Visualizzazione post con etichetta il barone rampante. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta il barone rampante. Mostra tutti i post

18 giugno 2015

Il visconte dimezzato (Italo Calvino)

Il bene e il male. Il brutto ed il bello, i poli che si attraggono e respingono e fanno sussultare questa strana strana forma di esistenza chiamata vita. 

Quando il giovane visconte Medardo, in compagnia del fido scudiero Curzio viene spaccato a metà da una palla di cannone durante una battaglia in Boemia, sul finire del Seicento, ecco che inizia la favola delle favole. L'archetipico e pluri-raccontato tema del doppio. Con dei classici memorabili ormai nella memoria collettiva 

Il cavaliere inesistente (Italo Calvino)

Nella infinita guerra che i Franchi hanno intrapreso contro gli infedeli, tra i cristiani c'è anche Agilulfo. Non è un paladino come gli altri, perché non ha corpo, è solo un'armatura. Misteri della fede. Il cavaliere vive e combatte solo con la forza di volontà. Non è molto simpatico agli altri, che hanno tutti rigorosamente il loro corpo in carne ed osssa, anzi, talvolta sono persino troppo robusti o troppo grassi. Sono in eccesso, quanto Agilulfo in difetto. 
Un siffatto cavaliere non può attirare che invidie ma anche esercitare fascino, sta nelle cose. 

18 novembre 2014

Il barone rampante (Italo Calvino)

Su Amazon
Foto tratta da Pinterest
“Fu il 15 giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi”.
Chissà perché Cosimo, giovane adolescente ed agiato infante di nobili di provincia, in un apparente impeto di puerile pazzia, decide di ribellarsi alla sua famiglia, in barba ai precetti. Oppure il suo perché riassume tante varie domande che noi ci poniamo. In ogni caso egli abbandona senza rimorso il fratello ed i suoi genitori, coppia settecentesca nell’anima e leopardiana per connotazioni di biografie letterarie, padre decrepito come i suoi poteri secolari e madre abile occultatrice di ricchezze e stratagemmi da telenovela, amministratrice di possessi sempre più in balia di ruberie strampalate e gestioni tanto maniacali quanto inefficienti.
Cosimo rifiuta il dovuto senza ignorare il dovere, disdegna l’inchino anche se ama l’eleganza e la deferenza, l’educazione ed il bon-ton. Egli sceglie con convinzione invece di essere continuamente e perpetuamente essere scelto, dagli altri o dalla Storia. Va sugli alberi. E ci vivrà una vita, costi quel che costi. Così da bimbo diverrà uomo, avendo la magnifica, sognante, fantastica possibilità di guardare tutto da un ramo senza mai cadere come una foglia morta. Il barone rampante guarda altrove. O meglio, guarda da una prospettiva differente. Ed è un mondo diverso, anche perfettamente calato in quello reale. Ma visto con altri occhi.