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23 aprile 2017

La macchia umana (Philip Roth)

“Non puoi sapere nulla. Le cose che sai... non le sai. Intenzioni? Motivi? Conseguenze? Significati? Tutto ciò che non sappiamo è stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.”
Nella storia di Coleman Silk, professore universitario costretto alla pensione, si crede di sapere tutto ed invece sfugge sempre qualcosa, o lo si minimizza e il dramma alla fine si impone come unico filo conduttore. Dai rapporti famigliari, alle vicissitudini e alle scelte discutibili fatte personalmente, ai terribili giochi che ci regala il destino, ebbene c’è un sotteso senso di cupio dissolvi.
Silk viene cacciato dall'università con l'addebito di un accusa grave ma dalle motivazioni futili. Lui, che aveva tiranneggiato l'ateneo per decenni. La moglie muore di dolore a vederlo così sconfitto ed irritato. Poi conosce una donna delle pulizie ed uno scrittore appartato che si interessa al caso. Il resto verrà da sé. Anche l'oscuro passato del professore.
Un Roth maestoso ed apocalittico, nonostante quella sua leziosità verbosa volta secondo me a pavoneggiarsi e specchiarsi nella sua scrittura aggrovigliata e claustrofobica. Ma romanzo ben architettato, verrebbe da dire "perfetto".

18 gennaio 2015

Everyman (Philip Roth)

Una storia impervia, densa ma scorrevole che con 116 pagine presenta il resoconto di una esistenza, quella del protagonista indiscusso ed indiscutibile della storia, che però troviamo all’inizio essere sepolto nella fossa. E allora andiamo a conoscerlo, perché ci viene raccontato con approfonditi, letali flashback.
Tre matrimoni, affetti di ogni tipo, fatti ed antefatti ed una continua sola missione: la vita, costi quel che costi, perché è la cosa più bella e più brutta che ci è data e che è destinata a finire, qualunque cosa tu faccia. Chiaro che quando arriva la morte si fanno i bilanci e si ha paura, quando le forze decadono, l’egocentrismo vacilla e si piangono lacrime di coccodrillo anche se tutto sommato si è stati talmente bravi da avere solo successi e denaro, ma anche poi l’inevitabile solitudine, perché tutto si paga, anche il conto degli affetti.