La
memoria, questa sconosciuta. Siamo veramente sicuri di voler
ricordare? Perché senza ricordo la vita appare un’altra. Non è
detto che sia meglio della passata ed obliata, ma comunque dà un
‘altra possibilità. Siam della stessa consistenza dei sogni,
diceva un certo Shakespeare, e quindi quando arriva la mattina, dopo
un attimo, svaniamo, aggiungo io. Ma d’altronde io e William(Shakespeare) non ci siamo mai parlati e forse, alla fine, entrambi
non siamo neanche esistiti, se non nei ricordi degli altri.
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16 novembre 2018
23 aprile 2017
La macchia umana (Philip Roth)
“Non puoi sapere nulla. Le cose che sai... non le sai.
Intenzioni? Motivi? Conseguenze? Significati? Tutto ciò che non sappiamo è
stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.”
Nella storia di Coleman Silk, professore
universitario costretto alla pensione, si crede di sapere tutto ed invece
sfugge sempre qualcosa, o lo si minimizza e il dramma alla fine si impone come
unico filo conduttore. Dai rapporti famigliari, alle vicissitudini e alle scelte
discutibili fatte personalmente, ai terribili giochi che ci regala il destino,
ebbene c’è un sotteso senso di cupio dissolvi.
Silk viene cacciato dall'università con l'addebito di un accusa grave ma dalle motivazioni futili. Lui, che aveva tiranneggiato l'ateneo per decenni. La moglie muore di dolore a vederlo così sconfitto ed irritato. Poi conosce una donna delle pulizie ed uno scrittore appartato che si interessa al caso. Il resto verrà da sé. Anche l'oscuro passato del professore.
Silk viene cacciato dall'università con l'addebito di un accusa grave ma dalle motivazioni futili. Lui, che aveva tiranneggiato l'ateneo per decenni. La moglie muore di dolore a vederlo così sconfitto ed irritato. Poi conosce una donna delle pulizie ed uno scrittore appartato che si interessa al caso. Il resto verrà da sé. Anche l'oscuro passato del professore.
Un Roth maestoso ed
apocalittico, nonostante quella sua leziosità verbosa volta secondo me a
pavoneggiarsi e specchiarsi nella sua scrittura aggrovigliata e claustrofobica. Ma romanzo ben architettato, verrebbe da dire "perfetto".
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la macchia umana,
Philip Roth,
recensione,
romanzo
18 gennaio 2015
Everyman (Philip Roth)
Una storia
impervia, densa ma scorrevole che con 116 pagine presenta il resoconto di una
esistenza, quella del protagonista indiscusso ed indiscutibile della storia,
che però troviamo all’inizio essere sepolto nella fossa. E allora andiamo a
conoscerlo, perché ci viene raccontato con approfonditi, letali flashback.
Tre
matrimoni, affetti di ogni tipo, fatti ed antefatti ed una continua sola missione:
la vita, costi quel che costi, perché è la cosa più bella e più brutta che ci è
data e che è destinata a finire, qualunque cosa tu faccia. Chiaro che quando
arriva la morte si fanno i bilanci e si ha paura, quando le forze decadono, l’egocentrismo
vacilla e si piangono lacrime di coccodrillo anche se tutto sommato si è stati
talmente bravi da avere solo successi e denaro, ma anche poi l’inevitabile
solitudine, perché tutto si paga, anche il conto degli affetti.
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