Certo che gli uomini sono tutt'altro che perfetti. Anzi, sono la
perfetta incarnazione della imperfezione. Ma non è detto che sia per forza
colpa loro, se si parte dal presupposto che sono creature di Dio, il Dio
cristiano nella fattispecie.
Caino, narratore protagonista della storia
raccontata, è, nella tradizione biblica, considerato probabilmente il peggiore
fra gli uomini. Ce ne dà una conferma il sommo poeta Dante, nella sua eterna
Commedia, relegandolo senza alcun dubbio di sorta ad esemplificare l'efferato
peccato del tradimento familiare nell'ultimo cerchio. Ma è solo colpa sua?
Oppure l'intervento divino, nel suo caso, ha avuto effetti nefasti? No perché
senza alcun'ombra di dubbio, secondo Saramago, Dio, non per essere blasfemi, è
non solo costantemente e sinceramente odioso, ma terribile, assente, egoista,
distratto e inefficiente.
"La storia degli uomini è la storia dei
loro fraintendimenti con dio, né lui capisce noi, né noi capiamo lui".
La rilettura del Vecchio Testamento da parte
dell'autore portoghese, spesso non solo sarcastico ma ribelle alla Chiesa degli
umani ed alle convinzioni impartite per secoli, diventa così una serie
inenarrabile di soprusi, violenze e incredibili peripezie inflitte agli umani,
già appunto deboli, carnali e imperfetti di loro, da parte di Dio. Caino
spietato lo interroga, condannato ad errare in eterno nel passato nel presente
e nel futuro, a porsi domanda senza risposta, ad assistere quasi sempre
impotente alle azioni imponderabili e invincibili del padrone del mondo e
dell'universo intero.
Ma sin dall'inizio del fraticidio, Caino non
teme la divinità, se la prende solo con lui, l'eterno. Addossa a Dio la colpa
di avergli armato la mano e di avere reso Abele un fratello invidioso,
fortunato. Assiste come può agli effetti della impavida distruzione della torre
di Babele e all'annientamento furastico di Sodoma e Gomorra, alle guerre
efferate di Giosuè, alla proclamazione del leggi di Mosè, dopo aver a suo tempo
concupito ed ingravidato Lilith. E prima di continuare la sua dannazione, questo
viaggio infinito senza tanta speranza, placa la sua sete di vendetta, almeno
momentaneamente. Si imbarca sull'arca uccidendo con serafica, malefica
premeditazione tutti i membri dell'equipaggio tranne Noè che si lancerà da solo
in acqua.
Sic transit gloria dei.
Opera secondo me meno riuscita dell'oramai
classico Il vangelo secondo Gesù Cristo, questo Caino ci lascia un Saramago molto meno
malinconico e riflessivo, più immediato, sarcasticamente ironico, molto più
cinico, nella sua visione laica del rapporto con Dio, quasi che questa fosse un
appendice dell'altro romanzo. Ritorno a dire che al di là della propria fede,
q
uesto è comunque un altro romanzo denso e profondo, che pone interrogativi
tutt'altro che banali o retorici, anche se pervasi da una ferocia e una sconsolazione
quantomeno allarmanti.
Nessun commento:
Posta un commento