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05 agosto 2015

Comici spaventati guerrieri (Stefano Benni)


Leone è morto, non giocherà più. E dire che a detta di molti poteva pure farcela, sfondare nel mondo del calcio, riscattare la sua vita e per indotto quella dei suoi tifosi, per finalmente abbandonare per sempre quei posti cementificati dove vive, disumani, annichiliti dal progresso che progredisce in qualche altra parte del mondo perché lì pare di essere rimasti al Medio Evo, peggio anzi, quantomeno siamo al Giurassico della società civile.

Il professore Lucertola, dalla filosofia realista e malinconica, non può darsi pace per questa subitanea e dolorosa morte. Anche poi pensando alla ragazza di Leone, la bella Lucia. Come d'altronde l'anziano professore, pure non si dà pace il giovane e scalciante Lupetto, che mirava e rimirava le arti calcistiche del morto a fucilate e sognava per lui, quasi che fosse una preghiera. Magari in fondo la rivolgeva a sé stesso, ma vabbé, è piccolo, crescerà.

10 giugno 2014

Saltempo (Stefano Benni)

Il futuro c'est moi. Ma conviene poi?
Leggere il futuro, a ben pensarci, non è un premio, ma una condanna.
Guardare un tipo negli occhi e sapere con precisione quale fine farà, come da bravo e completo essere assolverà il suo compito da umano . Ed il tempo passa, inesorabile.
Oppure capire che chi ami in quel momento prima o poi se ne andrà, sbattendo la porta.
Ti rovini la sorpresa. il rumore di una porta che sbatte fa spazio nel cuore per un'altra stanza.
Non deve essere eccitante. Assolutamente. Meglio tenersi il presente e se capita ricordare che il passato, nel bene e nel male, è passato.


17 maggio 2014

Di tutte le ricchezze (Stefano Benni)


E va bene, facciamo così, facciamoci del male. Martin è vecchio, anzi anziano. Vive da mezzo misantropo in un bosco quasi fatato, anzi, spiritato , dove gli animali parlano e danno saggi consigli. Ma la sua vita raminga e solitaria è sostenuta dal'orgoglio di quello che ha sbagliato tanto e spesso, lo sa ed allora si diverte a vedere gli altri sbagliare. In ogni caso il suo agonizzante disincanto è come rigenerante, anche se non sa cucinare è sempre sazio di ricordi e non vive di impossibili o passibili futuri, con filosofia, una certa acidità rancida e consueta.Verseggia in ogni dove, è un artistoide, Dio ce ne scampi e liberi di questi intellettuali alla ricerca dell'intelletto perduto. Peraltro è esempio della peggiore e fetida razza di tale genia, quella dei professori universitari in pensione con al fissa per un poeta estinto e maledetto del luogo, tal Catena, morto perlomeno male, con una vita un po' alla Dino Campana come tipo, anzi, pare proprio Dino anche se i suoi fasti, si fa per dire, furono in epoche lontane, a quanto pare. 


16 luglio 2013

Baol (Stefano Benni)

Io, la magia e Baol
Non si può spiegare il baol , e soprattutto non si può spiegare perché non si può spiegare”(S. Benni, “Baol”). Abbasso i regimi. Abbasso le ingiustizie. Abbiamo un’idea, abbiamo una forza, abbiamo la nostra fantasia. Abbiamo Baol.  Grazie al cielo o chi per esso.  Avanti mago.  La tua magia ci può ridare la voglia, ci può restituire se non quello che ci è stato tolto, quello che non ci é stato dato, quello che continuiamo ad aspettare quando fuori piove, oppure c’è bel tempo, tutto quello che dobbiamo avere e non ce lo vogliono dare. Avanti Baol. Oggi ci siamo svegliati stanchi delle strade troppo strette e diritte, ci siamo svegliati annoiati dai frammenti di souvenir, vogliamo volare sulle ali di solidi, effervescenti sogni di rock’nroll. Con buona pace delle citazioni di Ligabue, noi vogliamo “suonare” il mondo, farlo ballare. E poi ovviamente, blues. Perché non sei tu che cerchi il blues ma è il blues che trova te. La vera storia del mio amore per questo libro.