Partiamo dal presupposto
che talvolta la chiave di volta per apprezzare un romanzo è magari
l'ambientazione. Magari per curiosità di sapore meramente geografico, più che
etnico o addirittura antropologico Quando ero giovane (sigh) visitai la Svezia
e mi innamorai dei suoi paesaggi, dei suoi silenzi, dei sorrisi gioviali della
gente riservata ma non fredda, di quell'aria tersa e libera. Una nazione ricca
e per certi versi ambigua, sempre all'avanguardia circa le politiche sociali ma
poi funestata da una strana tendenza autodistruttiva. La rutilante introduzione
non è comunque caso. Spiega e motiva già da ora il giudizio ed il motivo di
interesse per leggere 670 pagine, in poco tempo peraltro, di un genere
narrativo che frequento poco, come il giallo classico, benché ami alla follia
due giallisti sui generis, assolutamente fuori dalle righe come il primo Pennac
e il prolifico Lansdale.