Non
so perché l'autunno gli ricorda la pioggia, queste terre fatte di
umidità, rancore, odore e chissà cosa e comunque le foglie che poi
cadono. Ed insomma. Il dottore non medica più. Arrivato da chissà
dove, chissà per quale perché e in base a nessun come, non vuole
più esercitare la sua professione. Deve, vuole vorrebbe ma non può
curare la sua anima afflitta ed ammorbata da uno dei più cancerogeni
mali spirituali che l’uomo conosca: la solitudine. C’è solo un
rimedio: la morte, assoluta e senza scampo e che non dà alternative,
né spazio, né. Non rimargina la piaga purulenta, assolutamente no,
semplicemente la sospende ed annega nell’eternità, ad libitum. E
così sia.