09 giugno 2015

Rumble tumble (Joe R. Lansdale)

Mettete senza rimostranza né pregiudizi un' America guardata con occhio non critico e politicamente militante. Ma semplicemente rivendicando il proprio orgoglio e malincuore di essere cittadino di una presunta nazione che però al suo interno, nonostante la onorificienze auto-referenziali, presenta evidenti marasmi interiori ed una conturbante e vertiginosa massa di contraddizioni.

Mettete la volontà di dare corpo ed anima a due personaggi, abbastanza fuori contesto, abbastanza particolarizzati, con illustri precedenti nella narrativa anche europea come tentativo di tipicizzazione (Pennac, Montalban) ma anche nello stesso tempo autonomi ed originali, anche per le inevitabili contestualizzazioni geo-climatiche cui devono la loro nascita. Eccoli allora, Hap e Leonard, nella loro ennesima avventura di una molteplice serie di libri.



Nome:Leonard.

Uomo di pelle scura che non diventa mai una scusa. Non chiamatelo "negro", le vostra ossa potrebbero scricchiolare, le gengive sanguinare, insomma vostra madre potrebbe non riconoscervi

Sesso: Omosessuale. Romantico, quasi bambinesco. In questo romanzo è tornato single dopo un burrascoso abbandono della sua metà resa drammatica da un omicidio

Segni particolari: fisico imponente. Amante della pulizia ma qui ha spesso a che fare con le mutande lerce del suo amico Hap che gli si è installato in casa come un trojan nei computer. La sua reazione alle mutande è scarsamente bon ton e detesta la vorace e rapida scomparsa, causa amico goloso, dei biscotti alla vaniglia. E'stato in Vietnam ma non si sa quando e come è tornato. Vota i repubblicani. Non ama particolarmente le armi. Quelle di piccolo calibro, dico. Se potesse, girebbe con un bazooka a tracollo cavalcando a mo' di bicicletta un mezzo anfibio dei corpi scelti della U.S. Army

Hap: come dice lui che narra in prima persona , vive una vita povera di successi, ma ricca di eventi. 

Sesso:single, incline a ricredersi anche se pensa di non farcela. Età: verso i cinquanta o comunque verso la vecchiaia. Bianco. Segni particolari: non gli piace manifestare, ma a volte è inevitabilmente attratto dalle manifestazioni di arbitrio e prepotenza. Non è bullo, ma si immerge nel bullismo come un animale nel suo habitat. Allora, facendosi carico di una serie di considerazioni e recriminazioni sulla propria indecisione, sulla propria malinconia, sulla propria filosofia violenta della non violenza, sia arma e parte all'avventura, in a base di solito a nobili propositi. E' astemio. Viene tormentato spesso da Leonard per la sua ritrosia allo scontro. Si tormenta spesso per la sua effettiva profondità nell'amore, anche se si prolunga nei narrati in prima persona in vigorose ed epiche nottate d'amore dove i rapporti si contano a grappoli, con tanto di contorno di dettaglio sugli orgasmi, quando capita. Non è volgare, è pulp, talvolta. Non è tronfio o sopra le righe, è common people. Non è un mito, tende a devastare i miti.

Leonard. Hap. Amici inseparabili, assolutamente distanti. E poi Brett la donna attuale di Hap, (a questo punto della saga, reperibile cronologicamente sul sito dedicato all'autore, J.R. Lansdale), la cui figlia prostituta reclama attenzione se non affetto. Combinate il fatto, agitatelo assieme ai tre citati e come per magia (meglio, per l'estro dell'autore) ecco che come dalla lampada di Aladino esce una magia degna di un'illusionista: Rumble tumble, traduzione più o meno ideale "una lotta incasinata".

E' un poliziesco, ma è evidente che i canoni e di tipi di genere fungono da punti di riferimento per procedere senza bussola e disorientare il lettore.

Rumbe tumble, gran bel casino, lotta senza quartiere in un America meno stars and stripes e molto "suburbia", provincia, tensioni e ritorsioni.

Lansdale, giallista, fumettista, splatter e e quant'altro, segna un altro punto a suo vantaggio nella eterna disfida fra scrittore e lettore, in questo ennesimo capitolo della saga di Hap e Leonard.
Due eroi antieroi, magistrali congegni letterari che differiscono dalla enorme massa di coppie di detective creati da menti più o meno fervide e che attualmente affollano gli scaffali delle librerie per le loro tipicità mai volgarmente o commercialmente grossolane, ma assolutamente fuori dal tipico e dal seriale. Hap e Leonard sono due esseri umani raffigurati su pagina.
Ed anche stavolta l'avventura, non certo mozzafiato, li vedrà lottare caparbiamente con la loro inettudine congenita, la loro aggressiva ironia irriverente e sarcastica, la loro violenza riflessiva e quasi vissuta come colpa, per recuperare la figlia di Brett ( compagna appunto del solitario in via di pentimento Hap) finita, per sua scelta e non certo per un destino amaro e crudele, in un torbido giro di ragazze squillo.
Il rapporto madre figlia certo non riscuote approfondimenti psicologici di grande spessore ma viene vissuto con rapide fulminanti dialoghi anche in assenza di "parlato".
Ed è questa la vivace ed assolutamente degna di nota caratteristica. Una ironica e talvolta cinica lineare rapidità di tratteggio, anche quando l'azione ristagna, per arrivare a compiere un ennesimo capitolo di una saga ormai plurima ( si segnalano qui altri titoli quali "Mambo degli orsi", "Bad Chili" oppure "Capitani oltraggiosi") destinata se non altro a rivalutare e rivitalizzare la narrativa di genere troppo spesso arroccata su stantii e superati registri seriali e consunti.

Nessun commento:

Posta un commento