"Perché tutto sia consumato, perché io sia meno solo, mi resta da augurarmi che ci siano molti spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida di odio".
Long live ovunque tu sia, signor Meursault.
Caldo. Oppressione. Vertigine della fuga e la sirena del richiamo dell'eterno ritorno, cosi parlò Zarathustra e tanti, tanti altri.
A voi esistenzialisti ante e post litteram. A voi ribelli senza ribellione, ai nichilisti spasmodici, agli amanti delusi. Ai suonatori come noi. Alle donne senza uomo.
Agli uomini senza spiegazione. A tutti gli interrogativi.
Il signor Meursault ha qualcosa da raccontarvi e prego, le domande alla fine. Anche se, premetto, non ci saranno risposte, se voi non le vorrete.
Questo in fondo è "solo" un romanzo, non un testo sacro, anche se nella narrativa novecentesca è forse una della bibbie imprescindibili, una delle bussole indistruttibili per orientarsi nei mondi venuti ed a venire, un crocevia obbligato alla ricerca dell'essenza dell'uomo, moderno o antico che sia.
Impermeabilizzare l'anima, il cuore, il cervello.
Essere noi stessi, bene o male, purché se ne parli.