24 settembre 2013

I fiori blu (Raymond Queneau)

Situazioni surreali. Ironia intelligente e corrosiva. Trovate spiazzanti.
Il male di vivere senza sogni secondo Raymond Queneau, l'eclettico scrittore francese che dagli anni Sessanta in poi ha regalato al pubblico brillanti ed originali narrazioni dove la sua abilità innata nel giocare semanticamente e morfologicamente con le parole lo ha ha fatto diventare un'insuperabile maestro.
Oltre questo "I fiori blu", uscito nel 1965 e tradotto in Italia da Italo Calvino, con cui nacque una solida stima reciproca, è forse l'opera meno giocos ae più amara rispetto ad altre produzione come Zazié nel metro e Icaro involato. Qui c'è sempre giocosità, ma il gioco a volte si fa duro, anche senza mai perdere quella gioiosa e lineare leggerezza nell'affrontare temi sociali.

21 settembre 2013

Molto forte, incredibilmente vicino (Jonathan Safran Foer)

11 settembre 2001. Televisioni accese, torri che crollano. E che torri. Quelle gemelle, a New York, il centro del mondo anche se un poco troppo a nord. Il piccolo Oskar non potrà dimenticare, anni dopo. Suo padre era lì dentro e lì è rimasto. Non tornerà più. Se non come ricordo, suggerimento o presente assenza. Anche se la madre fa del tutto, non basta, ci mancherebbe. Un figlio ha biosgno del padre. O perlomeno ha bisogno di saperlo che c'è, anche per contrastarlo. A volte onirico e spiazzante, forse con eccessiva irruenza e poca sagacia, un racconto perimetrale ad dramma che ncora oggi rimane nella memoria collettiva. Il racconto di Jonathan Safran Foer su una vicenda ancora dentro i nostri occhi. E con molto altro di contorno.

18 settembre 2013

La città dei ladri (David Benioff)

Ci sono mille modi di raccontare la guerra e la bestialità degli uomini. Perché la condanna è una, ma può avere mille sfumature. Con ritmo, brio e disincanto, David Benioff (pseudonimo di David Friedman, scrittore e sceneggiatore statunitense del '70) ci racconta l'efferato assedio nazista di Stalingrado come non era mai stato fatto prima. Per avere un paragone, basti ricordare la fiabesca narrazione dell'Olocausto fatta da Benigni con "La vita è bella". Così, per indignarsi con il sorriso, consiglio vivamente "La città dei ladri".
Avanti allora, facciamoci guidare da Lev e Kolja in questo viaggio strampalato, crudele eppure magico.