L'universo non è poi così grande, fidatevi. Risulta più o
meno complesso come lo stradario internettiano di una nostra città attuale, se
si ha in mano la guida giusta. Nel caso serve quella Galattica per
autostoppisti, se vuol andare a rimirare le stelle, i satelliti, i buchi neri e
tutta quella bizzarra cosa fatta di galassie chissà che altro. Se ne rende
conto anche il nostro Arthur Dent, uomo molto common e poco people, nel senso
che è tipicamente tipico e senza grandi svolazzi, ma nello stesso tempo nutre qualche
diffidenza sarcastica, schizofrenica a paranoica nelle giornate storte, nei
confronti della gente umana tutta. Peraltro gli stanno distruggendo casa per
fare spazio ad una tangenziale, anche se ha pagato le tasse ed aveva il condono
edilizio ha il suo giusto momento no. Per fortuna che fa un incontro di quelli
memorabili, che possono cambiare una vita o anche due, ovvero un alieno
originario di Betelgeuse, Ford Prefect, uno dei tanti ghost-writer postmoderni
che stanno acquisendo informazioni per la nuova redazione della Guida Galattica
di cui si diceva, una di quelle uscite editoriali storiche e magiche che però
devono rendere merito a chi non compare nei titoli di coda.
Peccato che lo strambo personaggio sia rimasto incastrato sulla terra per 14 anni, come un qualunque utente di periferia dei trasporti pubblici italiani ed ora le sue notizie valgono poco, visto che il pianeta dovrebbe essere demolito per permettere il passaggio di una "superstrada" interstellare.
Questo l'antefatto dei uno dei libri probabilmente più
graziosi, originali e esilaranti pubblicati in sordina verso la fine dello
scorso secolo, nel 1979 esattamente. L'autore, Douglas Adams, reduce da una
omonima e fortunatissima serie radiofonica, pensò bene di mettere su carta i
risultati delle sua brillanti perfomance ed il successo, grazie anche al
famigerato passaparola, fu assicurato.
Sul canovaccio appena descritto, la bizzarra ed alienante coppia di amici
affronterà inesorabilmente surreali avventure, raccolti via da diverse navi spaziali
dove si agitano le popolazioni più antitetiche dell'universo intero, tipo i
poeti senza poesia Vogon, fino ad arrivare alla astronave "Cuore
d'Oro", dove hanno l'onore ed onore di conoscere Zaphod Beebelbrox, il
Presidente della Galassia in pectore, con le sue due teste e tre braccia,
donnaiolo incallito di modeste capacità intellettive che si finge stupido per
non dare a intendere la sua effettiva stupidità. Ecco come si fa, così semplice
e difficile, aumentare il proprio difetto per renderlo quasi una finzione.
Encomiabile. Lo vedrei bene se adottato da parecchi Presidenti che dico io,
almeno forse troveremmo un'uscita a questo buco nero dove la Terra occidentale
si è ficcata. A suo modo, l'universo è questo ed anche di più. E poi sulla nave
ci sono anche il depresso e nichilista robot Marvin, e la effervescente Tricia
McMillan detta Trillian.
Isterici, schizofrenici, malinconici, ieratici, i personaggi
sono frutto di una fantasia irriverente e di una scrittura che non va ad
impelagarsi in formalismi ricercati o spiegazioni ma procede spedita e diritta
come appunto può essere un folle viaggio nei meandri dell'universo. Tutti,
nonostante tutto, alla fine appaiono a proprio agio, tranne il povero terrestre
Arthur Dent, che apre un pesce fuor d'acqua e pare spesso sull'orlo di una
crisi di nervi. D'altronde come apprenderà, non fa parte nemmeno della razza
più intelligente della terra. Gli uomini sono inferiori. a prescindere io non
avevo dubbi, ma a quanto apre Adams è con me.
Non aspettatevi le oramai famigerate e geniali "Balle
spaziali" di Mel Brooks, eccellente opera dissacratoria dei più famosi
film di fantascienza. Adams persegue un'altra via, cinica, corrosiva e
sarcastica che al limite a me ricorda il Vonnegut di Mattatoio n. 5, ovvero la
licenza poetica di distruggere i falsi miti comuni di massa dell'umanità in
maniera perentoria ma non retrograda o retorica, semplicemente ironica ed
acida. Incoerente e spensierato, questo romanzo vestito evidentemente con cura
da antiromanzo è ovviamente molto più intelligente e sarcastico di quel che
vuol apparire e nasconde con giochi di prestigio veri e proprie originali
genialità, come il fatto che tutti, ma proprio tutti, ad esempio sanno che la
Risposta Fondamentale sulla vita valida per l'intero l'universo conosciuto e
sconosciuto è "quarantadue". Ma nessuno ha ancora capito qual è la
Domanda Fondamentale, appunto, che diamine. Sempre protesi alla risposta, senza
farci reali domande. Ho sempre sostenuto che siamo domande più che risposte e
questa trovata mi appare più che congeniale. Anche perché, fuor di metafora, la
trovata evidenzia come ci si affanna a cercare e comprendere il senso, cosa e
come è la vita. Così, all'infinito, ma nessuno lo troverà mai, come fare e
perché. Oppure le improvvise, effervescenti dimostrazioni logiche
sull'inesistenza di Dio. D'altronde che ruolo avrebbe in questo pazzo circo dove
si può tutto ed il contrario di tutto senza alcuna logica apparente, neanche
mistica o politica. Ma non solo. Insomma, apparecchiatevi, il mondo galattico è
servito
Dal libro è stato tratto un film nel 2005,omonimo, con
Martin Freeman nel ruolo di Arthur Dent. Non so se da vedere, anche se mi rendo
conto che rendere fedelmente il libro costerebbe più dell'intera trilogia di
Guerre stellari. Fare l'autostop in giro per galassie non è economico, vi
assicuro.
****
Su ciao.it
il 30.04.2012. Ho pubblicato poi recensioni sui
cinque volumi seguenti qui: http://www.mangialibri.com/autori/douglas-adams
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