Bruciano stilemi e convenzioni,
connvizioni sociali. Fuoco, fiamme e lampi di genio fino a sfiorare gli abissi
della pazzia più folle, barlumi di amori sospirati ma mai abbracciati,
scintille di speranza, roghi di illusioni. Ma poi anche fumo che soffoca,
cenere, caos. E vento. Dispersione, disillusione, disincanto, frana, rovina.
Frantumi, macerie e nessuna ricomposizione possibile di un magico e fragile
puzzle esistenziale.
Non c'è pace ma molta guerra
interiore nelle anime turbolente e illividite che vivono nel santuario presso
la collina, dove un prete visionario e quasi ferocemente religioso accudisce
con poca grazia, assieme a sgraziate suore, orfani senza nome né madre,
orfanotrofio più o meno regolare.