@non bene, tu?
@ma ieri potevi rispondere
@avevo da fare, ho una vita sai?”
Chat. In realtà mail, ma fa nulla. Cioè
internet. Cioè contatti che molti definiscono virtuali, come se nel reale ci fosse un altro mondo.
Lui sembra disinteressato e dopo mezza mail già è li a scondinzolare. Lei è sicura e soddisfatta della sua vita, ma vacilla dopo due mail, anzi dopo due mail ed una virgola. Una accurata indagine sociologica? No.
Un delicato ritratto psicologico-emotivo? No.
Un racconto sulla eventuale superficialità relazionale degli anni coevi? Magari.
Un raccontino, con degli aspetti irritanti.
Desideri espressi, soppressi, repressi, oppressi o semplicemente non detti o (forse, ma molto forse) comunicati molto male. Sentimenti detti?
O meglio, espressi potendoli correggere, sorreggere, leggere.Si possono dire i sentimenti o si fanno? No a loro due non frega nulla, né li dicono, né li fanno. Che il post sia con te, diranno quelli che leggeranno in futuro. Il gusto del mistero, dell'identità nascosta ma neanche tanto poi.
Lei sbaglia una mail. Lui risponde garbato. Lei non ha nulla da fare e lo provoca. Lui appare impegnato ma dopo risponde. Insomma. Comincia così. Due inseparabili, insopportabili e sfaticati di quasi mezza età, con improvvise deviazioni quasi schizofreniche. A quanto pare belli. Evidentemente senza problemi economici. Ma incuriositi dal mistero, da ciò che non si può vedere
Vuoti e pieni di boria come talvolta traboccanti di improvvisi, mielosi e appiccicaticci slanci emotivi, odiosi, talmente in costume che si smascherano presto. Bella la chat, bello l'incontro al buio, ma i due insomma, lo fanno apposta forse per contratto, devono arrivare a 180 pagine di romanzo e quindi accreditano l'idea che virtuale è bello sin quando arriva il reale. Si insultano, si amano, si promettono incontri, poi disdicono, addirittura riescono pure ad essere felici, tra una mail e l'altra.
Un romanzo
epistolare, ma con i ritmi da sms solo quando si vuole. Fatto non di
buste profumate e carte ingiallite con grafie maestose o incerte, ma
di mail. Cambia il mezzo, non il contenuto. Due cuori nella tormenta,
come tanti altri, più di altri. E dire che sono un uomo ed una donna
belli, piacenti. Eppure malati.
Questa la
premessa. Ma lo sviluppo è alquanto deludente. Caro Daniel
Glattauer, hai venduto parecchio, ma questo romanzo poteva molto di
più.
Datato, per noi che
frequentiamo internet, nell'era del social network, dove
acchiappami-prendimi-non ci sto -eccetera al limite necessita di meno schermaglie, è roba di minuti. Glattauer ha
preso un vecchio romanzo epistolare, gli ha dato un bel titolo e
c'ha fatto un best seller. Ora la domanda sarebbe abbiamo tanto
bisogno di mail oppure solo di fiction? Ai lettori l'ardua
sentenza.Per quanto mi riguarda un amarcord, di quando si chattava a
quella maniera, non scrivendo come scrivevano loro, ma in effetti
sono personaggi romanzeschi. Mi ha emozionato, in parte, ma per motivi che esulano dallo scritto. Effetto login sui miei
ricordi, non sulla validità letteraria.
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