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29 luglio 2014

I traditori (Giancarlo De Cataldo)


Già. Il Risorgimento. Ovvero quella che dovrebbe essere la radice comune da cui è nata la nostra malmessa e malmenata nazione. Ma dopo 150 anni ci si accorge che non è così. Colpa del momento, colpa di spinte autonomiste di alcune regioni, colpa di tutto e forse di poco. Quindi non si tratta di revisionismo fine a sé stesso, indirizzato politicamente e nutrito magari da un'ideologia malsana. Si tratta di prendere atto che l'epoca risorgimentale, turbolenta ed eroica anche per il sacrificio di diversi martiri, non è stata per così dire una redenzione voluta da un intero popolo, ma un'immensa e talvolta soverchiante, travolgente spinta voluta ed organizzata da pochi e che in molti hanno subito, o comunque non accettato. E quel legittimo, strisciante sospetto che ci sia stato a capo di tutto una "lunga mano", che aveva deciso per tutti in base alle proprie più o meno lungimiranti convenienze, un disegno strategico di pochi a beneficio personale e non collettivo.

04 giugno 2014

Romanzo criminale (Giancarlo De Cataldo)


Magari fosse solo fiction, invece è realtà ben narrata. Eccola qui Roma. Non quella del Colosseo, di Piazza san Pietro, di Trastevere. Qui c'è Roma dell'immaginario fantapolitico che putroppo si immagina bene, Roma padrona e ladrona, Roma capitale del meccanismo imperfetto e perverso che ha figliato questa Italia povera e confusa del 2000. "Quanto sei bbella, stamattina". E già, Roma capoccia del mondo infame, come cantava un Venditti che ormai non c'è più. Come ormai non c'è (quasi) più l'enigma della banda dellla Magliana, quattro "tossichelli" coatti che diventano padroni della Capitale. Roba davvero da romanzo, questo "Scarface" de noantri molto ben fatto.