "normale". Ora come ora si direbbe forse "va bene, che sarà mai", ma  a inizio anni novanta, vuoi anche per la spettacolarizzazione del terribile aids, l'attrazione per il proprio stesso sesso era considerata ancora una malattia. Ma i tempi cambiano, le convinzioni e convenzioni mediche anche. E meno male.
L'ossatura sta nell'apartheid medico verso chi è attratto da persone del proprio sesso,sconfessato da un'accurata analisi che elimina una diversità o comunque non la ritiene più passibile di essere inserita nel manuale diagnostico delle malattie mentali. Ma il nostro ragazzo non lo sa.
Ora la madre di lui, in pieno stato di confusione, ha ritenuto opportuno mandarlo dallo psicologo, che guarda caso è un rampante assistente universitario che la ha appena per così dire sbeffeggiata  nel corso di un esame, importante per la donna. Dopo un matrimonio fallito e le difficoltà di crescere un figlio, ha deciso di laurearsi, ma i mali dentro non sempre vengono curati solo da un approccio teorico. Il ragazzo, già segnato dalla separazione dei genitori, frastornato dalle sue pulsioni sessuali inequivocabili ritenute fino allora malate. E Riccardo prova, medita rivolgimenti, stravolgimenti, rivoluzioni che non cambiano niente, se non cambia lui ed il suo approccio alla vita. E non sempre si vince questa partita.  Spesso si pareggia e talvolta, inesorabilmente, si perde. Con ciò che ne consegue: chissà se ce la farà. Personaggi non di cartapesta, ma narratologicamente parlando "tipi" (l'arrivista, il raccomandato, la donna sull'orlo di una crisi di nervi, in cerca di rivincite) funzionali ad un testo che non banalizza ma narrativizza una serie di temi tutt'altro che scontati. Il plot è efficace, incentrato sui travagli di un animo ancora troppo in formazione per non restare piegato se non spezzato di fronte alla vita. Ma non è solo questo. I temi denunciati diversi e di diversi contesti (dallo yuppismo cavalcante e poi azzoppato  fien de siecele, alla deflagrazione delle famiglie tradizionali, alle nevrosi contemporanee ai vagiti di una nuova consapevolezza dell'omosessualità), ritmo regolare ma sostenuto, un classico 4/4 senza cedimenti, se pensiamo alla musica. Molti anni Novanta insomma, non solo per i richiami ai mondiali di calcio italiani, volgarizzati adesso e resi immortali da  serial come  sugli 883 ma in realtà sotto la superficie linda pieni di turbe e sommovimenti, logico reflusso del cosiddetto secolo breve, post ideologico con grandi albe consumate in immensi e annichilenti tramonti. 

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