Scoprire the bright side of the moon di Bukowski tramite un amicizia virtuale che poi tale non era. Letto comodamente seduto, su un treno a binario fisso, andata e ritorno come se fosse un lavoro ed invece è amor paterno. E lo scrittore americano lo trovi come non te lo fanno leggere mai, non quello tutto birra e rutti oppure semplicemente solo senza peli sulla lingua, pluricitato sul web anche se magari la frase postata non è la sua ma che importa, il marchio, il brand, fa il contenuto e Bukowski per questo ce lo vendono e per questo lo comprano. Nel resoconto autobiografico di parte di una sua compagna, musa a lungo sospirata dall' alcolico scrittore statunitense, emerge il quadro di un uomo con mille difetti ma anche pregi, preda di paure comuni e molto fragile, troppo fragile, da somigliare persino, nella sua cupa, cieca sofferenza, all'urlo di munchiana memoria espresso non con un'immagine, ma con scritti, vari ed eventuali, specchio di uno strazio e di una differenza, di non accettare ma comunque subire le leggi innate del mondo, che quelle davvero chissà chi le ha scritte.