Il mio primo Izzo. Il mio primo ma decisamente convincente. Il mare. Con suoi affascinanti misteri, i suoi moti
rabbiosi, i suoi placidi silenzi. Marsiglia, con la sua natura poliglotta e
marina. E tre uomini. Tre marinai. Costretti all’esilio forzato dal loro
ambiente naturale e per ciò dediti a ripescare dal loro passato quello che non
è andato, quello che poteva andare meglio, quello che non potrà più succedere. L’irreprensibile
capitano Abdul. Il riflessivo e
scontroso vice Diamantis. E il volatile e pieno di vita Nadim .
Diamantis sta decidendo se cedere
alle avances di Mariette. Lui, navigato uomo di mare, sta inchiodato a terra,
nel porto di Marsiglia, in quanto l’armatore della nave ha guai giudiziari
abbastanza seri e finché non si sbloccano, l’imbarcazione non si muove. Non
bastasse, ripensa alla sua vita amorosa, a quel lontano amore marsigliese di
nome Amina che ancora lo ossessiona. La bella, incantevole Amina, che abbandonò
per la navigazione L’equipaggio ormai è
ridotto a sole tre persone, gli altri hanno preferito farsi liquidare e
andarsene. Abdul, il capitano, perso nell’amare i viaggi marittimi, è stato
mollato dalla adorata moglie ed è ad un bivio o forse lo ha già superato e deve
rassegnarsi a vivere da solo senza avere più ormai un sicuro e incostante
approdo a terra,perché la sua famiglia non può continuarlo a pensarlo così
lontano. Lotta contro sé stesso, beve di continuo e stritola rimpianti, soffoca
rimorsi e piano piano si addentra nei meandri oscuri dell’ossessione. Nadim
invece è ancora giovane, ingenuo e sbadato, si è fatto fregare soldi e
passaporto da due donne, una giovane e irresistibile, l'arrapante marocchina Lalla e l’altra matura, secca e
invincibile che per qualche misterioso modo è legata al suo vicecomandante
greco.
Ci sono narratori che hanno un
talento dirompente e indomabile. Leggere Marinai
perduti ci mostra uno di quelli che ne hanno da vendere. La connotazione di
Izzo è saper raccontare, senza avere remore, in questo caso la storia di tre
uomini a loro modo diversi ed uguali, pieni di forza e di debolezze, sempre sul
punto di naufragare anche se ormai pronti sempre ad indirizzare la rotta e
navigare con la propria barca tra le onde della vita. Una scrittura che nella
traduzione appare curata e perfetta, molto letteraria e compatta, dove ogni lessema pare essere
stato scolpito con abile sagacia di scultore della narrazione. Niente sembra
fuori posto, nel dramma di esistenze molto tempestate, non c’è spazio per
l’orpello, ma nulla è ridotto al mero essenziale. Di contorno la “solita”
Marsiglia di Izzo, uno strano melting polt di culture, variegata umanità,
amori, passioni, violenza, odio.
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