Scrivere. Questa dannata passione. Che non è fatta solo di talento, ma anche di perizia di stampo artigianale, dannato lavoro.
E ce ne parla un autore del calibro di King, riconosciuto ed acclamato maestro dell'horror e del thriller, capace di vendere milioni di copie dei suoi libri. Con stile rapido ed incisivo, mettendosi a nudo senza remore.
Un'operazione eccellente e di sicuro interesse per tutti gli appassionati di lettura e scrittura, anche coloro i quali non amano l'autore.
Secondo Stephen King, narratore da milioni di copie
vendute, per fare lo scrittore seriamente
serve una cassetta degli attrezzi. Perché “mettere su” una storia
richiede un lavoro artigianale. Ogni elemento ha la sua necessità ed il suo
spazio di utilizzo. Sono tutti basilari e necessari, come se si stesse
costruendo per dire costruire una casa: idea, stile, trama, contenuto,
destinazione, moglie/amico compiacente e disponibile, eccetera. Tutti
ugualmente utili e da usare nella giusta misura. Non serve dunque solo talento
ma anche applicazione. Bisogna lavorare insomma, non solo sfogare il proprio
presunto estro o desiderio impellente di raccontare. Il talento è innato, o c'è
oppure no su questo King non ha dubbi. Fuori discussione, questo, non dipende
da noi, ma dal DNA. Il resto invece va approcciato con forza, deferenza e anche
convinzione. Quindi, trovatevi un posto ed un orario, una scrivania, se
possibile una finestra, accendete il vostro Pc, datevi un obiettivo plausibile,
diciamo almeno mille parole al giorno. Unica raccomandazione tenete sempre
tutti fuori dalla stanza, almeno nella prima fase. Fondamentale. Gli influssi
esterni sono come virus, bacilli o insomma, organismi nefasti per la vostra
creatura. Perché scrivere è una continua lotta. All'inizio serve isolamento.
Certo, si mette su carta quel che passa sulla mente. Al diavolo congiuntivi,
errori di luogo e di persona, discrasie. Siamo solo all'inizio. Poi si
continua. Poi si allarga o si taglia, insomma, comincia la cucitura, il vestito
a festa, per un'idea che diventa romanzo. E via dicendo.
Senza dimenticare la fondamentale importanza dell'attività di lettura. Non esiste scrivere senza leggere. la lettura non solo stimola, ma ispira il confronto, consente di migliorare, di superare qualche proprio limite.
Una auto confessione, uscita in Usa nel 2000, ma non solo. Una spicciola ma
effervescente narrazione sulla messa in
opera di un romanzo quella attuata da King in questo breve e tagliente saggio-autobiografia.
Lo scrittore, decisamente oramai consacrato, nella prima parte dà in pasto ai
lettori un disincantato quanto crudele resoconto della sua vita, non eludendo
nulla, specie le grandi sconfitte, con piglio ironico e sarcastico che certo
non lenisce le ferite per alcune dolorose esperienze vissute. E si spazia
dall’infanzia difficile, con un fratello e senza padre ai primi rigurgiti ribelli
adolescenziali,sempre accompagnati da un’unica, possente e costante passione:
la letteratura e la scrittura. Brillanti le escursioni nei suoi rapporti con il
mondo editoriale, la confessione di come sono nati e cresciuti alcuni dei suoi
migliori romanzi, il suo cedere alle droghe e all’alcol, salvo riemergerne grazie
alla tenacia e all’amore della moglie. Una disincantata ma vibrante seduta
psicanalitica, che come non affoga nelle retorica nella parte biografica,
successivamente non annaspa in inutili tecnicismi nella parte dedicata a
trucchi, segreti e quant’altro relativamente alla scrittura. Probabilmente uno
dei migliori saggi che si prefiggono di insegnare a scrivere, senza leziosità
di sorta ma preziosi vademecum che regalano pochi ma chiari ed incisivi “strumenti”
per migliorare o educare la propria passione narrativa. Un testo dalla
architettura quasi perfetta, essenziale ma mai banale anche quando si tratta di
opinioni e strali meramente soggettivi, elegante anche quando critica e si
discosta dall’eleganza formale, a tratti irriverente e “contro”, ma comunque
convincente ad ogni passo, per coerenza e completezza.
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