Un piccolo sobborgo di
campagna,sperduto e ramingo quanto basta, fine anni settanta che furono, 1978
per la precisione. Michele come tutti ragazzini è vivace, curioso, inquieto. Ma
una mamma molto buona e tenera e poco male se il padre è un po’ burbero, deve
lavorare, mantenere la famiglia. Quadro quantomeno stereotipato. Tipico maschio
e tipica femmina modello feuilleton, gadget da narrativa di consumo che
impiastra carta e ottenebra la mente. Neanche una parodia del neorealismo
post-guerra italiano poteva riuscire ad offrire quello che invece racconta un
tale, famosissimo e straletto romanzo. ma andiamo per ordine, per analizzare
quello che è un bivacco sonnolento dei più usurati topoi narratologici .