Grande prima guerra mondiale alle porte, la piccola piccola provincia risponde presente all'appello patriottico del re.
Il treno sta partendo e Andrea non prova il minimo rimorso. In quel settembre del 1915, nonostante il prodigarsi della madre per farlo esonerare dalla leva, parte volontario per andare al fronte, perché come il sovrano ha dichiarato, l’Italia è in guerra e anche lui deve dare il suo contributo, anche se vive in un paese sperduto sulla Maiella abruzzese, l’umile e chiacchierone Borgo San Rocco ed è membro della rinomata e ricca famiglia Sarra che potrebbe pure esimersi dall'essere in prima linea, che i ricchi possono sempre e tutto. Anche in nome di Dio, un Dio onnipresente nel paesetto, che però appare sordo ed insensibile, come spesso accade, nei momenti di difficoltà.
D'altronde a guardarsi attorno, non è affatto l'unico. Cicco, il fratellastro ombroso, non ci ha pensato due volte ad indossare la divisa e a imbracciare il moschetto, portandosi con sé quel dissidio interiore di avere lo stesso padre di Andrea ma non lo stesso cognome. Anche perché Sarra senior è un padre di quelli marmorei,
rocciosi, leader incontrastati, cui basta uno sguardo per farsi ubbidire anche da Andrea, che come tutti i giovani è in cerca sé stesso e della leggittimazione paterna che forse solo la guerra può dargli.
Il prezzo da pagare è alto, significa abbondare le consuete abitudini e perdere probabilmente per sempre la amata Rosa.
In più pesano i malinconici ricordi degli anni passati a Napoli presso il collegio degli "scarrafoni" dove oltre ad avere legato con il compagno di stanza Polpetta, già al fronte, ha provato l'ebbrezza di conoscere la mantenuta Cesira, in un adolescenziale ménage à trois tra l'innocente ed il voyeuristico. Ma non c'è più spazio per i ricordi, il treno è partito, terminato l'addestramento sarà al fronte anche lui.
Di solido impianto classico, ma con ritmo e stile che riprendono sapientemente stilemi contemporanei, La pazzia di Dio è un romanzo completo, agile e brioso, che r
acconta senza indugio e con equilibrata misura la crescita e la formazione del giovane abruzzese Andrea Sarra il quale è contornato da una umanità viva, ora tenera, ora dura e cruda, ma in ogni istante della sua vita essenziale. Riuscitissimi i ritratti dei personaggi che si affiancano all'indiscusso protagonista, credibili le relazioni amorose e i rapporti familiari, equilibrata la commistione fra inflessioni dialettali ed una narrazione che volutamente suggerisce l'oralità del racconto.
Incisiva, ma senza retorica o prese di posizione blasfeme, il confronto fra religione pratica, umana e protettiva contro quella ampollosa ed inutile di apparato. Una storia di provincia estrema senza retorica o moralismi, nel solco della tradizione narrativa italiana, ma scritto con maturità espressiva e sagacia architettonica, come dimostrano le numerose chiuse ad effetto dei brevi ed incisivi capitoli.
Incisiva, ma senza retorica o prese di posizione blasfeme, il confronto fra religione pratica, umana e protettiva contro quella ampollosa ed inutile di apparato. Una storia di provincia estrema senza retorica o moralismi, nel solco della tradizione narrativa italiana, ma scritto con maturità espressiva e sagacia architettonica, come dimostrano le numerose chiuse ad effetto dei brevi ed incisivi capitoli.
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