Hadrien, dopo aver
camminato ore per le strade della sua città, sta per uscire dalla biblioteca.
Adora passare tempo lì dentro. Magari non legge, ma solo osserva e palpa i
libri e si gode il silenzio, il caldo, l'apparente serenità. I libr lo
affascinano. Una volta aveva uan fornita biblioteca personale. Una volta.
Agli addetti chiede informazioni delicatamente, non si cura del fatto che il suo aspetto possa suscitare ribrezzo. La donna che è di turno al servizio utenti si sta avvicinando, l'orario di chiusura è già suonato, è ora di andare. Fuori fa freddo, i suoi vestiti laceri, il suo puzzo un fetore insopportabile.
Dura la vita del clochard, in questa Francia postmoderna. Ma non ha alcuna paura, Hadrien, non lo troveranno mai più. Anche perché questo non è il suo nome, lui ne ha altre cento, mille identità, non ha importanza l'anagrafe, è importante solo che lui è contro, fuori, altrove. Lui ha deciso, ormai. Non accetta i cardini del comune convivere, ma non si tratta di violare la legge ma semplicemente escludersi autonomamente da quello che consideriamo il mondo civile.
Agli addetti chiede informazioni delicatamente, non si cura del fatto che il suo aspetto possa suscitare ribrezzo. La donna che è di turno al servizio utenti si sta avvicinando, l'orario di chiusura è già suonato, è ora di andare. Fuori fa freddo, i suoi vestiti laceri, il suo puzzo un fetore insopportabile.
Dura la vita del clochard, in questa Francia postmoderna. Ma non ha alcuna paura, Hadrien, non lo troveranno mai più. Anche perché questo non è il suo nome, lui ne ha altre cento, mille identità, non ha importanza l'anagrafe, è importante solo che lui è contro, fuori, altrove. Lui ha deciso, ormai. Non accetta i cardini del comune convivere, ma non si tratta di violare la legge ma semplicemente escludersi autonomamente da quello che consideriamo il mondo civile.
La società che vede e
che vive, non lo ingloba ma lo nutre da da fuori. Dalla strada appunto. Non ha
commesso alcun crimine, né nessuna disfatta lo ha reso barbone. Non c'è stata
una vera causa, ma solo un fine l'ha conquistato, un' idea, un ideale. Questo
mondo è una prigione, sottile ma implacabile, ti incarcera nei suoi rigidi
dettami politici, sociali, economici. Lui non aveva più voglia di questo,
affatto. E se proprio qualcuno deve riconoscerlo, sapere chi è tra le sue mille
false nomenclature, meglio chiamarlo il Poeta, come è noto nel suo ambiente.
Non scrive poesia, ma la sua vita a suo modo fa poesia e non prosa, prosa
quotidiana, dovere chissà perché, piacere limitato e controllato, dettato dai
mass media e dalle convenienze o presunte tali. Non sopporta la fretta, la
cieca rabbia furia di correre qui, là, chissà dove. Hadrien, il Poeta o come
diavolo si chiama, ha un sogno: andare nelle terre del Nord Europa. Lì il
freddo è più rigido ma forse la società un po' meno surgelata, gli sguardi meno
gelati, la mentalità un pò meno cella frigorifera. Così si dice, così crede. ma
tanto per ora i soldi non li ha. Chissà. Potrebbe farcela. oppure no. Ma il suo
sguardo, da chi oramai ha scelto un altro posto da dove guardare, non è cattivo
né polemico, semplicemente arido, impietoso, senza alcun cinismo ma cinico.
D'altronde la società buona, quella della maggioranza respinge e sospinge
ancora più ai margini coloro che per scelta o necessità non possono vivere come
il sistema globale economico sociale impone. E fa la guardia ferocemente ai
propri presunti privilegi, alle proprie immutabili ed infrangibili leggi che
però vengono spesso tradite, confidando che il gregge è pur sempre numero, che
un pastore per quanto stolto li porterà a nuovi campi da pascolare mentre no,
questo mondo crede di andare avanti ma in realtà va sempre a ricadere
all'indietro, sostanzialmente pare non muoversi anche se si muove.
Di stampo nettamente
contemporaneo ma che affonda le sue radici in una tradizione che nasce sin dal
Settecento con il mito del buon selvaggio che non può accettare in quanto
ingenuo e puro gli stilemi falsi e retrogradi della “buona” società, "La
strada è la mia casa" è un buon romanzo, veloce e spigliato, che ci offre
uno spaccato abbastanza veritiero e non retorico della società attuale.
L'autrice è Pia Petersen, danese trapiantata in Francia, autrice di sei
romanzi. Energico lo stile o perlomeno la traduzione che lo ha reso essenziale
senza essere ruvido o ripido. Metaforico probabilmente, neanche troppo
sottilmente, il richiamo continuo ai libri, alla biblioteca, al silenzioso e
oramai desueto fascino della lettura, della memoria, quella entità che non
parla e non vive eppure è l'unica facoltà in grado di raccontarci come vivere e
migliorare se fossimo veramente in grado di ascoltarla.
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