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terra, e navi e sommergibili per mare. E nel cielo gli aerei. Spari ,scoppi e bombe. Morti, urla, imprecazioni. Però non è solo così. Provatelo per esempio a chiedere ad Anna ed altre donne di Manhattan, stato di New York ,Stati Uniti di America. Uniti manco tanto, solo per convenienza, ma è un altro discorso. Nel 1942 si sta preparando la controffensiva per vendicare l’affronto di Pearl Harbour e vincere e poi dominare il mondo. Tutti lo sanno. Il paese vincerà Ma occorre dare un contributo.
Si
dice che le donne sanno fare tutto, più degli uomini comunque.
Tradizioni popolari e va bene. Certo che una bella ragazza nel pieno
di una guerra che decide di fare il palombaro per costruire navi da
guerra o riparare quelle danneggiate fa comunque scalpore. Ora come
allora. Una
New York già da allora tentacolare e padronale, dove gli affaristi
si ingrassano e sindacati assai in odore di mafia gestiscono il lavoro
al porto e decine di altre cose legali ed illegali, mentre lo Stato
chiude un occhio e cerca alleanze, tutto impegnato a reclutare
braccia per la fanteria oppure per costruire armi e mezzi e
pianificare la futura invasione del m9ndo occidentale in nome della
libertà dal nazi fascismo, dai giapponesi e dai russi. Piccola ma
determinata Anna vive la sua vita e fa la sue scelte, anche se non
convenzionali, come cercare il padre scomparso, concupire qualche
uomo ma in particolare l’affascinante e potente Dexter (sì, forse magai nomen omen, del famoso protagonista della serie tv), e vive.
Bellissima e a volte fragile, con le sue emotività mobili e fugaci,
i suoi sentimentalismi, la madre rompiballe o forse no, e la sua
caparbia determinazione. Lavora infatti ai cantieri navali, avendone
avuto la possibilità. E ha deciso. Non è un’operaia, ci
mancherebbe. Lei vuol fare il palombaro. Maschi permettendo. O
meglio, sconfiggendo l’archetipica diffidenza e stolta superbia
maschile. E perché mai una piacente e giovane ragazza vuole
indossare lo scafandro e fare il proprio lavoro sfidando la orrida e
sordida arroganza di quel mondo puerilmente maschio? Guardate il
mare, ascoltate la vita di Anna e forse ci sarà una spiegazione.
Romanzo
completo, di quelli che affrontano tanti temi, a scapito magari della
trama, ma non si sfilacciano, anzi sono solidi. Si va dal rapporto
genitori – figli alla guerra , si racconta sulle connivenze stato
mafia e soprattutto sulla emancipazione femminile, tra abbandoni,
mari, reticenti alla leva e giovani ed intelligenti pre-yuppie o
proto-femministe. Con un pizzico di western modalità gangster che in
quegli anni imperversava. Bel romanzo vitale, interessante
storicamente, ma non vivido e livido come Il tempo è un bastardo,
della medesima autrice che a suo tempo mi fece innamorare di temi e a
stile. Spiazzante, in questo senso. In narrativa mai fidarsi delle aspettative, bisogna cercare ed incontrare una storia che ci piace come è raccontata, non aspettarla a vita, memento mori.
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