Era uno di quei giorni così. Ero in libreria per due titoli
che volevo assolutamente comprare. Poi come spesso mi accade, forse perché roba
di nicchia, non li trovo, anzi, bisognerebbe ordinarli sostiene la commessa
molto paffuta e per nulla attraente. Non mi arrendo, non sia mai e mi capita
allora fra le mani questo corposo volume, con la solita anonima e
romanticheggiante copertina delle edizioni Guanda, stile harmony floreale.
Mi dico perché no. Il titolo quasi aulico ed imperativo , in qualche misura altisonante. Magari può far sospettare un suadente e mucciniano trattato di sapore Mocciano, pieno di luoghi comuni e baci e abbracci e ti amerò per sempre. Oppure si presume che trattasi di una vibrante e magari schizofrenica digressione sulla passione, i sentimenti, le catarsi, le fisicità dell'amare.
Invece, alla fine, vi dirò, si rimane stupefatti, perché si trova un intenso, malinconico e sorprendente romanzo, di notevole fattura, in questi tempi di produzioni letterarie dove il melenso ed il già visto -già sentito abbondano nelle librerie.
Mi dico perché no. Il titolo quasi aulico ed imperativo , in qualche misura altisonante. Magari può far sospettare un suadente e mucciniano trattato di sapore Mocciano, pieno di luoghi comuni e baci e abbracci e ti amerò per sempre. Oppure si presume che trattasi di una vibrante e magari schizofrenica digressione sulla passione, i sentimenti, le catarsi, le fisicità dell'amare.
Invece, alla fine, vi dirò, si rimane stupefatti, perché si trova un intenso, malinconico e sorprendente romanzo, di notevole fattura, in questi tempi di produzioni letterarie dove il melenso ed il già visto -già sentito abbondano nelle librerie.
Una narrazione,
scritta da chi sa raccontare. Ed, in nome delle quote rosa, fatta da una
giovane donna.
Sapete, mi ha
conquistato. Storia semplice, ma giocata su più piani narrativi e che richiede
attenzione, la giusta, quanto basta. Non è una storia di amore, incredibile. E'
anzi una misurata narrazione di solitudini variamente scompensate e vissute,
che a volte si cercano e che se magari si trovano, diventano pesanti o magari
si sciolgono come se fossero liquida cioccolata.
Abbiamo un
giovane polacco, Goursky, che sul primeggiare della terrificante Seconda Guerra
Mondiale in tenera età giura amore eterno ad una certa Alma, ma poi arrivano i
nazisti ed allora l'Alma si trasferisce e si fa la propria (propria?) vita alla
faccia del giuramento di amore eterno, anzi, fa anche un figlio perché la donna
era e rimane madre, prima che amante e quando il Leopold polacco ed ebreo emigra anche lui, ormai braccato dalle follie
anti ebraiche, la trova sposata e irraggiungibile come un cellulare spento o
senza la miracolosa Sim.
Per incanto
quello a cui più teneva (l'Alma e la sua voglia di fare lo scrittore) si
scioglie come neve al sole e solo in tarda età le sue velleità entreranno senza
chiedere il permesso nei suoi pensieri. Nel frattempo è nata un' altra Alma in
Usa, per mistero legata ad un romanzo poco noto, riscritto in spagnolo da un
copiatore, che nella vita reale ama e sa di essere amato e sa che non può
amare. E questo manoscritto, guarda un po', fa risalire a Goursky. Chi è che
scopre l'arcano? l'Alma più giovane, vivace,sentimentale,esemplare e brillante,
femmina prima che donna, visto che è ancora in fase pre -puberale, soffre e
desidera gli altri che in maniera goffa gli infilano le mani fra le gambe,
anche lei vorrebbe frugare ma aspetta che la pena inflitta mensilmente da Eva
compia il suo passo. Memorabile anche la figura del suo fratellino. Due
adolescenti tutto pepe e fantasia ed una madre kafkiana che subisce senza
patire l'esuberanza bizzarra delle due creature. I diversi segmenti narrativi
non si sovrappongono spesso, ma si legano e slegano a piacimento, come in un
folle gioco dettato dalla fantasia associativa.
"La storia dell'amore" è un romanzo complesso ma non complicato,
giocato su più piani narrativi, con uno stile sobrio, con dei contenuti tra il
malinconico ed il fiabesco ed una garbata ironia di stampo prettamente
femminile che aiuta e zucchera senza smieleggiare la lettura, con richiami
letterari e storici, ma soprattutto una sorprendente capacita di raccontare
senza annoiare. Certo vengono citati Borges e Kafka, ma da italiano non
escluderei l'ultimo Calvino, tra le letture di questa sorpresa devastante
chiamata Krauss, giovane scrittrice statunitense (nata nel 1974, al suo secondo
romanzo dopo qualche racconto pubblicato su importanti riviste Usa), a suo modo
molto europea, decisamente poco nordamericana nello stile e nello strutturare
l'ordito narrativo. La morale che se ne ricava, affatto retorica e banale, è
che amare si riduce a cercare un altro, ma lo scopo originario è cercare o
ritrovare essenzialmente sé stessi, attraverso l'altro. Forse un romanzo che
parla d'amore dimenticando (ma non eludendo) lo spazio che il corpo e il
corporale hanno, nella dinamica di interazione fra due esseri, ma abbastanza solido
da reggere ad obiezioni di stampo materialistico. Amore è anche, come in questo
caso, un fantastico gioco di parole e insensato petting, una sorta di lungo
preliminare che fugge da coniglieschi e a volte immaturi accoppiamenti, una
serie di attrazioni, profumi, decisioni che si muovono verso azioni ardite che
sembrano inaudite.
Da notare che Guanda, la casa editrice italiana del libro, pubblica in Italia anche la Nothomb, altra scrittrice fuori schema, decisamente più difficile ed aggressiva, ma pur sempre donna e Letteratura.
Da notare che Guanda, la casa editrice italiana del libro, pubblica in Italia anche la Nothomb, altra scrittrice fuori schema, decisamente più difficile ed aggressiva, ma pur sempre donna e Letteratura.
Nessun commento:
Posta un commento