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12 novembre 2015

Io non ho paura (Niccolò Ammaniti)

Un piccolo sobborgo di campagna,sperduto e ramingo quanto basta, fine anni settanta che furono, 1978 per la precisione. Michele come tutti ragazzini è vivace, curioso, inquieto. Ma una mamma molto buona e tenera e poco male se il padre è un po’ burbero, deve lavorare, mantenere la famiglia. Quadro quantomeno stereotipato. Tipico maschio e tipica femmina modello feuilleton, gadget da narrativa di consumo che impiastra carta e ottenebra la mente. Neanche una parodia del neorealismo post-guerra italiano poteva riuscire ad offrire quello che invece racconta un tale, famosissimo e straletto romanzo. ma andiamo per ordine, per analizzare quello che è un bivacco sonnolento dei più usurati topoi narratologici .