Vaglielo a
spiegare agli anni impassibili, ai giorni interminabili, alle ore fragili, ai
minuti indecifrabili, che passano e basta, via. Certi secondi rimangono.
Scolpiscono destini, segnano per sempre vite.
E morti.
E tutto il resto. Fermano o iniziano ogni cosa, cambiano tutto e per sempre.
Kelly Kelleher è una ragazza a modo. Sveglia, carina e disoccupata. Piena di
vita, come è giusto che sia alla sua età. In macchina con uno dei senatori più potenti della sua nazione. Sia che quel che sia, ha scelto il carpe diem. Ma a volte l'attimo ti tradisce.
Kelly dunque.
Una laurea, delusioni amorose, qualche senso di colpa, voglia vaga ed indefinita di futuro, se non proprio radioso perlomeno fervido, cupido, lucido. Illusioni certo, ma già all'orizzonte la luce grigia e tremula che annuncia che sì, la vita non è solo cielo e sole e luce, esiste anche il buio e qualche zona d'ombra.
Kelly dunque.
Una laurea, delusioni amorose, qualche senso di colpa, voglia vaga ed indefinita di futuro, se non proprio radioso perlomeno fervido, cupido, lucido. Illusioni certo, ma già all'orizzonte la luce grigia e tremula che annuncia che sì, la vita non è solo cielo e sole e luce, esiste anche il buio e qualche zona d'ombra.
Nonostante la sua passioni politiche, le sue nascenti idealità, la sua
consapevolezza della donna e dei giochi proibiti nei backstage del potere, cade
come tante altre come lei a mo' di pera matura alle maniere sicure e
turgidamente vogliose del senatore di turno, in questo party pomeridiano che
pareva non dovesse offrire nulla di più a lei, di quanto già offerto da passati
parties.
Succede. E' già successo e succederà di nuovo, sapete.
Carpe diem, si dice, perchè no.
Ora sono sulla
macchina. Il senatore l'ha rimorchiata nel corso di un breve, intenso,
sorprendente pomeriggio. Nulla di romantico, solo qualche prurito sessuale,
come sarà, dove sarà, quanto sarà, una avida curiosità e magari la concreta
speranza di un appoggio per il lavoro. Destinazione per finire la serata come
questi pomeriggi insegnano, è naturalmente un motel. Per chiudere in bellezza
il 4 luglio, giornata di festa e festosità negli Usa.
Ma questa strada buia di provincia non è una scalinata per il paradiso,
affatto. E nemmeno il rettilineo dove sfrecciare a coronare speranze. nemmeno
l'incrocio decisivo dove svoltare e dimboccare un'altra esistenza, meglio e
lontana da quella di adesso. Questa strada poco più avanti ha una curva. C'è
poca luce, il fondo stradale non è dei migliori, il senatore è alticcio
alquanto e la velocità esagerata. Una curva, una maledetta curva e poi lo
stagno.
Scrittrice interessante questa Oates, ormai settaduenne. Prolificissima, come apprendo da Internet, con oltre settanta libri pubblicati ed oltre settecento racconti editi. E' una voce vivace e mordace nella narrativa statunitense ed ancora poco conosciuta in Europa, ma a torto, credo. In questo libro, che definirei racconto lungo più che romanzo, posto che le definizioni di genere servono più che altro alla casistica, con uno stile secco e nervoso, rapido, vibrante, con un'avvolgente meccanismo narratologico, struttura una storia partendo dalla fine e con tecniche di iterazione e sovrapposizione dello stesso istante ci rende una lucida, cinica, critica ma anche appassionata rappresentazione della giovane in carriera, dai suoi ricordi d'infanzia alla sua idea della morte. Con la mirabile capacità di dare lo spazio di come voli via un attimo, di come un attimo sia lungo, quasi eterno, ma che porti ad una fine.
Acqua nera non è un capolavoro, ha ambientazioni quasi noir, ma è una indagine socio-psicologica con formalità stilistiche tutt'altro che disprezzabili a mio parere. Non è uno di quei libri che riscrivono la storia della letteraura ma che contribuiscono a perpretare quello che del letterario va salvato nei secoli e che nessun scribacchino o sedicente cultore del bello scrivere saprà fare: l'originalità e la perspicacia formale.
La storia è tratta da un episodio di cronaca reale accaduto negli anni sessanta ad uno dei molti e famigerati componenti della famiglia-clan dei Kennedy. Il senatore Ted infatti, nel luglio del 1969 dopo una festa allegra ed alcolica, uscì di strada e finì a picco nel mare. Nella sua auto c'era una giovane donna, che annegò. Lui sopravvisse, ma prima di avvertire la polizia, tornò alla festa chiedendo aiuto. L'inchiesta successiva lo prosciolse da ogni addebito di omissione di soccorso.
Pubblicata su ciao. it il . 21.06.2010
Nessun commento:
Posta un commento