Come un romanzo, ma tutto vero. Amori di piombo.
Perché si si amavano.
Non sono
impazzito, lo giuro. Non almeno nello scrivere questo pezzo. Perché esordire
con un titolo romantico per parlare di un libro che narra degli snodi cruciali
della veloce e feroce vita di Valerio Fioravanti, può sembrare se non blasfemo
quantomeno inopportuno. Perché lui assieme alla sua compagna Francesca Mambro
furono fra i più violenti terroristi neri di fine anni settanta ed furono i
leader indiscussi della formazione eversiva denominata NAR, Nuclei Armati
Rivoluzionari
Però si amavano. Come chiunque di voi, di noi, di altri. Non immediatamente, la
passione istantanea calda e libidinosa, l'attimo fuggente, il colpo di fulmine
e poi. Ma nel tempo, crimine dopo crimine. Come disse Freud, nel suo bel saggio
"Il disagio della civiltà", le due pulsioni essenziali che animano
l'essere umano sono Eros e Thanatos, amore e morte. E l'amore che fu e che è
tutt'ora fra i due può essere una lucida e limpida testimonianza della
asserzione del padre della psicologia. Si sono innamorati uccidendo a caso,
spezzando vite innocenti.