09 maggio 2018

La tela del ragno (Sergio Flamigni)

Non si faceva che parlare di ciò. Niente cartoni animati, o regali per il prossimo compleanno. Questo Moro era invadente, era nei cuori e negli occhi di tutti noi. Anche di chi non l'aveva mai visto o sentito e neanche immaginava chi fosse. Nell'epoca in cui finalmente arrivavano le cosiddette televisioni libere, la onnipresente Rai faceva il proprio comodo, i telegiornali non avevano contraddittorio, ammesso e non concesso che in futuro sia venuto il tutto, dopo il lutto. Era il 1978, quarant'anni  fa. 

06 maggio 2018

Purity (Jonathan Franzen)


No, non siamo puri. Ma siamo soli, ecco. Abbiamo bisogno di purità? Nel senso, vogliamo essere candidi, senza macchia e senza paura, come i cavalieri o i principi (principesse) azzurri? O forse alla fine questo torbido che ci annacqua e sporca bisogna accettarlo e farsene una ragione. Nel senso farci vedere senza schermi, essere liberi ma diversi quanto uguali ed accettare le conseguenze. Certo che io non lo so, ci mancherebbe. Trovo il mondo un po’ opaco, perché anche le più grandi sincerità nascondono un velo di tristezza ed un certo scudo invisibile che serve a proteggersi, come i supereroi della Marvel. La purezza questa sconosciuta. Trattasi di categoria spirituale o di atteggiamento verso la vita o verso gli altri? Il nodo scorsoio in cui è stretto il nocciolo del significato di questo romano di Franzen è una domanda alla fine senza una risposta assolutoria ed apodittica. Impossibile peraltro, anche per uno scrittore congetturale. Se non siamo proprio angeli, non è colpa della sfiga. Perché bene e male, qualunque accezione vogliamo dargli, abitano dentro di noi. Anche voi eh, mica siete esenti. 

03 marzo 2018

Il paese delle meraviglie (Giuseppe Culicchia)

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Il paese delle meraviglie. Come è da bambini. Ma poi. Si cresce, è un obbligo, tutti i panorami, le scene cambiano prospettiva, colore, tonalità, tutto quello che insomma si chiama semplicemente significato. E il paese delle meraviglie, passata l'età della falsa ed ingannevole cuccagna diventa l'Italia attuale, una sorta di repubblica delle banane. Siamo negli settanta, ai margini della metropoli. Molto provincia, sin troppo. Intorno il Piemonte, la pioggia, le montagne sullo sfondo che paiono sorvegliarti, quasi minacciose, da qui non passa lo straniero e nemmeno la novità. 
Cielo grigio, monotonia, pochi rumori. E' difficile fare i bambini come è difficilissimo crescere. Aiutano i sogni, come sempre, come è normale.
E ancora pioggia e cuori nella bufera, con gli ormoni che a quattordici anni sono come un torrente in piena. cose sono cambiate. O forse no. L’adolescenza di Attilio, tra episodi buffi, qualche goffaggine e qualche drammatica scelta senza ritorno. M'altronde piccoli si nasce, il problema è se ci si diventa. 
E dunque adolescenza, e poi formazione negli anni settanta, tra televisione a colori che sembrano un miracolo e per ora sono solo un miraggio per i ceti meno abbienti.

28 febbraio 2018

Prima dell'alba (Paolo Malaguti)

"Per carità, capita anche che si arrivi in alto con le proprie gambe. Ma nella banale quotidianità dei servitori dello Stato, Malossi ha fin troppo presto imparato come la conoscenza conti infinitamente più della bravura”. C’era del marcio in Danimarca raccontava Shakespeare, figuriamoci in Italia, anche se siamo ai tempi della dittatura fascista. Solo i figli di papà riescono a schivare le mille insidie sottese in un lavoro come quello di poliziotto. Ma infatti Ottaviano Malossi maledice che il caso sia stato affidato a lui, fumando nervosamente l’ennesima sigaretta. Un uomo morto sul pendio di fianco alle rotaie. Caduto dal treno in corsa. Omicidio o tragica fatalità? Sarebbe già un bel grattacapo per chiunque. Se non fosse che la vittima è Graziani, pluridecorato generale della prima guerra mondiale. E nessuno sa cosa accadde veramente tanti anni fa, dopo la rotta di Caporetto, quando il Vecio e gli sparuti resti dell’armata cui faceva parte battevano in disperata ritirata e l’assassinato in questione era ispettore capo per la vigilanza sull’ordine e la disciplina dello sconfitto esercito italiano.