Nella
infinita guerra che i Franchi hanno intrapreso contro gli infedeli, tra i
cristiani c'è anche Agilulfo. Non è un paladino come gli altri, perché non ha
corpo, è solo un'armatura. Misteri della fede. Il cavaliere vive e combatte
solo con la forza di volontà. Non è molto simpatico agli altri, che hanno tutti
rigorosamente il loro corpo in carne ed osssa, anzi, talvolta sono persino
troppo robusti o troppo grassi. Sono in eccesso, quanto Agilulfo in difetto.
Un siffatto cavaliere non può attirare che invidie ma anche esercitare fascino,
sta nelle cose.
La diversità attrae o respinge, ma non può risultare indifferente. E quando il giovane Rambaldo, assettato di vendetta per il padre assassinato, nel corso di uno scontro viene salvato da un altro cavaliere misterioso ecco che viene a galla un'altra anomalia: il novello salvatore è una donna bellissima quanto basta ed ardita, Bradamante, a sua volta infatuata e non poco, proprio di Agilulfo.
La diversità attrae o respinge, ma non può risultare indifferente. E quando il giovane Rambaldo, assettato di vendetta per il padre assassinato, nel corso di uno scontro viene salvato da un altro cavaliere misterioso ecco che viene a galla un'altra anomalia: il novello salvatore è una donna bellissima quanto basta ed ardita, Bradamante, a sua volta infatuata e non poco, proprio di Agilulfo.
Il triangolo amoroso, fatti di amori non corrisposti, con annesso il nuovo
servo del Cavaliere Inesistente, il povero ed emotivo Gurdulù, tutto cuore e
niente ratio, si imbarcherà alla ricerca della madre di Agilulfo in quanto lo
stesso è stato accusato di essere figlio di una donzella non vergine e quindi
di avere un titolo che non gli appartiene, secondo il vigente codice di
cavalleria.
Avventure in ognidove, tra Scozia ed Africa, l'aleggiamento dei cavalieri del
Sacro Graal che non potevano mancare. Ritmo serrato ed incalzante, tutto fiaba
e niente orpelli, pervaso da una leggiadra e leggera vis comica che non
trascende ma accompagna il registro stilistico della narrazione. Sarà un
incedere folle e variegato, animato da passioni forti e non morbose ma comunque
archetipiche e radicate. Si arriverà alla fine con tanti sdoppiamenti familiari
e non, improbabili parentele ed anche morti eccellenti. Ma tanto ogni favola di
solito finsice bene o in maniera tale che il bene sopravviva oltre l'ultima
pagina.
Episodio della trilogia fantastica del teorico, saggista e romanziere Italo
Calvino, pubblicata negli anni cinquanta dedicata al fantastico e cardine di
una svolta epocale per lo scrittore come tematiche e contenuti, se non per il
linguaggio,sempre asciutto, cristallino, sostenuto e scorrevole, è quello dei
tre forse dalla trama più indiavolata e meno didascalica (per inciso per
riferisco a Il visconte dimezzato ed Il barone rampante). Forse più fortemente
influenzato dalle epopee cavalleresche e magari dall'Ariosto, autore che
Calvino amò e "tradusse" per così dire a suo modo in una celebre
riedizione dell'Orlando furioso.
Encomiabile e non frivolo, di sicuro. Non mero gioco autoreferenziale,
certamente. Altro testo consigliabile a chiunque e che sarebbe d'uopo per
liceali che ancora debbono ancora imparare come scrivere in italiano e come si
possa narrare storie per certi versi elementari e non problematiche senza per
questo risultare amorfi o linguisticamente poveri. Ma questa temo rimarrà solo
una mia personale ed inascoltata opinione.
Conclusione? encomiabile
e non frivolo.
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