Leone è morto, non
giocherà più. E dire che a detta di molti poteva pure farcela, sfondare nel
mondo del calcio, riscattare la sua vita e per indotto quella dei suoi tifosi,
per finalmente abbandonare per sempre quei posti cementificati dove vive,
disumani, annichiliti dal progresso che progredisce in qualche altra parte del
mondo perché lì pare di essere rimasti al Medio Evo, peggio anzi, quantomeno
siamo al Giurassico della società civile.
Il professore Lucertola, dalla filosofia realista e malinconica, non può darsi
pace per questa subitanea e dolorosa morte. Anche poi pensando alla ragazza di
Leone, la bella Lucia. Come d'altronde l'anziano professore, pure non si dà
pace il giovane e scalciante Lupetto, che mirava e rimirava le arti calcistiche
del morto a fucilate e sognava per lui, quasi che fosse una preghiera. Magari
in fondo la rivolgeva a sé stesso, ma vabbé, è piccolo, crescerà.