Leggere un libro a volte significa trovare un libro prima di tutto. Ho scoperto John Fante leggendo Julia - le avventure di una criminologa, il mio fumetto preferito. Siccome offre ampi spunti di approfondimento e lettura mi era venuta la curiosità di cercare un libro avvincente per rompere la noia di questi giorni.
09 giugno 2016
31 marzo 2016
Shotgun lovesongs (Nickolas Butler)
Su Amazon |
24 febbraio 2016
Baci scagliati altrove (Sandro Veronesi)
Quando i baci partivano in orario, forse in stazione d'arrivo ci trovavi un poco d'amore, o comunque un appuntamento per un futuro migliore. ma quando sono cominciati i ritardi, le distrazioni, le detrazioni fiscali e non, allora un caos calmo ti conquista e ti sorprende. E allora se non più in orario, Veronesi ci suggerisce che tutti diventano baci scagliati, ma altrove, fuori bersaglio o addirittura fuori dalla realtà. Una raccolta riuscita e per certi versi soprendente.
Malgrado il racconto sia un genere sostanzialmente inviso ai
lettori italiani.
13 gennaio 2016
Firmino (Sam Savage)
C'era un famoso romanzo
di Steinbeck, noto scrittore statunitense di romanzi degli anni Trenta (su
tutti “Furore" che per inciso consiglio vivamente) che intitolò un suo
libro "Uomini e topi", dove si narrava una cruenta amicizia negli Usa
che furono. E ben venga questa citazione per il testo da presentare. Perchè si
parla di letteratura, uomini e appunto topi, anzi ratti, per carità, che, da
quanto ho potuto evincere, se la prendono male se non vengono identificati con
il giusto nome, è come dare del cane ad un lupo, dell’asino ad un mulo e così
continuando all’infinito. Tutti esseri viventi, ma con una propria e precisa
identità animale, noi compresi, per carità, dio ci scampi e liberi dalla
confusione.
Una favoletta, niente di eccezionale. Assolutamente consigliabile ad esempio a pre- o adolescenti secondo me.
>
Bestiologia premessa,
Firmino è un ratto ultimo di una promiscua nidiata, figliato da una madre
abbastanza "sui generis", scanzonata ma ubriacona, che sin dalla
nascita ha segnato il suo destino. Il cupo anfratto che gli fa da tana è
infatti un remoto angolo di un oscuro scaffale del deposito di una libreria.
Per fato o per drammaturgia comandata, il nostro eroe comincerà a sgranocchiare
le pagine dei libri più che avanzi di lauti umani pasti e formaggi più o meno
con denominazione di origine controllata e, come per una insita magia nascosta
nella parola scritta, avrà tempo, modo e a questo punto fame, per ingurgitare
una variegata e compostamente onnivora branca della sapienza cartacea, sia essa
di natura meramente narrativa che invece scientifica, filosofica, filmica e
quant’altro. Firmino si nutre di lettura, più che di materia succulenta o
magari avariata, sostanza più o meno saporita. Di appetito in appetito, Firmino
non solo mangerà leggendo e leggendo proverà a saziarsi, ma dovrà ingurgitare
bocconi amari, non solamente per il notorio sapore ameno e amaro
dell’inchiostro, putroppo, ma anche per.
Gli uomini, verso cui lui sentirà in qualche modo di rapportarsi in quanto autori (soprattutto), venditori (quando capita) e lettori (volendo), del suo prezioso ed insolito cibo, non sempre saranno all’altezza delle sue sognanti aspettative. Anzi, talvolta mostreranno il loro incalcolabile disprezzo per ogni fame, cartacea, spirituale o stomachevole che sia e produrranno in serie una innumerevole sequela di delusioni davvero inappetibili, ma c’est la vie.
Gli uomini, verso cui lui sentirà in qualche modo di rapportarsi in quanto autori (soprattutto), venditori (quando capita) e lettori (volendo), del suo prezioso ed insolito cibo, non sempre saranno all’altezza delle sue sognanti aspettative. Anzi, talvolta mostreranno il loro incalcolabile disprezzo per ogni fame, cartacea, spirituale o stomachevole che sia e produrranno in serie una innumerevole sequela di delusioni davvero inappetibili, ma c’est la vie.
Non sconfinando in un
trattato dietetico e nemmeno in una ricetta spiritual-mangereccia di sapore
vagamente filosofico, il libretto in questione snocciola inappellabili sentenze
e sentenzia appelli a chi sappia raccoglierli. Esso divenne un caso letterario
di recente, edito da casa editrice quasi artigianale negli Usa e in breve tempo
onorato dai fasti dalle cronache giornalistiche e di economia libraria, a firma
del prepensionando (artisticamente parlando) Savage, classe 1940.
“Firmino” è una fiaba affatto epica o memorabile che può fungere da ottima iniziazione agli esordienti della lettura o a quelli poco avvezzi. A patto di porre precise condizioni che la letteratura non è un obbligo, ma nemmeno per forza un mero esercizio di svago o disimpegno, semplicemente una attività che ha i suoi caratteri pregnanti e per così dire seri, che necessitano di umiltà, volontà e compartecipazione, di sensibilità e se volete anche di capacità. In un mondo che mi pare sempre più teso a parlare anzi sparlare più che ad ascoltare, più propenso al correre che al riflettere, più al riprodurre e all'investire che a guadagnare sogni e spendere desideri. Ebbene, un'operazione editoriale come la presente incontra il mio più pieno ed incontrastato gradimento al di là della effettiva riuscita letteraria che vi dirò, non mi convince ed appassiona.
“Firmino” è una fiaba affatto epica o memorabile che può fungere da ottima iniziazione agli esordienti della lettura o a quelli poco avvezzi. A patto di porre precise condizioni che la letteratura non è un obbligo, ma nemmeno per forza un mero esercizio di svago o disimpegno, semplicemente una attività che ha i suoi caratteri pregnanti e per così dire seri, che necessitano di umiltà, volontà e compartecipazione, di sensibilità e se volete anche di capacità. In un mondo che mi pare sempre più teso a parlare anzi sparlare più che ad ascoltare, più propenso al correre che al riflettere, più al riprodurre e all'investire che a guadagnare sogni e spendere desideri. Ebbene, un'operazione editoriale come la presente incontra il mio più pieno ed incontrastato gradimento al di là della effettiva riuscita letteraria che vi dirò, non mi convince ed appassiona.
Lo stile talvolta
risulta addirittura quasi barocco, con una ricercata (capziosa) scelta di
termini e lessici ad effetto, le citazioni inserite a random, senza un filo
logico che sia comprensibile. Come i fuochi artificiali, come le stelle
cadenti, come quando fuori forse si scriveva e tu non leggevi non attentamente,
una miscela, per certi versi esplosiva, per altri quasi un fuoco fatuo, dal
ritmo discontinuo e la trama esile. Ciò non toglie che nel complesso trattasi
di ottimo soggetto per una futura trasposizione cinematografica, che magari già
c’è stata ed io non lo so, ma si presta bene alle evoluzioni, circonvenzioni e
soluzioni grafiche di coloro i quali ottimamente negli ultimi tempi propongo al
cinema film di animazione di ottima fattura. La qualità nel libro sta nella
breve ma incisiva morale che io, personalmente ne ho ricavato. Da tempo reclamo
più tempo per la lettura, più attenzione, in un paese come l’Italia (e se
volete in un sito come Ciao) dove la maggior parte, la schiacciante parte,
reclama diritti di sola scrittura, convinti che si è adatti a dire più e meglio
degli altri, in quanto possessori di memoria e abilità al di sopra della media.
Purtroppo la media è bassa, la matematica non è un’opinione, insomma, sarebbe
bello vedere aumentare la vendita dei libri e diminuire in numero uguale e
contrario le recensioni ed i libelli. Un sogno il mio, come quello di Firmino,
che da ratto agogna ad essere visto come lettore ed essere vivente ed invece
alla fine viene confuso quale topo al massimo simpatico ed estroverso,
nonostante il suo razzismo intellettuale, per così dire, e basta.
Credo di aver spiegato
le quattro stelle: comunque, in ogni caso, benché il tutto profumi di mera e
leziosa operazione di carattere commerciale o forse con fini cinematografici,
tra un difetto e l’altro ha un pregio, per me davvero pregevole: leggere fa
bene, non solo ai sogni ma anche alla realtà. Perché se ci pensate bene, nella
nostre umane fattezze, entrambi i mondi non possono fare a meno uno dell’altro.
E grazie alle nostre conoscenze, leggendo, di volta in volta scegliamo in quale
parte stare, per quale delle fazioni fare il tifo. Senza mai dimenticare che
nel bene e nel male, nell’odio e nell’amore, sempre umani siamo. E va bene così.
Fino a prova contraria. E ciò non toglie che per chi ne ha voglia, istinto e
magari anche dote, è bello scrivere. Lettura permettendo, sia chiaro.
Tag:
fiaba,
Firmino,
recensione,
romanzo,
Sam Savage
Iscriviti a:
Post (Atom)