Egoista.
Egocentrico. Egotico. Un buono che però, volente o nolente , dispensa male,
delusione, tristezza, affaticamento e delusione sentimentale. Alessandro
Manzoni, Alias i Promessi Sposi alias colui il quale viene considerato il
fondatore della lingua italiana moderna con la graziosa collaborazione di un
centinaio di persone ignare, nonché il nostro romanziere di punta a detta della
critica officiante ed imperante, da alcuni in assoluto, da altri, meno
avventati ed onesti, solo dell'ottocento.
Non so per quanti rappresenti una sorta di incubo, di rigurgito velenoso di
lettura imposta, quantomeno a suo tempo (ah gioventù "che di beltà
splendevi") noiosa e degna solo della rivisitazione sbeffeggiante in serie
televisiva fatta dal famoso Trio. ovvero Solenghi-Marchesini -Lopez. Va da se
che io ancora non l'ho digerito. Ma certo "I promessi sposi" sono un
crocevia obbligatorio per tutti quanti noi hanno intrapreso gli studi
superiori. E Manzoni, l'autore, oltre che come il più importante romanziere
italiano di ogni tempo, ci viene presentato come uomo di nobile animo, di
fervidi interessi umanitari e sociali, capace di benevole e paternalistiche
iniziative nonché di benefici e cristianeggianti meritorie elemosine materiali
e spirituali, dedito alla famiglia ma assunto dall'arte, sapendo ben amalgamare
due attività così distanti e dissimili, pieno di ammirevoli ideali ed
entusiasmanti slanci patriottici.
Non è così, almeno così è, se vi pare.