06 novembre 2014

Lettera a Berlino (Ian Mc Ewan)

Succede. Come in alcune storie d'amore, come nella vita in generale. Per molto tempo eludi di leggere un autore, ma sai che prima o poi lo farai. Perché ne parlano bene. Perché ti intriga. Perché potresti scoprire un altro maestro di penna che accompagni le tue giornate grigie o solari, che ti titilli il cervello o semplicemente la fantasia, che ti faccia amare, sorridere, sognare.

Poi invece come una pugnalata alla schiena l'incommensurabile, triste, goffa delusione. Un po' di amaro in bocca. Un'occasione sprecata.


05 novembre 2014

XY (Sandro Veronesi)

Scenario bucolico, quasi da cartolina, di quelle di nicchia, provinciali ed in bianco e nero che significano magari l'Italia che non c'è più e che forse mai c'è stata, ma ce l'hanno fatta solo immaginare. Siamo dunque in un ordinario paese montanaro di un Italia che sopravvive alla storia. Si chiama Borgo San Giuda e già il nome è un programma, visto che il nome del santo è uno di quelli quantomeno scomodi, visto che è uguale al massimo traditore del figlio di Dio.
I nomi non fanno il destino, magari non sempre.
Un cavallo sconsolato torna sul sentiero innevato senza il carico di passeggeri. Deve essere successo qualcosa. Probabilmente non di piacevole. L'inquietante ombra di una tragedia che con molta probabilità si sta abbattendo su San Giuda ed i suoi pochi, stizzosi, archetipici abitanti.
Tutti con qualche tara, tic, rimorso, rimuginio, rinsavimento, risacca. Sarà che spesso, dato il posto isolato e le ataviche tradizioni secolari, gli incroci fra uomini e donne si sono via via rinseccoliti e infradiciati ed allora si sa, se ci si sposa una cugina o un fratellastro succede qualcosa che non va.
Comunque la slitta vuota era annunciatrice di morte. Perché risalendo il sentiero si trova un mitico albero ghiacciato che lampeggia come un mefistofelico ornamento natalizio di rosso sangue. 




04 novembre 2014

Caos calmo (Sandro Veronesi)

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Si può scrivere decentemente di tutto. Anche come addormentare il caos. Come tutti i libri, anche questo romanzo di Sandro Veronesi può (o non può) avere diverse letture, interpretazioni, messaggi evidenti o altri criptati. Ad anni di distanza dalla sua lettura io credo che il suggerimento principale, metodicamente e brillantemente portato avanti nel testo è l'impossibilità di continuare a pensare di poter cavalcare il folle mare delle possibilità che la vita offre e ti addossa sulle spalle e ti spinge nel cuore. Che insomma, seppur abbiamo disordini ed entropie varie che ci agitano corpo ed anima e cervello, la prima cosa è capire che non sempre fermarsi significa perdere oppure alzare bandiera bianca. A volte è solo e semplicemente salutare, mettere un punto ed andare a capo, assimilando la nostra vita a pagine scritte che riempono fogli bianchi su fogli bianchi, cioè i nostri giorni, i nostri pensieri. 

31 ottobre 2014

L'editore (Nanni Balestrini)



Una vicenda, ancor oggi capace di suscitare qualche scalpore e "chiacchiericci" post mortem, quella del ritrovamento del cadavere di Giangiacomo Feltrinelli nel 1972, ha indubbiamente spunti e stimoli di interesse e riflessione che esulano dal gossip vampiresco affamato di "cronachite" stucchevole e riattualizzano dibattiti di più ampi portata e di più vasta portata. 



29 ottobre 2014

Il vangelo di Giuda (Roberto Pazzi)


Giuda, l'impero romano, le paranoie dell'imperatore Tiberio e la minaccia chiamata Gesù Cristo. Ed è' la fine del mondo così come lo conosciamo. Così come, in tempi recenti ma purtroppo passati, uno storico gruppo statunitense quale i REM ed un artigianale ed ormai impomatato quasi-rocker di provincia come Ligabue si esibirono in una delirante ma sintomatica pantomima musicata che decretava con fare a volte nostalgico ma soprattutto satirico la fine del mondo. Magari pensavamo che fossero i primi, invece erano i secondi e probabilmente i terzi se non quarti perché prima di loro altri ne avevano cantato e scritto.Come per esempio lo scrittore Roberto Pazzi in questo romanzo.

27 ottobre 2014

America oggi (Raymond Carver)

Uomini, donne, nonni e bambini. Vite normali. Aspirazioni forse, sogni certo, sicuramente ansie, paure, le difficoltà di capire cosa e perché viviamo, 'che forse non è sempre giusto quello che ci succede e sicuramente non sempre è corretto l'agire o il reagire. Uomini, donne, passati, presenti futuri. Questa diavolo di vita normale, che normale però non è, anzi talvolta è difficile, capite. Non sempre siamo pronti. A volte siamo magari preparati, abbiamo seguito un corso di educazione all'esistenza da parte della società composta, moderata ed agiata che ci manovra e struttura. Ma poi un meccanismo si rompe, una cellula magari marginale si ribella, un sentimento diventa da quieto e dormiente furioso ed impaziente. Qualcosa si inceppa. Anche se magari ci sentiamo bene, qualcosa si rompe, una piccola bomba emotiva deflagra. Una esplosione anche minima e silenziosa e via, niente più rumore e arrendevolezza. It's a wonderful world. Maybe.

24 ottobre 2014

Anni luce (Maggie Gee)

Lottie Lucas ha tutto, o meglio, pensa ciò che vuole e poi lo compra. Encomiabile. Nessuno le ha spiegato che però certe essenze, presenze od assenze non hanno prezzo, anche se, per i misteri dell’economia sentimentale, hanno dei costi altissimi da pagare. E’ una donna che nelle apparenze non dovrebbe nemmeno essere sfiorata dalle contingenze, dalle avversità. Gode anche di ottima salute. Ma allora perché suo marito Harold la abbandona? E soprattutto: come possono bastare le sue pur ingenti disponibilità economiche a riacquistare o comprare di nuovo ciò che non ha prezzo?



23 ottobre 2014

Ninna nanna (Chuck Palhaniuk)


Quante volte ci fermiamo, e cerchiamo spiegazioni. Anche se non c'è spiegazione. E quanti giorni ci facciamo domande, ben sapendo che è impossibile rispondere, rimanendo fedeli al nostro essere umani: diventare giganteschi punti interrogativi. 
Quanto rumore facciamo. Il rumore è il caos, l'ottenebrarsi, il buio, il non trovare se stessi, il dimenticare di esserci, il non accettarsi. Questo nostro mondo è una gigantesca, architettata, complessa, indistruttibile sinfonia suonata dal rumore. 
E "Ninna nanna" è un silenzioso coltello che proverà a squarciare i veli della cacofonia imperante, del disordine invadente, del pensiero scemante a fronte del nulla dominante.