Ho provato ad intervistare il protagonista di questo romanzo, non mi ha risposto. Troppo impegnato alle attività di onanismo mentale della sua età. E non ha saputo neanche dirmi se preferisce l'odore dei libri oppure Facebook. C'è un ragazza Gillian, sua sorella, che deve essere molto attraente o comunque versione free download, c'è una madre disastrosa al terzo matrimonio, il cui ultimo è durato sin poco dopo il giuramento all'altare, c'è una galleria d'arte dove un artista senza nome mantiene l'anonimato per vendere di più in nome di una poetica, e c'è Barry, scherziamo, perfetto, amico, scostante quanto basta, il padre dedito ad emolumenti generosi e plastiche varie per non invecchiare e John, che deve nascondere con cura la sua omosessualità. Poi soprattutto e soprattutto James. L'adolescente ricco con famiglia devastata che chissà perché (dai, scontato) vuole deludere i genitori separati e ricchi non andando all'università ma comprando casa in campagna, lavorando manufatti e scostando coetanei perché noiosi Non metto il dubbio che sia così, ma anche lui diverte poco. C'è chi l'ha paragonato a "Il giovane Holden",ma per carità, chi lo ha amato e basta, chi, in età analoga, lo ha trovato addirittura capolavoro. Sappiatelo, non sono d'accordo.
Parte benissimo. Ironia
dissacrante, niente moralismi, perfetta superficialità, scrittura almeno in traduzione apparentemente lieve ma spessa, inossidabile E l'ho cominciato con le migliori intenzioni. Poi scivola via, nella più ampie e paludose banalità del racconto che vuole diventare romanzo e quindi si nutre di parole per essere indigesto. Al di là del finale che non è finale, di Holden ho trovato poco, mi pareva un Auster ultima maniera in realtà, ma con molto meno mestiere e molto, molto allucinante e fastidioso ammiccamento, del tipo faccio il figo, lo so, ora ti diverto in modalità mainstream e ti auguro di non incontrare mai Stoner. Comunque come si dice, un poco stiracchiato e forse ma poco forse, un poco pallido, anzi sciatto.
La storia che via via diventa storiella (ed il titolo ampolloso ed evocativo diventa addirittura irritante), naviga a vista, una narrazione che annega
nell'impossibilità di dirsi e dirci qualcosa. A me risulta piaciuta ad ogni latitudine letteraria, a volte in termini entusiastici, ma spero di farci capire che quando una buona idea che può farsi, se il narratore è capace, un bel racconto,a spira a diventare romanzo, manca sempre la'ria, la misura, lo sviluppo. Poi lo so che mi tirate fuori la trama, le difficoltà innegabili dell'adolescenza, eccetera. bene, a momento questo "sdraiato" come il figlio di Michele Serra è quasi trattato peggio del giornalista ed emergente scritto re italiano. Benché non sia un cultore di Salinger (autore e romanzo da contestualizzare, ricordate gente) tutti richiamano Holden, ma di Holden ha poco e nulla, se non l'adolescenza, New York e poco altro. Sarà che indubbiamente può ( e forse diciamolo lo fa) intenerire o id indurire i cuori post adolescenziali, le tremende, tremebonde e trita-palle tribolazioni di quell'età, che nessuno ha schivato e per primi quelli che dicono che non fu così. Probabilmente non se ne se sono accorti allora e nemmeno adesso e ciò lascia presagire la loro adulterata età adulta. Non mi piace lo sviluppo, l'invischiarsi, lo annidarsi furbescamente in modernità coeve, insomma, troppi ammiccamenti e alla fine poca sostanza. Ammetto belle frasi e inizio fulminante. Il resto ve lo lascio volentieri, semmai avreste voglia.
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