23 luglio 2014

Acciaio (Silvia Avallone)

Dopo l’invasione mielosa ed appicicaticcia dei pre-adolescenti sfornati da Moccia, tutti amore e fantasticheria, senza un briciolo di sostanza, prima o poi doveva succedere "Acciaio". Che quell’ambientazione gelatinosa e zuccherata si adulterasse e diventasse anagraficamente più adulta, fosse spostata in ambienti marginali e pseudo degradati e cominciasse a provare senza sosta pruriti sessuali e rivendicazioni esistenziali al sapor di cocaina. Come se il Cuore di De Amicis lo mischiassero a Trainspotting. Diventa un aborto di romanzo. Certo ne avevamo proprio bisogno, come no. Se ne sentiva la mancanza. Noi lettori, di quaranta anni, non vedevamo l’ora. Di un frizzante lassativo che ci facesse finalmente scaricare in bagno gli ultimi rimorsi per la nostra giovinezza ormai andata e per le letture generazionali che non ci avevano mai soddisfatto. Ci hanno risolto un dubbio: noi non eravamo e non saremo stati mai così e dubito che gli adolescenti di adesso lo siano, almeno completamente. E’ una lettura a suo modo gratificante: capisci che  c’è sempre qualcosa di peggio di quello che scrivi o in cui credi. perché Acciaio non può essere il vero ed il nostro. Altrimenti amen, siamo fregati.

21 luglio 2014

L'opera struggente di un formidabile genio (Dave Eggers)




The end. Arriva l'ultima pagina, si chiude il libro. Nella bocca un sapore dolcemaro, soddisfazione che si mischia a insoddisfazione. Mentre vai a letto ti chiedi avrò letto un bel libro o solo il trailer di un possibile scorpacciata di adrenalina intellettuale destinato solo a lasciare insani appetiti pensierosi?
Riavvolgi il nastro, ripercorri la storia. Bisogna scoprire cosa ha guastato il dolce e l'amaro, il sapore. La prevista abbuffata di emozioni, per un ingordo e bulimico mangiatore di sogni su carta, non ha avuto nessuna soddisfazione...né in poesia, né in prosa, ahimé.



20 luglio 2014

Tre anni luce (Andrea Canobbio)

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Le mille facce dell'amore. Oppure è sempre la solita solfa e dunque prendiamone atto?Gli spazi siderali dove si agita quella che noi vorremmo vita ed invece è solo esistere sono immensi eppure certe volte hanno interstizi così minimi, minimali, dove si infilano piccole casualità che decidono diversi futuri. Quanto tempo sprechiamo, rifiutiamo, lasciamo avariare e quanto invece lo divoriamo voracemente non lasciando nemmeno le briciole. Un fiero e lauto pasto, che spesso non sfama mai.
Amore ma non solo. Perché amare vuol dire tante cose, anche non esserne capaci o troppo.

17 luglio 2014

Il signor Bovary (Paolo Zardi)


Pensava che l’abbandono repentino dell’abbraccio della partner fosse per l’orgasmo. Invece la sua amante gli è morta mentre consumavano un rapporto focoso come sempre. Ora cerca di fuggire da quella anonima casa popolare dove ha messo in atto l’ennesima trasgressione della sua vita parallela. Non bastavano i giochi erotici, gli appuntamenti bislacchi, gli improvvisi e pericolosi slanci di passione. Ha voluto provare a prenderla nel appartamento di lei, con la paura di un repentino rientro del marito. Ora bisogna fuggire, non lasciare tracce, ci mancava solo lo sperma sulle coperte e il conato di vomito che non ha saputo respingere. Ora bisogna stare calmi. Il ricco ed affermato funzionario di banca, con una famiglia modello, si è lasciato trascinare nel turbine della perdizione assoluta, costruendo un rapporto borderline con quella addetta alle pulizie apparentemente pudica, se scoprono tutto saranno guai.


Una ordinaria storia di completa dissoluzione, raccontata con grande piglio e crudele essenzialità, senza indugi di sorta, tratteggiando la vita trionfante di un esperto di finanza senza scrupoli che cerca il brivido del superare ogni limite, sessualmente parlando, fuori dalle mura di casa, con un rapporto clandestino. Ma si sa che l’imprevisto regna sovrano e non siamo mai in grado di affrontarlo, questo pare insegnare. E allora fuggiamo, ma siamo senza scampo. Particolarmente curato (tanto da suggerire alcuni riecheggiamenti del Giuseppe Pontiggia più ispirato), questo racconto lungo, nei suoi rimandi letterari, offre interessanti spunti di lettura valorizzando una storia ed un intreccio tutto sommato banali e esplicitando rimandi che non possono far pensare. Pensate ad una Bovary al maschile, cosa potrebbe combinare, se e come ne saprebbe uscire una volta entrato nel lato oscuro della passione.