Che gli zombies siano
con voi.
Stasera si va al cinema, al drive in,
ed il terrore è servito. Altro che svago, altro che popcorn e magari l'abbordaggio a qualche
frivola squinzia di passaggio. Staserà sarà
indimenticabile e la paura la farà da padrone. Ma non sarà su grande schermo,
bensì dentro e fuori di noi, ne subiremo le scudisciate truculente e le
conseguenze nefaste.
Siamo umani fino ad un certo punto, a volte
diventiamo mostri e non solo per mere apparenze estetico-fisiche.
In fondo dove c'è paura prima ci deve
essere stato il coraggio. O magari presto arriverà. Entrambe le forze, benché
opposte fanno parte di una stessa natura: l'uomo.
Non so se è dunque consigliabilie andarsene
un tranquillo venerdì sera ad un drive in chiamato Orbit,
ubicato tra il Texas ed uno degli spaziosi ed effervescenti meandri della mente
di J.R. Lansdale, americano del sud, apparentemente una
delle migliori penne d'oltroceano, per andarsene a vedere un film cruento ed
orrorifico,uno di quei prodotti di quel cinema più splatter e sanguinolento che esista, definito b-movie, che esteriorizza e
ingigantisce le più ancestrali e puerili paure dell'uomo, dando vita a mostri
ed altre creature spaventose che in vario modo e con varia fortuna danno vita
(e morte, direi) a inenarrabili carneficine di impotenti ed ignari esseri
umani.
Perché succede che un venerdì si entra all'Orbit ma non se ne esce più.
Non è la solita questione di traffico sulla
tangenziale o la solita macchina in doppia fila del solito bovaro di provincia
che profitta della mancanza di vigili urbani.
No.
Una stella cometa poco natalizia o assai
simile ad una malefica parente di quella di Halley sbarrerà tutti gli accessi
di entrata e di uscita, imprigionando decine e decine di spettatori in cerca di
svago e che diventano prigionieri di un incubo.
Tutto può succedere e succede di tutto, in
questa cella all'aperto racchiusa da uno sbarramento misterico e misterioso,
con come cibo solo un paio di sforniti e sgangherati chioschi di pop corn e
coca cola e sugli schermi proiettati senza sosta film che ormai si
proietteranno all'jnfinito, ben tre, con zombies, vampiri, assassini
uncinati ed uncinanti, mostri, mostruosità, varie ed eventuali.
E allora...
Questo il succo del primo romanzo della
saga del Drive in di Lansdale,con un meno riuscito seguito di cui è
necessario non parlare, per rispettare gli amanti della trama ad effetto, anche
se la suspence non
è il vero obiettivo dello scrittore, ma più che altro un arteficio per
dimostrare l'indimostrabile, ovvero la vera natura dell'essere umano di fronte
alle estreme conseguenze.
Saga brevissima e fulminante, contenuta non
senza troppe brusche accelerazioni ,con sgasate d'effetto ma troppo poco
narrativizzate, il doppio romanzo accumuna ed accumula il possibile e l'impossibile,
tra presunti scenari di fanta-fiction ed improvvise apparse di mondi dalle
inquietanti presenze stile Jurassic park, strade che non
arrivano mai, alberi riottosi e jungle di pellicole che stritolano ed
inceneriscono gli esseri umani, con come contorno una serie di simpatiche
presenze umanoidi dedite allo stupro ed al cannibalismo.
Come se non bastasse come altereghi dei
giovani e spaesati protagonisti, strampalati estratti dei più comuni sterotipi
della middleclass sudista statunitense, le due icone del
Male, le due mostruosità che incarnano l'essenza stessa del terrorifico, ovvero Popalong, un essere nato dall'accoppiamento
esteticamente infelice e sessualmente improbabile fra un uomo ed uno schermo
televisivo e il Re del popcorn, sorta di mais
cotto e demoniaco, goloso di carne umana quanto di Pepsi
cola, con forza sovrumana e una pietà che rasenta lo zero assoluto
ed anche di meno. Al di là della episodica e arruffona definizione data dai
primi critici, nel definire i romanzi in questione come mera
"fantascienza", questo libro che contiene due lunghi racconti è
un'ardita e quasi picassiana e surreale metafora di alcuni gangli poco
benefici che attenagliano l'umanità di fine secolo ed una poco edificante
passeggiata per le morbosità e le crudeltà che l'uomo sa mettere in scena
quando invece solo la razionalità ed il rispetto potrebbero salvare il
salvabile. Il fatto che lo scenario principe si ambienti in una delle icone
sacreamerican-dream, santuario
quale è e sarà il drive-in, che ha dato
buccia e polpa ai frutti dell'americanismo soprattutto italiano , lascia
intendere scelte narrative non dettate dal caso o dall'opportunità ma legate ad
un preciso filo conduttore che è ascrivibile alla poetica di un determinato
scrittore.
Uscito per i mitici ma ormai consunti tipi
di Urania Mondadori (storica collana assolutamente
dedicata al genere fantascientifico) nel 1991, tre anni dopo la
pubblicazione in America, i due testi hanno immediatamente visto la loro
riconciliazione con la narrativa tout court abbandonando quella di genere ed
attualmente sono reperibli su "Stile
libero" diEinaudi. A dimostrazione che questo narrato,
che lanciò Lansdale nella carriera di scrittore, senza
sotterfugi pretende e protende a sconvolgere non per il mero gusto di farlo ma
per seminare dubbi e riflessioni propri del lettore che non aspetta dalla
letteratura solo emozioni ed emotività, ma da essa cerca linfa e stimolo per
rimanere o tornare piu mano che si possa.
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