Si può immolare la propria vita e quella di
molti moltissimi altri in nome di un’idea, anzi un ideale? E siamo davvero
sicuri che la comune brama di successo e potere, il coronamento della propria
esistenza con il titolo di imperatore non abbia i suoi lati negativi?
Eccolo,
chiedetelo all’Ottaviano Augusto, un uomo comune con una vita
straordinaria anche grazie al suo talento politico, di questo romanzo, meno
filosofico dell’Adriano dello Yourcenar ma decisamente più terreno e a suo modo
fragile della figura mitica che i suoi agiografi hanno voluto tramandare ai
posteri.