Parafrasando il Venditti di "Notte prima degli esami", quando la matematica diventa un mestiere. E lo dice chi spesso dà i numeri, ma raramente riesce a domarli. Célio sta sorridendo,
disteso sullo splendido letto del suo nuovo appartamento. È appena andato in
onda il suo impattante spot sull’emittente statale, è soddisfatto. Ora il mondo
spalanca le sue porte per lui, ormai un ex dei quartieri affamati di Kinshasa.
Un premio alla caparbia ostinazione e alla fiducia incondizionata nei poteri
della matematica, materia di cui è padrone. L’assoluto factotum delle manovre
presidenziali, il libidinoso Tshilombo, l’ha preso in simpatia. Il losco figuro
è la longa manus del Presidente, ultimamente vittima di rigurgiti democratici
che indeboliscono il suo dominio. Peccato che la sua guardia fidata, a cui ha
commissionato la sorveglianza di Célio, sia in preda ad oscure paure
ancestrali. Un mondo difficile, questo Congo, in cui il regime resiste, i ribelli
avanzano, l’Occidente preme per motivi di interesse. E Célio ripensa alla sua
infanzia infranta dalla guerra civile, al prete cui deve sostanzialmente tutto,
alla bella collega soggiogata dalla sua rapida ascesa.
Romanzo per certi versi atipico, questo Matematica congolese racconta con traduzione che pare voglia ricalcare gli stilemi della narrazione orale le vicende di una nazione africana da sempre al centro di mire straniere e che ha sofferto, in balia di proprie debolezze ataviche, le prepotenze altrui. Un Congo occidentalizzato solo nei vertici corrotti e collusi. C’è però tutto un mondo sottomesso ma non dominato, fatalista quanto basta ma tenace nella sua dignità, saldamente ancorato alle proprie tradizioni spirituali se non esoteriche. Una galleria di personaggi che pagina dopo pagina ci comunicano l’enorme distanza che separa il mondo africano da quello europeo ma anche un libro, l’ennesimo, che ci propone le oscure manovre del potere arrogante e costituito, capace di arrivare a manipolare le coscienze anche con la violenza pur di sopravvivere a se stesso.
Romanzo per certi versi atipico, questo Matematica congolese racconta con traduzione che pare voglia ricalcare gli stilemi della narrazione orale le vicende di una nazione africana da sempre al centro di mire straniere e che ha sofferto, in balia di proprie debolezze ataviche, le prepotenze altrui. Un Congo occidentalizzato solo nei vertici corrotti e collusi. C’è però tutto un mondo sottomesso ma non dominato, fatalista quanto basta ma tenace nella sua dignità, saldamente ancorato alle proprie tradizioni spirituali se non esoteriche. Una galleria di personaggi che pagina dopo pagina ci comunicano l’enorme distanza che separa il mondo africano da quello europeo ma anche un libro, l’ennesimo, che ci propone le oscure manovre del potere arrogante e costituito, capace di arrivare a manipolare le coscienze anche con la violenza pur di sopravvivere a se stesso.
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