28 agosto 2014

Le perfezioni provvisorie (Gianrico Carofiglio)


L'avvocato Guerrieri è un uomo, un poco più o un poco meno di altri, niente superuomo, anzi. Fa l'avvocato, a volte persino con passione, anche se talvolta l'ambiente circostante lo sconforta, l'apparato giudiziario lo perplime, la pochezza umana lo irrita. Ma non si dà per vinto e praticamente quotidianamente si sfoga prendendo a pugni un sacco, con cui dialoga senza risposta,ma tante volte l'importante è parlare con qualcuno o qualcosa, anche se non ti ascolta o non ti risponde.
Ha senso del dovere. Ha curiosità professionali. E se capita l'occasione come questa volta di indagare, alla fine cede e si mette al lavoro. Costruendo iperboli e parabole, come se fosse una fiction. Ma volendo scrivere la parola fine. Costi quel che costi.



Guerrieri è scaltro, conscio dei propri limiti ma anche dei propri mezzi. Certo risulta a volte cupo, malinconico, abbastanza disilluso sull'amore, nostalgico dei tempi che furono.
D'un tratto, per caso come la tradizione del genere vuole, suo malgrado, si trova coinvolto in un micro-dramma familiare di ordinaria cronaca nera. Attraverso un suo amico è contattato da una coppia di facoltosi baresi, i quali hanno

perso completamente notizie sulla figlia da sei mesi e non si danno pace, anche perché la polizia dopo rapide indagini, ha archiviato il caso come scomparsa volontaria e di Manuela nessuno ha saputo più niente. Peccato e soprattutto preoccupazione. Lei era una ragazza di quelle destinate bene, brillante e piacente studentessa ventiduenne alla Luiss di Roma.
Un lavoro più da detective, che da avvocato. Ma le remore vengono ben presto fugate dalla curiosità e Guerrieri contatta via via coloro i quali avevano avuto a che fare con la ragazza. Analizza i verbali della polizia, scandaglia le amicizie, fruga tra le telefonate, e gli ultimi sms della ragazza, contatta senza fortuna l'ex fidanzato. Una indagine per quanto accurata che si muove a tentoni, per ricomporre frammenti di una storia apparentemente non risolvibile.
Compare la cocaina, una certa promiscuità sessuale più per noia che per scelta, qualche forma di eccessiva violenza , un pizzico di stalking. Ma Guerrieri non sa che pesci prendere, mentre passeggia di notte per una Bari silenziosa e di confine, sconosciuta ai più, tra quartiere Libertà e quartiere San Girolamo, dove frequenta, anche se eterosessuale, un locale trendy gestito dalla bella ex prostituta Nadia, una sua vecchia cliente. Poi piomba Caterina, la migliore amica di Manuela, inquieta, arrembante, sfuggente ed avvolgente. E sotto una superficie limpida, quasi altera di Bari e dei tempi attuali, emergono rughe, increspature, quel che c'è ma non si vedeva, l'oscurità tenebrosa del profondo e del nascosto. Una imperfetta perfezione, plastica ma nello stesso tempo in movimento, provvisoria, ovvero aleatoria.

Mi ha convinto Carofiglio. Di solito, anche ultimamente, i gialli all'italiana tutt'al più mi irritano, oltre che a deludermi. Guerrieri hai suoi tratti caratteristici senza per forza doversi distinguere per l'idioma oppure per doti culinarie o gusti sessuali. 

Un Marlowe nostrano, crepuscolare benché si muova nel caldo e fibrillante meridione, inventato e raccontato però non da Chandler ma da un barese di professione avvocato. "Le perfezioni provvisorie" è un giallo con alcuni stilemi classici del genere, ma le varianti offerte confezionano una narrazione che oserei definire di spessore, con analitici ma non pedanti richiami all'ordinamento giudiziario e legislativo e tratteggiamenti di caratteri e luoghi che esulano dal conformismo banale. Brillano dunque di una loro certa autonomia e vitalità. Promosso.

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