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16 dicembre 2015

Città della pianura (Cormac McCarthy)

L'amore, credo si sappia, muove anche le più nascoste forze ed anima anche i cervelli più intorpiditi e la chimica, la fisica e la logicità di tale portentosa forza a tutt'oggi non è stata ancora computerizzata né messa su carta in forma matematica. Nel senso che nessuno mette in dubbio che esista, ma razionalizzarla risulta compito improbo a scienziati e quant'altro. 
Ma questo romanzo temo ha l'amore come sinuosa esca, oppure adescamento, perché il risultato finale stavolta, in un eventuale riassunto, denota temi di altra portata e portamento. 

17 novembre 2014

Suttree (Cormac McCarthy)

Un uomo. Anzi tanti uomini. E donne. Ma un solo protagonista. Ed un fiume, uno. Di quelli che se anche scorrono alla fine sembrano invece restarsene sempre fermi, diventare palude. Nel senso che non portano al mare, non vanno da nessuna parte, servono solo per essere fiumi e basta 
Non raccoglie altri fiumi, anzi, è unico, nel suo scorrere, trasportare, sfasciare oppure bagnare. 
E sullo sfondo di una periferia infida, fatta di sentieri scoscesi, acquitrini putridi, una folla di esiliati e sopravvissuti poi una città. Una brutta città.

10 novembre 2014

Cavalli selvaggi (Cormc McCarthy)


Eccoli, sono laggiù, all'orizzonte, si possono scorgere nitidamente mentre tramonta questo sole rosso sangue che pare volerli inghiottire. Sì, esatto sono loro, quei due pazzi di ragazzi. John Grady Cole e quel suo amico Rawlins. Chissà dove pensano di andare, dove pensano di arrivare. 
Se fuggono da qualcosa o inseguono qualcuno, un posto, un cielo dove azzurrare, un'orma da seguire. Calcano anche antichi leggendari sentieri degli indiani e vogliono passare la frontiera con il Messico. 

23 gennaio 2014

La strada (Cormac McCarthy)



Duro.Polveroso.Struggente.

Padre. Figlio. Con un mondo attorno incenerito, con sembianze fantasmagoriche di esseri ormai solo anagraficamente definibili come simili, 'ché sono di solito, come usanza primaria, cannibali o derelitti. Un solo desiderio arde brucia e conduce: arrivare all'oceano, perché il mare, quando la terra diventa insopportabile, può essere un desiderio se non una soluzione.
Lui guarda verso il piccolo. Il piccolo tende una mano al grande. Una vita, due vite, un legame che non è un nodo scorsoio ma un modo di dire io sono qui e. Il grande con un passato insopportabile da sopportare e che non vuol passare, il figlio con giuste ma irrimediabilmente confuse aspettative per un domani che stenta a sorgere o a farsi perlomeno sognare. Una strada.