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13 agosto 2015

Uto (Andrea de Carlo)

A Peaceville tutto è perfetto. Ma proprio tutto, persino l'acqua e l'aria sembrano meglio di ovunque. Un'oasi lontana dal rigurgitante frastuono della modernità. Pace, serenità. La gente qui cerca la felicità, nel silenzio dipinto di verde del bosco, dove il rumore è stato messo al bando. Qui a Peaceville è forse un paradiso terrestre, dove si mangia bio e non c'è litigio, nel buio della notte o alla luce del sole, niente pare possa poter turbare o disturbare l'animo,troneggia e splende la reciproca armonia di ogni essere umano lì vivente. 
In questo Eden, senza che apparenti serpenti maligni vengano a sibilare perturbanti tentazioni, in questo luogo ovattato, silente, insomma quasi morto arriva come un uccello del malaugurio Uto Drodenberg, già di suo troppo impigliato nei tipici dilemmi dilemmati della sua giovane età, diciannove anni benedetto ragazzo, non buttarli con questa apparente aggressività, questa ostentata indifferenza, questa malcelata insofferenza. Ma forse non è così cattivo, il nostro. E' giovane. E peraltro, come se non bastasse, si porta appresso un fardello pesante, il padre si è suicidato facendo scoppiare una palazzina ed il fratello ha accusato Uto di essere la cagione del disastro. D'altronde Caino uccise Abele, son cose che purtroppo succedono nelle migliori famiglie, anche quelle bibliche.