mercoledì 28 febbraio 2018

Prima dell'alba (Paolo Malaguti)

"Per carità, capita anche che si arrivi in alto con le proprie gambe. Ma nella banale quotidianità dei servitori dello Stato, Malossi ha fin troppo presto imparato come la conoscenza conti infinitamente più della bravura”. C’era del marcio in Danimarca raccontava Shakespeare, figuriamoci in Italia, anche se siamo ai tempi della dittatura fascista. Solo i figli di papà riescono a schivare le mille insidie sottese in un lavoro come quello di poliziotto. Ma infatti Ottaviano Malossi maledice che il caso sia stato affidato a lui, fumando nervosamente l’ennesima sigaretta. Un uomo morto sul pendio di fianco alle rotaie. Caduto dal treno in corsa. Omicidio o tragica fatalità? Sarebbe già un bel grattacapo per chiunque. Se non fosse che la vittima è Graziani, pluridecorato generale della prima guerra mondiale. E nessuno sa cosa accadde veramente tanti anni fa, dopo la rotta di Caporetto, quando il Vecio e gli sparuti resti dell’armata cui faceva parte battevano in disperata ritirata e l’assassinato in questione era ispettore capo per la vigilanza sull’ordine e la disciplina dello sconfitto esercito italiano. 


domenica 25 febbraio 2018

Middlesex (Jeffrey Eugenides)


Come si fa a spiegare che una lettura ti è piaciuta a metà? Metà cosa, metà come. Eppure è così. Se poi il romanzo narra le vicende di un essere umano il cui sesso si è bizzarramente fuso e confuso, regalando un corpo che evidenzia un duplice genere ed il titolo è Middlesex, beh, il gioco è fatto.

In un'epoca dove tradizionali (e sicuramente anacronistiche) barriere di genere sessuale stano molto lentamente sgretolandosi, un romanzo come questo calza a pennello. Premesso che è uscito anni fa. Anche se poi alla fine risulta più essere un romanzo di formazione che sociologico, un romanzo psicologico o psicologista dove però vengono aperti ampi squarci su vicende storiche dai risolti tragici ma considerate minori e quindi dimenticate. Alla ricerca del sesso perduto. In senso di genere, non azione. Perché un conto essere maschio, un altro femmina. Il disastro è essere tutti e due. O nessuno precisamente.

martedì 20 febbraio 2018

Memoriale (Paolo Volponi)

In tempi iperproduttivi come i nostri, il concetto di lavoro è essenziale. L'attività occupa gran parte dei nostri secondi, minuti, ore a disposizione. Ed è, perlomeno nella nostra italietta allo sfascio, anche di drammatica attualità il concetto di sicurezza lavorativa, di condizioni "umane" sul lavoro. Premessa asettica per la lettura dell'esordio narrativo di Paolo Volponi (1924 -1994), poeta e narratore, scrittore impegnato, senatore a partire dal 1983, eletto nelle liste del Pci e poi approdato a Rifondazione, che fu anche dirigente della Olivetti, in cui entrò nel 1956, mentre a partire dagli anni Settanta collaborò con la Fiat, entrando presto in contrasto con la dirigenza per le sue prese di posizione politiche .
In tempi iperproduttivi come i nostri, il concetto di lavoro è essenziale. L'attività occupa gran parte dei nostri secondi, minuti, ore a disposizione. Ed è, perlomeno nella nostra italietta allo sfascio, anche di drammatica attualità il concetto di sicurezza lavorativa, di condizioni "umane" sul lavoro. Premessa asettica per la lettura dell'esordio narrativo di Paolo Volponi (1924 -1994), poeta e narratore, scrittore impegnato, senatore a partire dal 1983, eletto nelle liste del Pci e poi approdato a Rifondazione, che fu anche dirigente della Olivetti, in cui entrò nel 1956, mentre a partire dagli anni Settanta collaborò con la Fiat, entrando presto in contrasto con la dirigenza per le sue prese di posizione politiche ."Memoriale", uscito nel lontano 1962, è una storia ancora attuale che vede come unico ed indiscusso protagonista ed io narrante Albino Saluggia, uomo kafkiano e complesso che potrebbe essere anche uno di noi, in questi tempi moderni che corrono e scivolano via, benché la sua comparsa nel mondo letterario risale a 60 anni fa. Una storia che discetta sul fatto che Esistere è un diritto, non certo un insopportabile e lugubre dovere.

mercoledì 14 febbraio 2018

Underworld (Don De Lillo)

Quante domande ci e si pone De Lillo in questo romanzo poderoso? Abbastanza. Alcune anche con risposta motivata, il che non guasta e rende l’opera oltre che imponente anche importante. In una folle vertiginosa corsa. Perché il tutto è strutturato su ripetuti salti temporali in avanti o all’indietro, con continui cambi di prospettiva, segnati senza sosta dal passaggio della narrazione dalla prima alla terza persona, dal discorso indiretto al monologo interiore. Scorrono così cinquanta anni di Stati Uniti raccontati da un autore che lo vogliano ammettere o meno, ha segnato tutti i narratori contemporanei made in Usa, un po’ come fece Twain ad inizio Novecento. E pensare che la struttura portante del libro è una pallina da baseball. Magica a suo modo. Ovvero quella che fu protagonista di un fuoricampo con cui  il 3 ottobre 1951 Bobby Thomson dei New York Giants consegnò la sua squadra alla storia battendo i Brooklyn Dodgers di Ralph Branca. E che passerà di mano in mano, in maniera avventurosa, fino ai giorni nostri, protagonista a suo modo in decine di altre esistenze.

sabato 10 febbraio 2018

Sognando la luna (Michael Chabon)


Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?

(G. Leopardi)
Da Leopardi ai Pink Floyd, passando per astronomi e ciarlatani, la luna ha attraversato la storia dell’uomo. Sogno, ispirazione poetica, oscuro oggetto del desiderio scientifico, allusione, il satellite della Terra a suo modo è diventato parte dell’immaginario collettivo esulando dalla sua natura meramente fisica. E il vero protagonista di questa composita biografia romanzata, che mescola al suo interno realtà e finzione fino a diventare un affascinate romanzo,  vede un uomo che ha come paradigma esistenziale andare a vivere sulla luna. Ergo abbandonare questo mondo dove non si trova a suo agio. Un Barney (personaggio di un noto romanzo di Richler) meno iracondo, più silenzioso, testardo ma non prepotente, raccontato dal nipote.
L’America intro e post seconda guerra mondiale, così come vissuta dalla comunità ebraica di cui fa solo nominalmente fa parte, vista la totale ritrosia ad accettarne le regole in toto. E una storia d’amore, quella con sua moglie, nutrita da un passato burrascoso, un presente difficile e un futuro che spesso sembra non voler sorridere ma lo si affronta senza remora. Le belle storie non sono quelle importanti, ma quelle in cui per magia o per empatia, entri a farne parte e non vorresti uscirne più.


mercoledì 7 febbraio 2018

L'eleganza del riccio (Muriel Barbery)

Parigi. Rue de Grenelle, numero civico 7. L'elegante condominio, abitato da facoltosi alto borghesi parigini, rivela in realtà quasi una natura di zoo. Ci sono serpenti velenosi che sibilano silenziosamente sui difetti dei vicini, scimmie impomatate che solo da lontano ricordano l'affabilità di una donna o la perspicacia di un uomo, tigri sdentate, tartarughe timide e via dicendo. Strani questi uomini, assomigliano davvero agli animali nei loro bislacchi comportamenti, nelle loro ostentate e ridicole velleità, nelle loro turbolente invidie, nel loro sguaiato desiderare, emancipare, decidere, amare.
Il problema è che sono intelligenti. Nel senso che le loro disastrose azioni talvolta le pensano persino e quindi i danni o i dissidi procurati sono elevati alla milionesima (im)potenza.



venerdì 2 febbraio 2018

Canto della pianura (Kent Haruf)


Doveva prima o poi succedere che leggessi anche Haruf. Complice la mia leggendaria distrazione, son partito dal secondo capitolo di una trilogia invece che dal primo. Dal mezzo insomma, come nel mezzo del cammin di nostra vita sono quasi tutti protagonisti di questa storia, al di là che abbiano diciassette o settant’anni, poiché gli sbagli propri o quelli altrui li mettono davanti a delle scelte. Romanzo costruito su più punti di vista che raccontano le proprie vicende che alla fine vengono assorbite da un’unica grande storia, quella del nostro quotidiano fatto di normai disturbanze, improvvisi cambiamenti che ci cambiano tutto eppure ci lasciano così come siamo. Essere umani, con tutto ciò che questo comporta. Una narrazione dal piglio sicuro e senza fronzoli pervasa di intensa umanità.