23 dicembre 2014

La storia dell'amore (Nicole Krauss)

Era uno di quei giorni così. Ero in libreria per due titoli che volevo assolutamente comprare. Poi come spesso mi accade, forse perché roba di nicchia, non li trovo, anzi, bisognerebbe ordinarli sostiene la commessa molto paffuta e per nulla attraente. Non mi arrendo, non sia mai e mi capita allora fra le mani questo corposo volume, con la solita anonima e romanticheggiante copertina delle edizioni Guanda, stile harmony floreale.
Mi dico perché no. Il titolo quasi aulico ed imperativo , in qualche misura altisonante. Magari può far sospettare un suadente e mucciniano trattato di sapore Mocciano, pieno di luoghi comuni e baci e abbracci e ti amerò per sempre. Oppure si presume che trattasi di una vibrante e magari schizofrenica digressione sulla passione, i sentimenti, le catarsi, le fisicità dell'amare.
Invece, alla fine, vi dirò, si rimane stupefatti, perché si trova un intenso, malinconico e sorprendente romanzo, di notevole fattura, in questi tempi di produzioni letterarie dove il melenso ed il già visto -già sentito abbondano nelle librerie.


Una narrazione, scritta da chi sa raccontare. Ed, in nome delle quote rosa, fatta da una giovane donna.
Sapete, mi ha conquistato. Storia semplice, ma giocata su più piani narrativi e che richiede attenzione, la giusta, quanto basta. Non è una storia di amore, incredibile. E' anzi una misurata narrazione di solitudini variamente scompensate e vissute, che a volte si cercano e che se magari si trovano, diventano pesanti o magari si sciolgono come se fossero liquida cioccolata.
Abbiamo un giovane polacco, Goursky, che sul primeggiare della terrificante Seconda Guerra Mondiale in tenera età giura amore eterno ad una certa Alma, ma poi arrivano i nazisti ed allora l'Alma si trasferisce e si fa la propria (propria?) vita alla faccia del giuramento di amore eterno, anzi, fa anche un figlio perché la donna era e rimane madre, prima che amante e quando il Leopold polacco ed ebreo emigra anche lui, ormai braccato dalle follie anti ebraiche, la trova sposata e irraggiungibile come un cellulare spento o senza la miracolosa Sim.
Per incanto quello a cui più teneva (l'Alma e la sua voglia di fare lo scrittore) si scioglie come neve al sole e solo in tarda età le sue velleità entreranno senza chiedere il permesso nei suoi pensieri. Nel frattempo è nata un' altra Alma in Usa, per mistero legata ad un romanzo poco noto, riscritto in spagnolo da un copiatore, che nella vita reale ama e sa di essere amato e sa che non può amare. E questo manoscritto, guarda un po', fa risalire a Goursky. Chi è che scopre l'arcano? l'Alma più giovane, vivace,sentimentale,esemplare e brillante, femmina prima che donna, visto che è ancora in fase pre -puberale, soffre e desidera gli altri che in maniera goffa gli infilano le mani fra le gambe, anche lei vorrebbe frugare ma aspetta che la pena inflitta mensilmente da Eva compia il suo passo. Memorabile anche la figura del suo fratellino. Due adolescenti tutto pepe e fantasia ed una madre kafkiana che subisce senza patire l'esuberanza bizzarra delle due creature. I diversi segmenti narrativi non si sovrappongono spesso, ma si legano e slegano a piacimento, come in un folle gioco dettato dalla fantasia associativa.


"La storia dell'amore" è un romanzo complesso ma non complicato, giocato su più piani narrativi, con uno stile sobrio, con dei contenuti tra il malinconico ed il fiabesco ed una garbata ironia di stampo prettamente femminile che aiuta e zucchera senza smieleggiare la lettura, con richiami letterari e storici, ma soprattutto una sorprendente capacita di raccontare senza annoiare. Certo vengono citati Borges e Kafka, ma da italiano non escluderei l'ultimo Calvino, tra le letture di questa sorpresa devastante chiamata Krauss, giovane scrittrice statunitense (nata nel 1974, al suo secondo romanzo dopo qualche racconto pubblicato su importanti riviste Usa), a suo modo molto europea, decisamente poco nordamericana nello stile e nello strutturare l'ordito narrativo. La morale che se ne ricava, affatto retorica e banale, è che amare si riduce a cercare un altro, ma lo scopo originario è cercare o ritrovare essenzialmente sé stessi, attraverso l'altro. Forse un romanzo che parla d'amore dimenticando (ma non eludendo) lo spazio che il corpo e il corporale hanno, nella dinamica di interazione fra due esseri, ma abbastanza solido da reggere ad obiezioni di stampo materialistico. Amore è anche, come in questo caso, un fantastico gioco di parole e insensato petting, una sorta di lungo preliminare che fugge da coniglieschi e a volte immaturi accoppiamenti, una serie di attrazioni, profumi, decisioni che si muovono verso azioni ardite che sembrano inaudite.
Da notare che Guanda, la casa editrice italiana del libro, pubblica in Italia anche la Nothomb, altra scrittrice fuori schema, decisamente più difficile ed aggressiva, ma pur sempre donna e Letteratura.

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