04 agosto 2015

Guida galattica per autostoppisti (Douglas Adams)


L'universo non è poi così grande, fidatevi. Risulta più o meno complesso come lo stradario internettiano di una nostra città attuale, se si ha in mano la guida giusta. Nel caso serve quella Galattica per autostoppisti, se vuol andare a rimirare le stelle, i satelliti, i buchi neri e tutta quella bizzarra cosa fatta di galassie chissà che altro. Se ne rende conto anche il nostro Arthur Dent, uomo molto common e poco people, nel senso che è tipicamente tipico e senza grandi svolazzi, ma nello stesso tempo nutre qualche diffidenza sarcastica, schizofrenica a paranoica nelle giornate storte, nei confronti della gente umana tutta. Peraltro gli stanno distruggendo casa per fare spazio ad una tangenziale, anche se ha pagato le tasse ed aveva il condono edilizio ha il suo giusto momento no. Per fortuna che fa un incontro di quelli memorabili, che possono cambiare una vita o anche due, ovvero un alieno originario di Betelgeuse, Ford Prefect, uno dei tanti ghost-writer postmoderni che stanno acquisendo informazioni per la nuova redazione della Guida Galattica di cui si diceva, una di quelle uscite editoriali storiche e magiche che però devono rendere merito a chi non compare nei titoli di coda. 







Peccato che lo strambo personaggio sia rimasto incastrato sulla terra per 14 anni, come un qualunque utente di periferia dei trasporti pubblici italiani ed ora le sue notizie valgono poco, visto che il pianeta dovrebbe essere demolito per permettere il passaggio di una "superstrada" interstellare.

Questo l'antefatto dei uno dei libri probabilmente più graziosi, originali e esilaranti pubblicati in sordina verso la fine dello scorso secolo, nel 1979 esattamente. L'autore, Douglas Adams, reduce da una omonima e fortunatissima serie radiofonica, pensò bene di mettere su carta i risultati delle sua brillanti perfomance ed il successo, grazie anche al famigerato passaparola, fu assicurato.

Sul canovaccio appena descritto, la bizzarra ed alienante coppia di amici affronterà inesorabilmente surreali avventure, raccolti via da diverse navi spaziali dove si agitano le popolazioni più antitetiche dell'universo intero, tipo i


poeti senza poesia Vogon, fino ad arrivare alla astronave "Cuore d'Oro", dove hanno l'onore ed onore di conoscere Zaphod Beebelbrox, il Presidente della Galassia in pectore, con le sue due teste e tre braccia, donnaiolo incallito di modeste capacità intellettive che si finge stupido per non dare a intendere la sua effettiva stupidità. Ecco come si fa, così semplice e difficile, aumentare il proprio difetto per renderlo quasi una finzione. Encomiabile. Lo vedrei bene se adottato da parecchi Presidenti che dico io, almeno forse troveremmo un'uscita a questo buco nero dove la Terra occidentale si è ficcata. A suo modo, l'universo è questo ed anche di più. E poi sulla nave ci sono anche il depresso e nichilista robot Marvin, e la effervescente Tricia McMillan detta Trillian.

Isterici, schizofrenici, malinconici, ieratici, i personaggi sono frutto di una fantasia irriverente e di una scrittura che non va ad impelagarsi in formalismi ricercati o spiegazioni ma procede spedita e diritta come appunto può essere un folle viaggio nei meandri dell'universo. Tutti, nonostante tutto, alla fine appaiono a proprio agio, tranne il povero terrestre Arthur Dent, che apre un pesce fuor d'acqua e pare spesso sull'orlo di una crisi di nervi. D'altronde come apprenderà, non fa parte nemmeno della razza più intelligente della terra. Gli uomini sono inferiori. a prescindere io non avevo dubbi, ma a quanto apre Adams è con me.
Non aspettatevi le oramai famigerate e geniali "Balle spaziali" di Mel Brooks, eccellente opera dissacratoria dei più famosi film di fantascienza. Adams persegue un'altra via, cinica, corrosiva e sarcastica che al limite a me ricorda il Vonnegut di Mattatoio n. 5, ovvero la licenza poetica di distruggere i falsi miti comuni di massa dell'umanità in maniera perentoria ma non retrograda o retorica, semplicemente ironica ed acida. Incoerente e spensierato, questo romanzo vestito evidentemente con cura da antiromanzo è ovviamente molto più intelligente e sarcastico di quel che vuol apparire e nasconde con giochi di prestigio veri e proprie originali genialità, come il fatto che tutti, ma proprio tutti, ad esempio sanno che la Risposta Fondamentale sulla vita valida per l'intero l'universo conosciuto e sconosciuto è "quarantadue". Ma nessuno ha ancora capito qual è la Domanda Fondamentale, appunto, che diamine. Sempre protesi alla risposta, senza farci reali domande. Ho sempre sostenuto che siamo domande più che risposte e questa trovata mi appare più che congeniale. Anche perché, fuor di metafora, la trovata evidenzia come ci si affanna a cercare e comprendere il senso, cosa e come è la vita. Così, all'infinito, ma nessuno lo troverà mai, come fare e perché. Oppure le improvvise, effervescenti dimostrazioni logiche sull'inesistenza di Dio. D'altronde che ruolo avrebbe in questo pazzo circo dove si può tutto ed il contrario di tutto senza alcuna logica apparente, neanche mistica o politica. Ma non solo. Insomma, apparecchiatevi, il mondo galattico è servito
Dal libro è stato tratto un film nel 2005,omonimo, con Martin Freeman nel ruolo di Arthur Dent. Non so se da vedere, anche se mi rendo conto che rendere fedelmente il libro costerebbe più dell'intera trilogia di Guerre stellari. Fare l'autostop in giro per galassie non è economico, vi assicuro.
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Su ciao.it   il 30.04.2012. Ho pubblicato poi recensioni sui cinque volumi seguenti qui: http://www.mangialibri.com/autori/douglas-adams


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